venerdì 30 novembre 2012

Double Xposure / 二次曝光 ( Li Yu / 李玉 , 2012 )

Giudizio: 7/10
Scavare a ritroso

Reduce da Buddha Mountain , uno dei lavori più apprezzati della cinematografia cinese del 2010, la regista Li Yu, controversa autrice di film che spesso hanno subito l'attacco della censura per le tematiche trattate, dirige Double Xposure, storia di intimo disagio mascherato dietro un'apprezzabile abito da psyco-thriller.
Giocando su piani temporali diversi e su binari narrativi sovrapposti, la storia racconta di Song Qi, giovane dal presente apparentemente agiato, lavoro eccellente e vita affettiva appagante, la cui esistenza subisce una brusca e drammatica sterzata allorquando tutte quelle che fino ad un attimo prima erano sue certezze assolute improvvisamente si dissolvono come sabbia portata dal vento.
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Dangerous Liaisons ( Hur Jin-ho , 2012 )


Giudizio: 6.5/10
Relazioni pericolose a Shanghai

Ennesima trasposizione cinematografica della novella francese dal titolo omonimo scritta nel XVIII secolo da Pierre Choderlos de Laclos, Dangerous Liaisons ambienta i fatti nei primi anni 30 in quella Shanghai considerata allora una delle città più cosmopolite e alla moda dell'epoca.
Quella che in origine per lo scrittore era una acerrima denuncia sulla corruzione dell'animo umano e del periodo  borbonico, in tutte le varie versioni cinematografiche si è sempre tramutata in un racconto fitto di seduzione, inganno e sensualità tra intrighi passionali e non.
Anche la versione diretta dal coreano Hur Jin-ho, ma di totale produzione cinese, non viene meno a questa regola, arricchendola con un finale in cui il gusto per il melodramma tipico di certo cinema cinese si appalesa in maniera deflagrante.

mercoledì 28 novembre 2012

Kotoko ( Shinya Tsukamoto , 2011 )


Giudizio: 8.5/10
L'incubo allucinatorio di Tsukamoto

Il rapporto tra il cinema di Tsukamoto e la corporalità ha creato sin dagli inizi dell'attività cinematografica del regista una delle tematiche più interessanti e affascinanti, coinvolgendo i sostenitori dell'autore nipponico ed aprendo vie perigliose all'interpretazione delle sue opere. 
Se stavolta in Kotoko mancano quegli ibridi cyber tecnologici, ammassi di carne e ferraglia dilatati, il corpo che sprizza richiesta di vita in una mente vicina all'annientamento è pur sempre una pagina pregnante di dolore e di dicotomia corpo-mente.
Utilizzando una tecnica narrativa se vogliamo più convenzionale, in Kotoko, Tsukamoto ,in coppia con la pop singer Cocco, da vita ad una storia che è prima di tutto un incubo cinematografico in cui gli spunti autobiografici dell'uno e dell'altra sono chiaramente intellegibili.

martedì 27 novembre 2012

Populaire ( Regis Roinsard , 2012 )

Giudizio: 5.5/10
L'ottimismo vola...e la Commedia americana riciccia

Palese omaggio alla Commedia americana degli anni d'oro ( ci manca solo Audrey Hepburn sbucare fuori dallo schermo...), il film del francese Denis Roinsard, presentato Fuori Concorso al Festival del Cinema di Roma, è anche uno sguardo nostalgico ad una epoca in cui fare la segretaria era una ambizione di tante ragazze, forti del loro talento a battere a macchina su carcasse ferrose sempre pronte al tranello, e in cui le favole spesso avevano un lieto fine , anche nella dorata vita di tutti i giorni intrisa di ottimismo e di luce.

Judge Archer / 箭客柳白猿 ( Xu HaoFeng / 徐浩峰 , 2012 )




Giudizio: 7/10
Nuova frontiera per il Cinema Marziale ?

