venerdì 30 dicembre 2016

Julieta ( Pedro Almodovar , 2016 )




Julieta (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Si stenta non poco a riconoscere Pedro Almodovar nelle pieghe del suo ultimo lavoro: Julieta , infatti, lungi dal presentarci lo stile dissacrante, a volte eccessivo, comunque sempre tendente al limite e infarcito di una certa qual compiacenza quasi barocca tipico del regista spagnolo, è invece un'opera che potremmo definire  addirittura intima.
Le tracce di Almodovar ci sono, molto nascoste e relegate a piccoli particolari o all'immancabile esplorazione dell'universo femminile, ma quasi mai assurgono alle complete forme stilistiche e di linguaggio cinematografico che conosciamo.
La storia narrata è di fatto un lungo racconto scritto dalla protagonista , che ripercorre trent'anni della sua vita e del suo rapporto con la figlia con la quale non ha più rapporti da una dozzina di anni.


Julieta è una donna di mezza età ormai, è in procinto di seguire il suo compagno di vita in Portogallo, lasciandosi alle spalle Madrid e la Spagna; nel fondo del suo animo però il demone che l'ha tormentata per larga parte della sua vita è solo in quiescenza: l'incontro casuale con una giovane donna, ex amica della figlia Antia, che le riferisce di averla incontrata e di aver saputo che è madre di tre figli, sembra spazzare via in lei quelle fragili certezze che faticosamente aveva costruito.
Da quel momento il demone della colpa torna ad agitarsi in lei e la figura della figlia torna ad essere centrale nella sua vita: non partirà più per il Portogallo e quasi come estremo atto di espiazione inizierà a scrivere un diario-confessione rivolto alla figlia, alla quale racconta la sua vita dal momento in cui incontrò sul treno il futuro padre della ragazza.
Il fulcro del racconto risiede in un equivoco narrativo focale: la madre non sa che la figlia sa e quindi alla fine scopriremo che tutto è stato quasi inutile , una ennesima prova di espiazione di colpe che aleggiano sulla vita di Julieta.
La vita di Julieta infatti è stata sempre scandita dalla vicinanza con la morte: l'uomo del treno cui lei, ignara, rifiutò un'attimo di compagnia prima di uccidersi, la moglie di Xoan, l'uomo che amerà e che sarà il padre della figlia, morta poco dopo il loro primo incontro, la madre che da morta vivente assiste alla rinascita sentimentale del marito, la morte della sua più cara amica, quella che fu anche l'amante di Xoan.

martedì 27 dicembre 2016

The Autopsy of Jane Doe ( Andrè Øvredal , 2016 )




The Autopsy of Jane Doe (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

In una Contea delle Virginia Thomas e Austin Tilden , padre e figlio, gestiscono un obitorio con annesso un crematorio nella cantina della loro villa stile coloniale: una attività che la famiglia da ormai varie generazioni porta avanti fin dai primi anni del 900.
In occasione di un efferato delitto dalle tinte oscure e misteriose sulla cui scena si apre film, la polizia ritrova un cadavere di una giovane donna nella cantina, apparentemente senza alcun segno di violenza, parzialmente sepolta.
Lo sceriffo porta il cadavere dai Tilden chiedendo al vecchio Thomas di trovare una causa di morte nel giro di poche ore, in tempo per non dovere affrontare le domande senza risposta che il cadavere sembra portare con sè.


Tommy e Austin lavorano in coppia con grande affiatamento, non c'è solo il legame padre-figlio a tenerli uniti, c'è anche quello maestro-allievo, al punto che il giovane Austin rinuncia alla uscita serale con la fidanzata per aiutare il padre nel risolvere il caso misterioso.
Il cadavere della giovane donna sconosciuta e ribattezzata Lane Doe appare in effetti intatto, tanto da non lasciare ipotizzare , almeno all'esplorazione sommaria esterna, alcuna causa di morte, ma quando l'autopsia prende il via alcuni aspetti risultano misteriosi e strani: quel corpo ha una lunga storia di misteri da raccontare e Tommy ed Austin si troveranno a dover descrivere quella storia che diverrà anche la loro.
Andare oltre in un thriller-horror come The Autopsy of Jane Doe significherebbe spoilerare pesantemente, anche perchè uno degli indubbi pregi del film risiede proprio nel costante e angoscioso lievitare della tensione.

venerdì 23 dicembre 2016

After the Storm ( Kore-eda Hirokazu , 2016 )




After the Storm (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Con After the Storm, transitato anche esso per Cannes, seppure nella sezione collaterale di Un Certain Regard, Kore-eda Hirokazu, prosegue nel suo ormai ventennale racconto sulle relazioni famigliari e sui loro sviluppi in rapporto al singolo individuo.
I film di Kore-eda hanno quel marchio talmente netto e inconfondibile da risultare da subito ben connotati, coerenti con la ricerca cinematografica del regista sia dal punto di vista del linguaggio che da quello dello stile.
Lungi dall'essere un limite , come da qualche parte viene riferito, la famigliarietà delle atmosfere e delle tematiche raccontate, sono per lo spettatore un modo per potersi calare senza grosse difficoltà nella trama della pellicola.
After the Storm in tal senso è l'ennesima prova della grande capacità del regista giapponese di raccontare una quotidianità talmente semplice da poter sembrare quasi banale, salvo poi accorgersi che quello a cui assistiamo è veramente il racconto di vite che dallo schermo vanno a stuzzicare le nostre corde interiori.


