lunedì 3 febbraio 2020

Monos [aka Un gioco da ragazzi] ( Alejandro Landes , 2019 )




Monos (2019) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Gli altopiani della Colombia, deserti ma verdissimi, brulli e circondati dalle nubi, come fossero un terrazzo sul mondo sottostante dove otto adolescenti sembrano giocare a fare i soldati, tra grida e urla , come si conviene ad un gioco innocente; e invece quei ragazzini la guerra la stanno facendo veramente: arruolati dalla Organizzazione , una fantomatica formazione paramilitare di ribelli, hanno in consegna un'ostaggio americano , la Dottoressa, cui debbono badare; a dare loro gli ordini è un mediatore che si reca da loro periodicamente per trasmettere le disposizioni, accertarsi del grado di addestramento del gruppo e , soprattutto, del livello di plagio e di depersonalizzazione che impone l'Organizzazione, che provvede persino alla formazione delle coppie di fidanzati.
Insieme all'ostaggio debbono occuparsi anche di una mucca che piò dare loro il latte ma che deve essere poi riconsegnata all'Organizzazione.


I nomi dei ragazzini sono quelli di battaglia: Cane, Piedone, Svedese, Puffo, Lupo , Lady , Rambo , ma sempre ragazzini rimangono, seppure cresciuti in fretta, quindi quando per far festa la sera parte qualche colpo di mitra che uccide la vacca, il capo designato si uccide per il timore delle conseguenze, il comando passerà ad un altro, i rapporti di forza cambieranno e quelli affettivi pure, ma soprattutto il gruppo , che dopo una battaglia vinta dai guerriglieri scenderà nella foresta dai monti, vedrà cadere il regime gerarchico e le norme che lo regolano, diventeranno insomma dei cani sciolti nei quali inizierà a comparire la paura.
L'opera del regista Alejandro Landes, uno dei lavori del 2019 che ha riscosso più riconoscimenti a livello planetario , dopo avere bene impressionato sia al Sundance che a Berlino, è uno di quei film che colpiscono subito, dai primi fotogrammi; un'opera potente in cui la ambientazione splendida si coniuga in maniera armonica con il racconto e con i personaggi.
Monos , senza dubbio, paga un tributo notevole ad Apocalypse Now e al suo testo letterario di riferimento, Cuore di tenebra di Conrad, sebbene non raggiunga i livelli di analisi filosofica e antropologica del capolavoro di F.F.Coppola, ma , soprattutto ,il lungo intermezzo sulle rive del fiume nella giungla, non può non rimandare al viaggio alla ricerca di Kurtz.

Qui in Monos i guerriglieri-adolescenti non hanno nessuno da cercare, semmai debbono fuggire da tutto e da tutti, fuggire dalla guerra e dalla morte, dal potere che opprime e plagia , sia esso quello centrale che quello della guerriglia; all'inizio la guerra sembra un gioco, un passatempo che li fa sentire grandi, pronti a tutto, ma lentamente, senza che se ne rendano conto, scivolano nella guerra vera e si rendono conto di aver perso la innocenza dell'età e di aver sempre più vicino il contatto con la morte; ma soprattutto prendono coscienza della loro inadeguatezza della vita militare, da cui consegue la scelta anarcoide di lasciarsi tutto alle spalle e di governarsi da soli, senza una leadership.
Il riferimento alla situazione politica e sociale della Colombia, paese dilaniato da una lotta intestina che sembra infinita, è dunque chiaro, ma Landes sembra lanciare un messaggio di denuncia sia verso il potere centrale che verso il potere della ribellione ( ne è l'esempio più lampante il lancinante finale).
Monos è infine un opera anti bellica come lo sono tutte quelle che raccontano le atrocità, gli orrori e le storie semplici della guerra.
Tutto il racconto però trova un fantastico supporto nella regia di Alejandro Landes, che esalta in maniera pittorica la bellezza dei paesaggi, la descrizione seppur sommaria dei protagonisti, la violenza visiva e psicologica che emana e che rende la visione del film sempre percorsa dalla tensione strisciante.
Nonostante presenti dei difetti sparsi nel suo insieme, soprattutto la tendenza ad essere un po' troppo ripetitivo nelle situazioni, Monos è un bel film,che fa della forza e dell'impatto visivo il suo punto di forza, interpretato ottimamente da una stuola di giovani attori, la gran parte di quali non professionisti.


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