Scritto e diretto da Xu Haofeng, qui alla sua opera seconda dopo The Sword Identity, sceneggiatore di Wong Kar-wai nell'attesissimo The Grandmaster, Judge Archer è stato relegato nella sezione collaterale CinemaXXI del Festival del Cinema di Roma, seguendo un criterio che, vista la qualità dei lavori in Concorso, appare ancora più incomprensibile.
Xu Haofeng, ancor prima di essere sceneggiatore e regista è studioso di Taoismo e di filosofia nonché scrittore di numerose novelle di Arti Marziali, impostazione culturale che nel film, come era anche nella sua opera prima, è chiarissima: Judge Archer è ben lungi dall'essere un film d'azione in senso classico, semmai rimanda lontanamente a certe atmosfere di Ashes of Time ( chissà il connubio tra Xu e Wong dove porterà…), aspetto da non trascurare , soprattutto per chi si aspetta combattimenti, salti, spadaccini invincibili e tecniche di gongfu.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

lunedì 26 novembre 2012

The Sword Identity / 倭寇的踪迹 ( Xu HaoFeng / 徐浩峰 , 2011 )

Giudizio: 7.5/10
La filosofia del Wuxiapian

Opera prima di Xu HaoFeng, noto studioso taoista e scrittore di novelle sulle arti marziali, nonchè sceneggiatore e consulente di Wong Kar Wai per l'attesissimo The Grandmaster, lettura personale del regista di Ashes of Time di una delle figure leggendarie del mondo degli artisti marziali , Ip Man, al centro già di numerosi racconti cinematografici, The Sword Identity è opera che fa dell'innovazione e del coraggio narrativo, basato più sulla filosofia del wuxiapian che sulla tecnica di combattimento, il suo motore propulsivo.
Lasciando da parte combattimenti ed epica, melodramma e tecnica, Xu HaoFeng, fedele al suo credo filosofico, imposta il racconto prevalentemente sulla ricerca del profondo significato delle arti marziali, utilizzando quasi un approccio intimista che va in direzione opposta ai canoni consolidati del genere da tanti anni e tante opere di registi Hkesi e cinesi.

lunedì 19 novembre 2012

The Motel Life ( Gabriel Polsky , Alan Polsky , 2012 )


Giudizio: 7/10
Il legame fraterno ultima ancora di salvezza

The Motel Life dei fratelli Polsky è la storia di un legame fraterno fortissimo, tra solitudine e disperazione cui solo la fantasia può dare energia.
Tratto dall'omonimo romanzo di Willy Vlautin, The Motel Life chiude i film in Concorso al Festival di Roma e nel complesso l'opera prima dei fratelli Gabriel e Alan Polsky, attivi fino ad ora più che altro come produttori, è una storia  con buone radici che per alcuni aspetti fa centro in pieno, mostrando al contempo qualche sbandata non di secondaria importanza.
Storia di un legame fraterno fortissimo, tenuto insieme e saldato da una infanzia difficile e culminato con la morte della madre che li lascerà orfani indicandogli come testamento spirituale la ricerca della loro unione e ad ogni costo, The Motel Life sviluppa una trama su cui aleggia sempre una atmosfera fin troppo marcata di dramma incombente.
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Eternal Homecoming ( Kira Muratova , 2012 )


Giudizio: 3.5/10
Provini in bianco e nero e fuga dalla sala

Deludente prova per Kira Muratova in un film in cui la circolarità è sinonimo di noia e fuga dalla sala.
Una storia semplice, quasi uno straccio di sceneggiatura: lui e lei si incontrano dopo tanti anni dai tempi della scuola; lui sta nei guai sentimentalmente e cerca lei per chiedere consiglio.
Mostrando dei provini messi in piedi da un regista che nel frattempo è morto ( ma attenzione questo lo si scopre fugacemente solo verso la metà del film), assistiamo al va e vieni di attori e attrici che interpretano a modo loro , mostrando le doti recitative e i più nascosti lati caratteriali, la scarna partitura che ovviamente viene più e più volte ripetuta e rimestata.
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Drug War / 毒战 ( Johnnie To / 杜琪峰 , 2012 )



Giudizio: 8/10
La guerra alla droga in Cina

Ritorno alll'action movie per Johnnie To, sempre affiancato dal fido sceneggiatore Wai Ka Fai, dopo la parentesi romantica di Romancing in Thin Air, ed è un ritorno dio quelli che rischiano di passare alla storia , non tanto e non solo per la qualità artistica del film, ma perchè Drug War è il primo film d'azione poliziesco che viene girato e prodotto interamente nella Cina continentale , dove , fino a d ora, la censura aveva visto sempre con occhio malevolo tematiche che riguardassero storie di poliziotti e di delinquenza.
La storia , inoltre, va a squarciare , seppure sotto l'aura della finzione filmica, uno spesso velo che le autorità cinesi hanno sempre steso sul problema del consumo e del traffico della droga in quel paese.
Ed è appunto una storia di trafficanti senza scrupoli e senza coscienza contrapposti alle forze di polizia che cercano di stroncare il commercio, il filo guida di Drug war, film nel quale Johnnie To sembra volere continuare nel solco iniziato con Life Without Principle.
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domenica 18 novembre 2012