La storia ha per protagonista Ryota, un tempo romanziere di successo ma ormai da dieci anni svuotato di ogni ispirazione  e ridotto a svolgere un lavoro da detective privato da quattro soldi, dopo che la famiglia è andata distrutta con la separazione dalla moglie Kyoko e dal figlio Shingo che può vedere una volta al mese, giusto allo scadere del termine per pagare la rata mensile di sostentamento; come non bastasse Ryota è impelagato in maniera compulsiva con le scommesse dove sperpera quel poco che riesce a mettere insieme. Una vita insomma alla deriva, sulle orme di un padre , morto da poco, bugiardo e scommettitore incallito anche lui di cui neppure l'anziana madre che vive da sola riesce a serbare un ricordo positivo.
Ryota però ancora non riesce a farsi una ragione della separazione, spia la moglie col suo nuovo compagno e carpisce al figlio informazioni sulla donna.

mercoledì 21 dicembre 2016

Wang Mao / 我不是王毛 ( Zhao Xiaoxi / 赵小溪 , 2014 )




Wang Mao (2014) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Presentato al Festival di Shanghai nel 2014, Wang Mao solo nello scorso marzo ha visto la luce nelle sale cinesi; film indipendente a basso budget di un regista neppure tra i più conosciuti, è però un esempio tipico di lavoro intelligente che mostra un suo stile peculiare.
Ambientato nell'epoca dell'invasione giapponese nel nord ella Cina, il film si apre con il ritorno a casa di Gou Sheng, presso la famiglia adottiva che lo accolse alla morte dei genitori; il ragazzo ha trascorso 10 anni al Tempio Shaolin per imparare le arti marziali, ma in effetti , come riferisce, ha soltanto trasportato acqua per tutto quel tempo.
Guo Sheng ha solo un aspirazione nella vita: sposare Xinger la sorella adottiva per la quale il padre richiede però in dote una casa da costruire; quando l'Armata Nazionalista arriva nel villaggio per reclutare uomini da mandare al fronte il padre di Xinger propone a Guo Sheng di partire in guerra al posto del fratellastro Wang Mao, un sempliciotto mezzo scemo, e al ritorno potrà sposare la ragazza; l'arruolamento inoltre consente al protagonista di guadagnare qualche soldo per le future nozze.


Sopravvissuto quasi miracolosamente alla disfatta delle truppe nazionaliste Guo Sheng torna in paese, dove , tra l'altro, deve far fronte alle pretese su Xinger del capobrigata di villaggio, il tipico opportunista che si fa forza del ruolo di piccolo potere che ha.
Stavolta è l'esercito cinese fantoccio dei giapponesei che cerca reclute e Guo Sheng riparte in guerra intascando ancora qualche soldo, sebbene anche stavolta fugga ben presto, rifiutandosi di sparare contro i suoi connazionali.
Infine è la volta dell' Armata comunista , ma stavolta in Guo Sheng c'è forse anche qualche altra motivazione che lo spinge ad arruolarsi.
Nonostante il tono generale da commedia che anima il film il finale è all'insegna del dramma profondo e della inevitabile iniezione di retorica nazionalista antigiapponese.

domenica 18 dicembre 2016

Line Walker / 使徒行者 ( Jazz Boon / 文偉鴻 , 2016 )




Line Walker (2016) on IMDb
Giudizio: 7/10

Spin-off della celebre serie televisiva del 2014 della TVB HKese, enorme successo di pubblico e di critica, Line Walker del medesimo regista della serie TV Jazz Boon è un film che cerca di attingere ai sapori antichi del cinema di genere di Hong Kong; senza volere tornare a scomodare modelli ormai storici quali Infernal Affair, gli ingredienti della storia sono tra i più classici ed utilizzati per i crime movie della ex colonia britannica.
Coinvolgendo tre fra le star più amate , opportunamente miscelate con alcuni degli attori della serie Tv, Jazz Boon intesse un racconto imperniato su un nucleo investigativo della polizia impegnato nel tentativo di stroncare un traffico di droga; durante le indagini riemerge come un fantasma uno dei poliziotti infiltrati, dato per morto insieme ad altri colleghi nel momento in cui, per salvare gli infiltrati , uno dei capi, prima di morire, cancellò i loro dati dal computer centrale , lasciando così i poliziotti abbandonati al loro destino.


