Giudizio: 8/10
Giunto quasi al suo centesimo film, Miike Takashi si conferma come uno dei punti cardinali inamovibili del panorama cinematografico giapponese; nonostante qualche mezzo passo falso e qualche lavoro non proprio memorabile, sebbene sempre coerenti con la filosofia filmica del regista, Miike continua a fare del suo cinema una materia plasmabile in continuo rimodellamento che genera come risultato opere in cui la potenza visiva e l'anarchia estrema narrativa raggiungono vette inviolate; come qualcuno ha ripetutamente affermato , e Miike non ha mai fatto segreto dall'esserne lusingato arrivando anche ad una collaborazione in Sukiyaki Western Django, questo rimescolare continuamente in maniera frenetica la forma e la sostanza delle sue opere lo avvicina al più grande manipolatore del cinema moderno, Quentin Tarantino.
First Love è opera che sin dall'inizio , nella prima bellissima e roboante scena, mette i paletti sul prosieguo del suo percorso: il film infatti si svolge tutto in una notte e vede protagonisti un giovane pugile che è già vecchia gloria in quanto gli è stato diagnosticato un cancro al cervello e una prostituta tossica, che sta scontando le colpe di un padre perseguitato dalla yakuza per debiti non pagati; l'incontro, puramente casuale, fa congiungersi due perdenti, due personaggi che sembra non abbiano più nulla da chiedere alla vita nonostante la giovane età; ma proprio per questo la disperazione li rende capaci di gesti altrimenti impensabili.
Per un classico equivoco la ragazza, Monica, si trova invischiata in una guerra di droga e Leo, il pugile, suo malgrado si trova al suo fianco in sua difesa.
Di fatto la storia può essere banalmente ma efficacemente descritta come un bailamme di tradimenti senza fine: lo yakuza deviato ( sensazionale Sometani Shota ), la yakuza dei boss violenti, il poliziotto corrotto, il boss delle triadi cinesi ( non a caso un chiaro riferimento al one armed swordsman di Chang Cheh e dei film di arti marziali cinesi), tutti intenti a fregare gli altri in un trionfo di disonore e di bassezza morale ed etica.
In questo mare magnum di lordura e di tradizione nipponica i due protagonisti dovranno scappare e combattere per salvare la pelle dalla inevitabile mattanza che avrà come culmine il finale del film.
L'opera cinematografica di Miike ha sempre guardato al Giappone più tradizionalista e più arroccato sui propri usi e costumi come ad un magma di malvagità e negatività solo parzialmente coperto da una coltre di ipocrisia, e da ciò deriva tutto quello che di dissacrante il cinema del cineasta porta con sè nella critica feroce della società; in First Love Miike prosegue con questa opera mettendo alla berlina persino la decantata etica e il rispetto della yakuza: traditori, assassini pronti a colpire alle spalle, violenti e vessatori dei più deboli vengono in First Love contrapposti alla rabbia violenta e cieca dei due protagonisti che viene dall'istinto di sopravvivenza e al contempo dalla convinzione di essere finiti in un precipizio senza fondo dal quale non potranno salvarsi.
Mettendo insieme il noir con l'action, lo yakuza movie con lo slapstick, Tutto in una notte di Landis e Fuori Orario di Scorsese, Miike descrive una vita notturna di Tokyo sfrenata , piena di luci ma con numerosi anfratti bui che nascondono un mondo, in cui si muove una umanità sempre più allergica alle regole e alla morale.
L'estremismo narrativo con cui Miike racconta e costruisce la storia ha come conseguenza che spesso il film trascende nel surreale, nel grottesco o nel comico addirittura, ma questo è il risultato della prospettiva se non proprio più punk, sicuramente fuori dei canoni classici con cui il regista costruisce la sua opera.
Come detto gli unici personaggi che cercano di ribaltare il destino sono Leo e Monica: quest'ultima, preda spesso di allucinazioni nelle quali vede il padre odiato ( divertentissima quella sul treno), sogna di ritrovare il suo primo amore adolescenziale, un ragazzino che la difendeva dalle violenze paterne, Leo, ormai senza speranza per il suo tumore, pensa di dare un senso alla sua vita diventando il fiero difensore della ragazza.
La carneficina finale, come spesso avviene nei film di Miike, mette a posto le cose, ma è proprio sull'ultimo fotogramma che si intuisce che forse qualcosa nel destino dei due potrebbe cambiare.
First Love è insomma un film bello , vivace, a tratti frenetico che in alcuni momenti sfiora il divertissement e che ci mette di fronte un Miike Takashi in gran forma, coerente col suo credo cinematografico senza però essere nè ovvio , nè convenzioanle nè tanto meno manieristico.
Bravi i due attori protagonisti oltre al già citato Sometani Shota: Kubota Masataka (Leo) e Konishi Sakurako (Monica) possiedono la giusta freschezza per rendere credibili i loro personaggi.
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