A Glimpse inside the mind of Charles Swan III ( Roman Coppola , 2012 )




Giudizio: 7/10
Il tocco burlesco di Roman Coppola

Commedia dai toni cangianti, A Glimpse inside the mind of Charles Swan III  di Roman Coppola è lavoro nel quale nonostante il regista omaggi ( o ironizzi) su svariati canoni del genere, si vede chiara la ricerca di una sua identità nella quale è evidente il tentativo di creare uno stile peculiare.
Ambientato negli anni 70 è un ritratto, tra il serio ed il farsesco, con tanto di incursioni musical, fumettistiche e fantastiche , della vita di Charles Swan, disegnatore, donnaiolo impenitente, in crisi affettiva e di identità nel momento in cui l'ultima fidanzata lo molla a brutto muso.
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Bullet to the head ( Walter Hill , 2012 )

Giudizio: 6.5/10
Sly, killer un po' retrò

L'accoppiata Walter Hill-Sylvester Stallone, unici veri sprazzi di star system al Festival di Roma, presentano Bullet to the head, poliziesco classico ambientato nella Louisiana che ci regala come maggiore spunto di interesse una interpretazione di Stallone più che buona, grazie ad un personaggio costruito ad hoc per lui.
Jimmy Bobo è un killer spietato ormai avanti con l'età, fermo sulle sue personali regole etiche, passato da galeotto e presente fatto di una vita pericolosa , di lavori sporchi da portare a termine e di un rapporto con la figlia che si basa solo ( o quasi) sulla comunanza biologica.
Quando un lavoro va storto e ci rimette le penne il fidato partner di Jimmy, sulla strada del killer si pone un poliziotto mandato da Washington ad indagare sulla morte di un ex collega in odore di corruzione: i nemici da combattere per trovare vendetta e per portare allo scoperto trame affaristiche sono gli stessi e l'accoppiata per necessità prende forma.
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Ixjana ( Michal Skolimowski, Jozef Skolimowski , 2012 )

Giudizio: 5/10
Un incubo diabolico

Opera seconda per i fratelli Skolimowski che promette bene , crea atmosfere maledette ma poi scade in una narrazione confusa che lascia l'amaro in bocca.
Una prima parte stratificata nel tempo con continui salti, spesso carpiati, che però contribuiscono alla creazione di un racconto d'atmosfera piuttosto oscura, fa da prologo ad un secondo segmento in cui l'interesse suscitato dalla prima cala in maniera esponenziale , naufragando quasi in una confusione narrativa che lascia alquanto interdetti.
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sabato 17 novembre 2012

E la chiamano Estate ( Paolo Franchi , 2012 )

Giudizio: 1.5/10
E la chiamano arte?

Imbarazzante prova per Paolo Franchi in Concorso al Festival di Roma: film drammatico che carpisce risate becere. E' normale?
Cosa pensare di un film che vorrebbe essere drammatico ma che agli spettatori carpisce risate sguaiate?
E soprattutto cosa dovrebbe instillare nella mente del regista una simile situazione?
Tutto ciò è alla fine quello che si evince da uno dei lavori più incomprensibili, brutti e privi di qualsiasi interesse che non sia lo scorrere sempre troppo lento delle lancette dell'orologio.
E la chiamano estate di Paolo Franchi , presentato in Concorso (!) al Festival del Cinema di Roma  è tutto ciò: film pretenzioso, volutamente e ricercatamente provocatorio grazie ad una scabrosità di immagini totalmente gratuita che non sfigurerebbe in qualche XXX movie di infima qualità.
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venerdì 16 novembre 2012

Mai Morire ( Enrique Rivero , 2012 )