Colui che sotto il nome in codice Blackjack si spaccia per l'infiltrato e che sembra conoscere il codice per poter permettere il suo riconoscimento è al momento uno dei bracci destri di un potente gangster che tenta la scalata ai vertici della malavita locale.
I due oltre che compari di lavoro sono fortemente legati, perché nel passato un pericolo scampato assieme cementò in loro una profonda amicizia.
Quando però le cose inizieranno ad assumere un aspetto ben più articolato di quanto sembrava all'inizio, non solo la polizia, ma anche i gangster si troveranno di fronte a sorprese e a scelte difficili: forse essere un infiltrato non è un lavoro da evitare come la peste.
Come dicevamo il topos narrativo dell'infiltrato che si crea la nuova identità da malavitoso stringendo amicizie sincere ma pericolose è uno dei più utilizzati nel film di genere HKese, ed è un filone narrativo che di solito paga sempre, perché permette di sfruttare le ambigue e molteplici sfaccettature dei rapporti e delle situazioni che si creano: Line Walker non viene meno a questa regola, incentrando buona parte del racconto sul rapporto tra infiltrato e malavitoso.

giovedì 15 dicembre 2016

Xuan Zang / 大唐玄奘 ( Huo Jianqi / 霍建起 , 2016 )




Xuan Zang (2016) on IMDb
Giudizio: 7/10

La figura del monaco buddhista cinese Xuan Zang è prevalentemente conosciuta, soprattutto in ambito cinematografico, per essere stata ispiratrice di uno dei protagonisti del romanzo Viaggio in Occidente di Wu Cheng'en a sua volte fonte inesauribile di trasposizioni cinematografiche; il romanzo scritto circa 1000 anni dopo l'epoca Tang in cui il monaco visse è una versione mitizzata, fantastica, popolare e morale del viaggio che Xuan Zang compì per 16 anni verso l'India alla ricerca dei sacri testi buddhisti.
Ma al di là del personaggio quasi fantastico che ci viene presentato nel romanzo, la figura di Xuan Zang ha chiarissime connotazioni storiche in quanto lui stesso fu autore di un resoconto dettagliato del suo viaggio, popolato non solo di tematiche filosofiche e religiose ma anche antropologiche al punto che taluno ha visto nel monaco buddhista quasi un precursore di Marco Polo in versione orientale, oltre che un prezioso testimone di civiltà quasi sconosciute.


Sulla figura storica di Xuan Zang, quindi spogliata da compagni di viaggio immortali e demoni, il regista Huo Jianqi costruisce il suo racconto in quella che è la prima coproduzione indio-cinese, destinata quindi ad aprire la collaborazione tra le due cinematografie più grandi e ricche dell'oriente.
Il racconto parte dal momento in cui il monaco decise di intraprendere il viaggio, incoraggiato dall'imperatore , sfidando i rischi e i pericoli , forte del suo fervore.
Il prologo alla storia si svolge nei giorni nostri a Mumbai dove un giovane studente chiede presso una biblioteca universitaria il testo  scritto da Alexander Cunningham sulla antica geografia dell'India nella quale l'archeologo racconta come i suoi studi furono indirizzati dalle testimonianze di Xuan Zang.
Superando la ritrosia dei governatori delle provincie di confine inizialmente decisi a non concedere al monaco la possibilità di varcare i confini dell'impero , sottoposto in quell'epoca a frequenti attacchi dall'esterno, Xuan Zang riesce ad intraprendere il suo viaggio avventuroso tra banditi e il deserto del Gobi, carovane sulla via della seta e montagne impervie, riuscendo a raggiungere l'India fino al Tempio di Nalanda, meta finale del viaggio, dove sono conservate le sacre scritture.

lunedì 12 dicembre 2016

A Chinese Odyssey:Part Three / 大话西游3 ( Jeffrey Lau / 劉鎮偉 , 2016 )




A Chinese Odyssey: Part Three (2016) on IMDb
Giudizio: 4.5/10

Che bisogno aveva Jeffery Lau di riesumare dall'olimpo cinematografico in cui è relegato il suo dittico di A Chinese Odyssey da oltre vent'anni per dirigere questa ipotetica terza parte?
La domanda scaturisce spontanea al termine della visione di A Chinese Odyssey: Part Three ed in essa è contenuto tutto il giudizio sul film.
L'impressione forte è che l'ultimo lavoro di Lau sia una operazione commerciale estrema da parte di un autore geniale , che ha fatto la storia del cinema di Hong Kong e che sembra ora dibattersi in un periodo difficile con chiaro deficit di ispirazione.
Come non bastasse il richiamo alle due splendide opere , Lau , fedele al suo stile di piluccare qua e là, mette in piedi un racconto che ha molte affinità con il bellissimo Journey to the West: Conquering the Demons di Stephen Chow, che dei due capitoli di A Chinese Odyssey ( Pandora's Box e Cinderella ) fu l'interprete, con il risultato di rendere ancora più deludente la sua ultima fatica.


La Terza Parte di Chinese Odyssey infatti tratta di quanto avviene prima del viaggio ad occidente del monaco Xuanzang in compagnia dello Scimmiotto e dei suoi compari: un viaggio nel tempo per rimettere le cose a posto scompaginate dall'errata scrittura del fato da parte dell'Imperatore di Giada.
Demoni inquieti, umani che hanno viaggiato nel tempo e che vogliono cambiare il destino venendo meno alla legge di accettare tutto quello che il fato ha riservato, amori che uniscono demoni, immortali ed umani, un disegno divino da rispettare: di questo frullato narrativo si nutre la pellicola di Lau, sopraffatta da un digitale che definire invadente è poco, capace di mettere in un angolo persino un action director quale Corey Yuen.

domenica 11 dicembre 2016

Call of Heroes / 危城 ( Benny Chan / 陈木胜 , 2016 )




Call of Heroes (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Dopo aver ridato vigore al film di genere noir-poliziesco HKese con The White Storm nel 2013, chiaro omaggio del cinema eroico di John Woo e della New Wave di Hong Kong, con Call of Heroes Benny Chan dirige un film dal sapore antico, wuxia nel quale sono fin troppo evidenti, fino ad assumere i tratti della vera e propria citazione, i richiami allo Spaghetti Western e al Kurosawa de I Sette Samurai e di Yojinbo; Call of Heroes, pur essendo una chiara operazione commerciale da tipico blockbuster, è film che troverà molti estimatori perchè comunque le tematiche fondamentali del genere western, rivisitate in stile orientale ci sono tutte.
Il racconto parte nel 1914 , subito dopo la caduta dell'Impero Qing e con il paese di fatto in mano ai signori della guerra che soprattutto nel nord  tiranneggiavano come satrapi forti di eserciti personali, quasi tutti retaggio del disfacimento della macchina militare imperiale.


In una piccola città cercano riparo i sopravvissuti di una strage compiuta dall'esercito guidato da Cao Shaolun, figlio di uno dei signori della guerra più sanguinari, tra i quali un gruppo di ragazzini scampati al massacro per merito della loro insegnante; il villaggio , assente l'esercito ufficiale impegnato in una campagna bellica , è sotto il controllo di Yang Kenan, vero e proprio alter ego degli sceriffi di frontiera, insieme al suo piccolo manipolo di uomini.
Yang gestisce il villaggio con metodi pacifici e orientati al buon senso e al rispetto della giustizia; quando come un fantasma vestito di bianco , di mattina presto nel villaggio giunge il famigerato Cao che uccide in una taverna tre persone tra cui un ragazzino e la intrepida insegnante che aveva salvato gli scolari, Yang non può fare a meno di incarcerarlo, subendo ben presto le minacce dei generali dell'esercito di Cao giunti a liberarlo.

lunedì 5 dicembre 2016

Crosscurrent / 长江图 ( Yang Chao / 杨超 , 2016 )




Crosscurrent (2016) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Crosscurrent è un film difficile; lo è perchè è una di quelle opere che fa appello non alla razionalità , ma allo spirito, alle emozioni, azzerando domande che potrebbero sorgere spontanee durante la visione: chi è quella ragazza? chi ha scritto quel diario? cosa significa quel gesto? Dimentichiamoli quesiti del genere perchè il racconto del film è un incedere di emozioni trasportate con la stessa calma e la stessa regolarità con cui il grande Fiume Azzurro dà vita alle migliaia di imbarcazioni che ogni giorno lo solcano lungo gli oltre 5000 km del suo corso.
Yang Chao mette al centro della sua opera lo Yangtze, da noi in occidente conosciuto come Fiume Azzurro, lungo il quale il giovane Chun opera come trasportatore con la sua barca, poco più di un ammasso di ferraglie: il viaggio inizia a Shanghai, dove il fiume sfocia  e risalendolo, scandito da un diario che ci ricorda i giorni di navigazione e le città in cui fece tappa un ignoto (forse...) viaggiatore del fiume che Chun trova all'interno della nave, ci porta fino alla sorgente.


Ogni città mette l'uomo di fronte ad una donna , sempre immutabilmente la stessa che fa pensare ad una elaborazione di un amore tormentato e perduto; ed è così che il fiume diventa l'arteria principale dell'esistenza di Chun attrverso quel diario dai tratti scoloriti; alle sorgenti del fiume, fra le nevi del Tibet il viaggio termina e trova (forse...) un'epilogo della storia intima del protagonista.
Dalle nebbie notturne di Shanghai dove il fiume offre il suo alveo ad una miriade di navi e ad una vita che pullula nei porti e lungo le rive, fino alle città della provincia attraverso una vastità che prende le sembianze del mare, dai suoi mille meandri che si allargano dal corso principale fino alle Tre Gole dove l'uomo ha osato modificare la natura, il fiume porta con sè riflessioni sul buddhismo, monasteri, miti, leggende, ma soprattutto un ribollire di sentimenti , rabbia e dolore, speranza e malinconia: i versi che Chun legge dal diario riecheggiano la poesia della letteratura classica cinese, dove la passione si perde nella nostalgia e nel dolore.
I due protagonisti si inseguono sulle rive del fiume, si incontrano, si amano, si abbandonano, ed il viaggio di Chun è lo scorrere guidato dal fiume dei suoi sentimenti; An Lu, la donna, cerca risposte dai monaci buddhisti sul peccato e sulla fede, forse perchè ha compiuto il primo e perso la seconda, il rincorrersi dei due protagonisti accompagna il nostro lento immergersi in una atmosfera che ondeggia tra l'onirico ed il fantastico.