Giudizio: 8/10
La morte per riflettere sulla vita

Il primo soffio di grande Cinema spira sul Festival di Roma grazie alla profonda riflessione sulla morte e sulla vita del regista messicano Enrique Rivero
Un angolo remoto del Messico in cui il tempo sembra avere perso il suo ritmo, dove la nebbia si fonde con l'acqua dei fiumi: in questo scenario Enrique Rivero , regista messicano giunto all' opera seconda, mette in piedi la sua riflessione pacata e profonda sul rapporto dell'uomo con la morte.
E' il racconto di Chayo, una donna che torna nel suo villaggio natale, immerso in una natura ostile, dove il progresso sembra non essere ancora approdato, per accudire la madre quasi centenaria gravemente ammalata.
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Marfa Girl ( Larry Clark , 2012 )

Giudizio: 3/10
Chiacchiere e fumo

Marfa, piccola cittadina polverosa e squallida di quel Texas sempre più prototipo di "buco del culo" del mondo nell'immaginifico cinematografico di certo cinema americano, adolescenti sempre con la canna in bocca, derelitti ancora prima di iniziare a vivere, ragazze dedite al sesso libero, donne sposate ma sole e inquiete che se la spassano, poliziotti ovviamente psicopatici con le immancabili ferite irachene, persino una sciamana-fattucchiera che disquisisce della coniugazione delle anime tra uomo e gatti: ecco pronto il lavoro di Larry Clark, esponente del cinema indie stelle e strisce; gli ingredienti ci sono tutti, ma mescolati senza costrutto come fa il regista non serve ed il risultato è a dire poco sconcertante.
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mercoledì 14 novembre 2012

Il Volto di un'altra ( Pappi Corsicato , 2012 )


Giudizio: 6.5/10
Una colata di merda vi seppellirà


Show business e ossessione di apparire, chirurgia estetica e spettatori inebetiti davanti al gioco realtà e finzione, avidità e spettacolarizzazione come sistema di vita: Pappi Corsicato ne ha per tutti in una maniera forse fin troppo qualunquistica ma che indubbiamente coglie nel cuore del problema di una società sempre più avviata verso una vita artificiosa e priva di ogni indirizzo morale ed etico.
Il Volto di un altra, in concorso al Festival di Roma è la storia tra il farsesco e il surreale di una coppia di VIP ben intenzionata a mantenere accesi le luci della ribalta nonostante tutto: chirurgo estetico lui, soubrette televisiva lei conduttrice di un programma sul presunto benessere, coniugi nella vita arroccati nella loro magione di lusso tra bellissime montagne, dove transita ogni tipo di umanità alla ricerca affannosa della bellezza e della giovinezza eterna.
Quando il fato ci mette lo zampino e tutto sembra voler contribuire affinchè la coppia perda tutto, il colpo di genio della truffa in stile Totò e Peppino prende piede; ma dal destino non si sfugge e la colata fecale che si abbatte sul film è il giusto e degno epilogo per i prototipi di una società sempre più finta e avviata all'autodistruzione.

Back to 1942 / 一九四二 ( Feng XiaoGang / 冯小刚 , 2012 )

Giudizio: 7.5/10
La Storia sconosciuta

Nel 1942, in piena guerra mondiale in svolgimento, le popolazioni della regione cinese dell'Henan furono sopraffatte da una carestia che diede il colpo di grazia ad una condizione già gravemente compromessa da decenni di guerre e occupazione giapponese.
Per queste popolazioni non rimase altro che intraprendere un esodo verso le regioni occidentali alla ricerca di condizioni di vita più accettabili.
Questo è il contesto storico nel quale Feng Xiaogang ambienta il suo ultimo lavoro , Back to1942, presentato in concorso al Festival del Cinema di Roma.
La rilettura storica mira a rendere chiaro un episodio che anche a detta del regista finora è rimasto abbastanza sepolto nella memoria della Cina all'epoca ancora in mano al governo nazionalista.
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Lesson of the Evil ( Takashi Miike , 2012 )

Giudizio: 7.5/10
Quel diavolo di Miike

Come è consuetudine nei film di Takashi Miike, le reazioni al suo ultimo lavoro, Il Canone del male, presentato in anteprima mondiale in Concorso al Festival del Cinema di Roma, sussurrate in sala e negli inevitabili commenti post-proiezione spaziano dall'invocazione al capolavoro fino all'etichetta dell'ignominiosa porcata, dimostrando ancora una volta che pochi autori possiedono una capacità innata come Miike di non lasciare indifferenti.
Tratto da un best seller dal titolo omonimo di Yusuke Kishi, il film racconta la storia di un professore di liceo apparentemente irreprensibile, ben voluto da colleghi e allievi; ma già a partire dall'inquadratura della casa in cui vive, fatiscente in mezzo a sterpaglie e pattume, strettamente sorvegliata da due corvacci neri,qualche certezza granitica viene meno di pari passo  ad una trasformazione comportamentale, specchio di vecchie follie sepolte.
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lunedì 12 novembre 2012