sabato 3 dicembre 2016

Sully ( Clint Eastwood , 2016 )




Sully (2016) on IMDb
Giudizio: 7/10

Il 15 gennaio del 2009 il comandante Chesley "Sully" Sullenberger alla guida del volo US Airway 1549 partito dal Fiorello La Guardia di New York e diretto a Charlotte, si rese protagonista di un episodio di quelli che, dopo appena sette anni è già storia dell'aviazione civile: col velivolo in panne in seguito allo scontro con uno stormo di oche canadesi avvenuto pochi minuti dopo la partenza, decise di tentare l'ammaraggio nello Hudson, nel cuore di New York , convinto che la situazione non permettesse nè un ritorno all'aeroporto di partenza nè un atterraggio di emergenza in uno degli altri scali limitrofi .
L'incredibile operazione andò a buon fine, tutti i 155 passeggeri si salvarono e nell'arco di poche ore Sully fu elevato a rango di eroe a furor di popolo.


Il racconto di Clint Eastwood prende il via dai giorni seguenti l'incidente, quando Sully e il suo copilota furono chiamati a rispondere della loro azione di fronte alla agenzia federale che si occupa della sicurezza dell'aviazione civile: immerso nella gelida New York il protagonista vive il trauma post incidente popolato di incubi notturni, nei brevi periodi di sonno che riesce a concedersi, di dubbi e di incertezze sul suo operato, nonostante per tutto il paese sia ormai un personaggio leggendario.
Attraverso dei flash back che ci riportano a quei pochissimi minuti nei quali si consumò l'incredibile evento, assistiamo alla vivisezione psicologica di un uomo che lungi dall'essere e dal sentirsi un eroe mostra le sue debolezze e i suoi dubbi, alimentati dalla commissione di inchiesta che gli imputa un comportamento imprudente in quanto i dati in loro possesso sembrano dimostrare che esistesse la possibilità di effettuare un atterraggio di emergenza più convenzionale in uno degli aeroporti dell'area di New York.
Lungi dall'essere un classico disaster movie e tanto meno uno di quei lavori intrisi di retorica di facile presa, Sully è una opera che cerca di mettere al centro del racconto la figura umana del pilota, personaggio molto aderente alla carrellata di protagonisti eastwoodiani prodotta nella pludridecennale carriera dal regista.

giovedì 1 dicembre 2016

Il Cittadino Illustre [aka El Ciudadano ilustre] ( Gaston Duprat , Mariano Cohn , 2016 )




The Distinguished Citizen (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Daniel Mantovani è il primo scrittore argentino a ricevere il Premio Nobel per la Letteratura, alla cerimonia ufficiale, in rigoroso abito anticonvenzionale, lo scrittore pronuncia un discorso intriso di acida polemica e che suona come pietra tombale sulla sua attività di artista: l'avere avuto un simile riconoscimento da parte di scrittori, accademici e persino reali è sinonimo di omologazione, quindi la sua opera di artista è finita, pronto per la statua ed il museo.
Dopo cinque anni Daniel è ancora inattivo, vive pigramente a Barcellona dove la segretaria gli elenca i numerosi premi assegnatogli, le interviste richieste e le manifestazioni letterarie cui è invitato e che con fare annoiato e altezzoso regolarmente rifiuta; solo l'invito da parte della città di Salas , 800 km da Buenos Aires, dove nacque e dalla quale fuggì ormai 40 anni orsono sembra suscitare in lui un barlume di interesse.


Qualche giorno dopo Daniel, da solo, arriva a Salas, accolto come una delle grandi glorie della nazione ( Maradona, il Papa e Messi) : la città gli conferisce la cittadinanza d'onore anche perchè tutti i suoi romanzi sono ambientati in questa squallida e provinciale cittadina.
Qui Daniel incontra vecchi amici di infanzia, il suo amore giovanile e una serie di personaggi che in un modo o in un altro sembrano legati alle sue opere, realtà tangibile della sua opera di fantasia.
L'iniziale fervore col quale viene accolto, condito di surreali pacchianate, ben presto lascia spazio ad un crescente rancore perchè in fondo Salas è un luogo che nei ricordi e nella fantasia dello scrittore appare un concentrato di rozzezza e di volgarità che infastidisce i suoi abitanti.
Nel breve volgere di qualche giorno lo scrittore vedrà scorrere davanti a sè il suo passato e un presente fatto di una realtà che sembra addirittura voler superare la fantasia.

martedì 29 novembre 2016

The Donor / 捐赠者 ( Zang Qiwu / 臧启武 , 2016 )