Waiting for the sea ( Bakthiar Khudojnazarov , 2012 )


Giudizio: 6.5/10
Il Mare scomparso


Waiting for the sea, film d'apertura del Festival Internazionale del Cinema di Roma, si muove tra atmosfere ecologiste-antropologoiche e l'Apocalisse che viene citata sui titoli di coda. Favola dai toni drammatici e romantici, racconta di come , in un luogo imprecisato , il mare scompaia all'improvviso per lasciare il posto ad una arida distesa desertica.
Nella tempesta che porta la catastrofe la nave capitanata da Marat affonda e solo lo stesso nocchiero si salva, gettando nel dramma famiglie intere di pescatori e se stesso che perde la moglie.
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Spose celestiali dei Mari della pianura / Celestial wives of meadow Mari ( Alexey Fedorchenko , 2012 )


Giudizio: 7.5/10
Leggende e tradizione nella Terra dei Mari


L'etnia Mari appartiene a quel grande ventre dela madre Russia: sebbene l'alfabeto usato sia quello cirillico, per il resto la cultura è assolutamente peculiare, appartenendo a quella zona finnica della Federazione Russa che risente degli influssi dell'europa continentale orientale.
A questa comunità raccolta sotto la bandiera di una Repubblica autonoma svolge il suo sguardo Alexey Fedorchenko nel suo ultimo lavoro, Celestial wives of meadow Mari, mediante un lavoro che più che un film sembre essere una raccolta di frammenti di immagini e di storie che hanno tutte al centro una figura femminile.
Attraverso racconti, alcuni fatti di pochissimi fotogrammi, intrisi di tradizioni, superstizione, religione e credi Fedorchenko crea un atmosfera a metà tra il fiabesco e l'antropologico, creando una carrellata di personaggi femminili, alcuni dei quali molto ben riusciti, quasi dei fotogrammi cristallizzati di vite vissute nella solitudine di distese innevate e di villaggi minuscoli.

Alì ha gli occhi azzurri ( Claudio Giovannesi , 2012 )

Giudizio: 4.5/10
Extracomunitari di seconda generazione

Opera seconda per Claudio Giovannesi, presentata al Festival di Roma che come il precedente lavoro, affronta (o almeno cerca di farlo) il problema dell'integrazione degli immigrati.
Qui il protagonista è un ragazzotto di origini egiziane, appartenente a quella seconda generazione di nati in Italia da genitori extracomunitari,che seguiamo nell'arco di una settimana  in una sorta di diario audiovisivo.
Ambientato in una Ostia livida che rimanda a luoghi tragicamente pasoliniani, Nader ha le sue amicizie, la ragazza italiana, i suoi guai in famiglia e quelli in strada , in perfetto stile da ragazzo di vita.

giovedì 1 novembre 2012

La collina dei papaveri / From up on Puppy Hill ( Goro Miyazaki , 2011 )

Giudizio: 8/10
Il Giappone che volta pagina

Presentato nel 2011 al Festival del Cinema di Roma, ultimo lavoro del rinomato Studio Ghibli, regia di Go Miyazaki e sceneggiatura del padre Hayao, La collina dei papaveri è una delicata storia d'amore adolescenziale tra liceali, ambientata a Yokohama nel pieno del boom economico degli anni 60 che ha visto il Giappone uscire da un dopoguerra drammatico e lanciarsi verso il benessere e i traguardi che ben conosciamo.
Alle soglie dell'Olimpiade di Tokyo, col paese percorso tra fremiti di modernità e di ripudio quasi iconoclasta del passato, la storia dei due ragazzi, figli del dramma della guerra, assurge ad un intelligente e mai ovvio "come eravamo"che cerca di fondere la voglia di tagliare col passato e il richiamo alle tradizioni.
Al di là della consueta maestria tecnica che contraddistingue i prodotti dello Studio Ghibli, La collina dei papaveri è un film bello, divertente e ,a tratti, commovente che non deluderà di certo i culturi del Cinema e soprattutto di quello d'animazione targato Japan.
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