Giudizio: 8/10

Dopo il successo ottenuto al Festival di Busan, anche il Torino Film Festival cinge la corona sulla testa dell’esordiente Zang Qiwu per il suo The Donor, film duro, spietato e drammaticamente poetico nel suo formalismo tutt’altro che astratto.
Prima di tessere le lodi di questo lavoro, di certo fra i migliori visti in questo anno cinematografico, va riconosciuta al Festival di Torino la capacità di perseguire imperterrito nella sua opera di divulgazione cinematografica alla quale troppe rassegne hanno ormai rinunciato: alla faccia degli strali , quasi sempre italici, sul presunto elitarismo di certi festival, sulla noia che suscitano certi film, soprattutto asiatici, la giuria del Festival ha ritenuto giusto rimanere ferma sul caposaldo che dovrebbe animare ogni rassegna, quello di presentare lavori e cinematografie che altrimenti rimarrebbero emarginata dai circuiti commerciali, stimolando la curiosità di coloro che non si accontentano più di un semplice pellicola mainstream buona per tutte le stagioni e tutti i gusti.


The Donor è film che attraverso la disamina di un problema che assilla la Cina da anni, quello del traffico di organi per trapianti, va ad analizzare una realtà ben più grande, quella di un paese in cui la corsa al consumismo porta larghe fette della popolazione a folle velocità verso il baratro, azzerando principi etici e morali, fino a superare ogni steccato.
In The Donor il protagonista è un silenzioso e mite uomo di mezza età, Yang , che svolge la sua attività di meccanico in una piccola bottega di periferia, assillato, come larga parte della popolazione cinese, dal problema del sostentamento della famiglia: il figlio è prossimo a sostenere l’esame di ammissione al collage e la moglie , da buona donna di casa, è attentissima alle finanze di famiglia.
Yang decide quindi di vendere un suo rene ad un “riccone”, nuova classe sociale della Cina capital-comunista, il quale vuole a tutti i costi salvare l’amatissima sorella gravemente malata; soldi in cambio del rene e la riconoscenza di Li Daguo, il riccone, e della sorella, il tutto all’oscuro della famiglia.
Sembra la svolta della vita, se non fosse che il trapianto fallisce e Li Daguo, tornerà a chiedere l’aiuto di Yang.

venerdì 25 novembre 2016

Old Stone / 老石 ( Johnny Ma / 马楠 , 2016 )




Old Stone (2016) on IMDb
Giudizio: 8/10

L’inquietante stormire di fronde di una enorme distesa boschiva apre il film a marchiare da subito un racconto che affonda nel dramma più gelido e tagliente; la stessa immagine la vedremo svariate volte negli ottanta minuti della pellicola, a rammentare quella inquietudine  quasi spaventosa e tragica.
Poi c’è un uomo fermo con la sua auto lungo una strada che osserva con attenzione una moto parcheggiata sulla quale poco dopo sale un altro uomo: il pedinamento ha inizio.
Tre mesi prima: Lao Shi un tranquillo uomo di famiglia investe un motociclista col suo taxi, spaventato dalle condizioni dell’uomo che giace sull’asfalto e sommerso dal vociare dei curiosi, visto che l’ambulanza non arriva, carica il ferito in macchina e corre all’ospedale, dove grazie alla tempestività dei soccorsi questi viene salvato; per Lao Shi il compito di pagare il conto delle prime spese, altrimenti l’uomo non verrà operato; questi è un immigrato da un’altra provincia e i famigliari non sono rintracciabili.


Dal momento in cui Lao Shi informa la polizia e l’assicurazione inizia per lui una odissea nella giungla della burocrazia e dei cavilli legali: aver agito in quel modo è stata una imprudenza perché non ha seguito le norme che regolano i risarcimenti assicurativi e la sua diventerà una battaglia come quella di Davide contro Golia, dalla quale inizialmente terrà fuori la moglie , fino a quando il conto in banca non sarà prosciugato, i soldi che sarebbero serviti per comprare un locale dove la moglie potesse aprire il suo asilo nido.
Una battaglia di coscienza che diventa poi di sopravvivenza e che come tale condurrà a scelte tragiche , scalfendo quella scorza di persona integerrima che riveste il protagonista.

domenica 20 novembre 2016

Lazy Hazy Crazy / 同班同學 ( Luk Yee-sum / 陆以心 , 2015 )




Lazy Hazy Crazy (2015) on IMDb
Giudizio: 5.5/10

Luk Yee-sum è stata negli ultimi anni costante collaboratrice come sceneggiatrice di Pang Ho-Cheung: Women Who Flirt , Vulgaria e Love in the Buff sono i lavori più recenti nei quali compare come autrice; per il suo debutto all regia, Pang produttore come si conviene per i collaboratori più stretti, Luk sceglie un film che potremmo definire in maniera molto vaga un dramma giovanile, quindi ben lontano dalle tonalità dei lavori di Pang più recenti.
Lazy Hazy Crazy, rigorosamente storia vera come specificato all'inizio della pellicola, si incentra sull'amicizia fra tre teen agers, appena diciottenni e all'ultimo anno della scuola superiore; mentre due di esse Chloe e Alice sono due tipette sveglie e già rotte a tutte le esperienze e si guadagnano da vivere prostituendosi, Tracy si dichiara vergine ed è quindi bonariamente, ma neppure troppo, derisa dalle altre due.


Se qualcuno leggendo l'incipit pensasse al solito film in stile Pang fatto di pesanti allusioni, di scene pruriginose e di dialoghi da osteria portuale farà bene ad evitare la visione: il film di Luk è invece una alquanto pretenziosa disamina dell'universo post adolescenziale femminile nel quale la prostituzione va di pari passo con la scoperta dell'identità sessuale, condita dalla tematica sociale; le tre ragazze infatti provengono tutte da una realtà famigliare complessa: una di esse vive con la nonna, l'altra vive da sola, la terza ha i genitori che vivono all'estero, quindi il procurarsi i soldi diventa una necessità ed il sesso la strada tutto sommato più semplice per raggiungere l'obiettivo.
Su questo scenario la regista innesta la storia d'amore che vede tutte e tre le ragazze invaghite dello stesso compagno di scuola, il quale da buon maschio vive questo rimbalzare da una all'altra con un certo compiacimento.

sabato 19 novembre 2016

Thanatos,Drunk / 醉.生夢死 ( Chang Tso-chi / 張作驥 , 2015 )




Thanatos, Drunk (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Film tra i più premiati ed osannati dell'anno, tanto in Occidente che in Asia, Thanatos Drunk del regista taiwanese Chang Tso-chi, autore tra i più interessanti di quella New Wave che ha cercato di riportare agli antichi splendori il cinema di Taiwan, vincitore per due volte del prestigioso Golden Horse, è film che fa del suo verismo e del racconto di emarginazioni e disagi il suo fulcro narrativo.
Il film si apre con una intensa scena che vede protagonisti Rat e la madre: il primo è uno sfaccendato in cerca di guai, la seconda una alcolizzata che vive nel ricordo di una giovinezza e di un uomo che sono ormai  solo passato remoto; la madre si preoccupa per il figlio in maniera ossessiva, quest'ultimo sopporta con fastidio le attenzioni pressanti della madre, rinfacciandole che lei vedeva solo per il fratello emigrato in America un futuro degno.


Il preambolo al film è essenziale: notiamo come Rat sia stranamente attratto dalle formiche, come la sua esistenza sia sempre ai margini, come la figura materna sia colossale e invadente nella vita del ragazzo; finito il prologo ritroviamo Rat e il fratello tornato dall'America perchè la madre è morta.
Negli States Shenghe è stato mollato dal fidanzato e ora lavora a Taipei in un gay pub come ballerino, tra i due fratelli sembra esistere solo indifferenza; entrambi sono  più rivolti verso il fidanzato della cugina  Shuo, che vive con loro, un gigolò da bar che allieta ricche signore in cerca di passatempi viziosi.
E' su questo triangolo tutto maschile che si imbastisce la storia di Thanatos, Drunk, un racconto fatto più di intensità emotiva e silenzi che altro: tutti i personaggi, anche quelli di contorno cercano una via d'uscita dalla condizione in cui si trovano, quella di emarginati e di alienati. 
Rat ha una relazione con una prostituta muta sempre in mezzo ai guai di cui lui si prende cura e che difende dagli oltraggi, Shenghe e Shuo cadono rispettivamente uno nelle braccia dell'altro alla ricerca di una intimità di affetti che intorno a loro non esiste e che genera una aridità sentimentale che raggela; la cugina dei due fratelli disapprova la vita scelta da Shuo fin quasi giungere alle estreme conclusioni; ma su tutto aleggia il senso di morte , quello che suscita la figura materna , che in un confuso alternarsi di flashback, si concretizza nella scena del suo ritrovamento da morta.

giovedì 17 novembre 2016

Pale Moon ( Yoshida Daihachi , 2014 )




Pale Moon (2014) on IMDb
Giudizio: 6/10

Rika è una grigia casalinga con un rapporto matrimoniale molto formale, dominato dalla figura del marito intento a scalare le posizioni nella rigida gerarchia aziendale nipponica; decide di iniziare a lavorare presso una banca nella quale le viene affidato il compito di recarsi a fare visita ai clienti proponendo investimenti di vario tipo; siamo nel 1994 negli anni che seguirono la clamorosa esplosione della bolla speculativa giapponese e che portò il paese sull'orlo di una crisi di grandissime proporzioni.
Rika però il suo lavoro lo svolge bene e riesce in breve tempo ad attirarsi la fiducia dei clienti e anche dei colleghi; durante la visita ad un facoltoso cliente incrocia per un attimo il giovane nipote di questo e quando l'incontro si ripete casualmente per strada la donna cade in una sorta di infatuazione per il ragazzo iniziando così una relazione per molti versi pericolosa.


Il giovane è uno squattrinato studente pieno di debiti contratti per andare al college e la donna, educata cristianamente ed infervorata dal potere della beneficenza sin da ragazzina, decide di aiutarlo e di conseguenza legarlo a sè; per fa ciò rompe quel sottile steccato che circonda chiunque maneggi i soldi per professione e con una serie di imbrogli sapientemente costruiti inizia una nuova vita all'insegna non solo della beneficenza, ma soprattutto del lusso e del divertimento: week end in alberghi da capogiro, spese folli, ristoranti e vini costosi, persino una casa in affitto dove i due piccioncini si ritrovano.
Naturalmente la pacchia non può durare a lungo: il ragazzo si stanca della prigione dorata e soprattutto la banca, grazie ad una collega di Rika, particolarmente scrupolosa e pignola, scopre l'imbroglio e la mette con le spalle al muro.
Finale su duplice binario: da un lato il confronto con la collega che di fatto l'ha messa nei guai nel quale si filosofeggia sul potere del denaro e sull'illusione che esso crea, dall'altro una situazione assolutamente forzata ed inutile che chiude il film e che vorrebbe chiudere soprattutto il cerchio.

mercoledì 16 novembre 2016

While the Women Are Sleeping ( Wayne Wang , 2016 )




While the Women Are Sleeping (2016) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Kenji, scrittore di successo seppur in crisi di ispirazione, e la moglie Aya, editrice, si concedono una vacanza in una nota località di mare del Giappone; a bordo piscina del confortevole resort la donna, con acutezza tipicamente femminile, nota una coppia composta da un uomo più che maturo e una giovinetta, padre (o forse nonno...) verrebbe da pensare, probabilmente invece amanti.
Se Aya ha dato prova di acutezza e di interesse, è Kenji che col passare del tempo diventa sempre più interessato alla coppia, fino al punto di inseguirla per le vie della cittadina fino ad un ristorante da dove la vede uscire e nel quale farà uno strano e curioso incontro col proprietario che sembra ben conoscere la coppia.


La curiosità di Kenji diventa morbosa allorquando dalla finestra della stanza, da autentico voyeur , nota l'uomo piazzare una telecamera di fronte alla ragazza che dorme.
Un incontro in piscina tra i due ci porterà a sapere che Sahara, l'uomo della telecamera, un inquietante Kitano Takeshi, da tempo ogni sera registra la ragazza mentre dorme perchè vuole riprendere il suo ultimo giorno, dichiarazione piuttosto enigmatica e angosciante.
Da quel punto in poi While the Women are Sleeping diventa un susseguirsi di realtà, fantasia, visioni, immaginazione, morbosità, voyuerismo e gelosia fino a giungere ad un finale che seppur frettoloso e raffazzonato sembra comunque indirizzare lo spettatore verso la soluzione dei numerosi dubbi che aleggiano fino alla conclusione della storia.
Tratto dal racconto dello scrittore spagnolo Javier Marias, l'ultimo lavoro di Wayne Wang, giramondo del cinema approdato per la prima volta in Giappone, è strutturato come un diario settimanale, periodo nel quale si svolgono gli eventi.

lunedì 14 novembre 2016

UFO in Her Eyes / 她眼中的UFO ( Guo Xiaolu / 郭小橹 , 2011 )




UFO in Her Eyes (2011) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Nel Villaggio dell'Uccello a Tre Teste nella provincia dello Guanxi la contadina Kwok Yun dopo l'incontro con l'amante, il preside della scuola, consumato nel caldo tra l'erba, trova una strana pietra che sembra ghiaccio ed attraverso essa, scrutando il cielo crede di vedere uno strano e misterioso oggetto volante; quando riferisce l'accaduto alla segretaria del partito locale questa ovviamente avverte le autorità centrali di Pechino che mandano sul posto un funzionario ad indagare.
Lo stesso giorno Kwok Yun salva la vita ad un occidentale morso da un serpente curandolo presso casa sua prima che l'uomo scompaia.
Il fantomatico incontro ravvicinato con l'UFO e il salvataggio del turista americano che si farà vivo per ringraziare la donna offrendo una bella quantità di denaro alla comunità, fanno di Kwok Yun una eroina, eletta subito a "contadina modello", rango ambitissimo nella società rurale cinese, retaggio del maoismo.


Il racconto di UFO in Her Eyes procede quindi sul duplice binario dell'indagine condotta svogliatamente dal funzionario centrale, sbalordito dagli strani eventi che accadono e visti attraverso il suo personale bianco e nero ( non a caso...) e lo sviluppo del villaggio come centro turistico, condotto con grande tenacia dalla segretaria di partito Chang, molto attenta ai suoi interessi di carriera politica.
Kwok Yun verrà addirittura agevolata nella sua tresca col preside, favorendo il divorzio di quest'ultimo e il matrimonio con la sua amante, perfetto connubio socio-politico tra una illetterata contadina e un uomo di cultura, vero superamento dei retaggi della Rivoluzione Culturale.
Geniale , divertente e ironico sguardo su una Cina provinciale in pieno tumulto, ossessionata nel suo progredire verso un futuro materialistico, il lavoro di Guo Xialu, autrice anche del romanzo cui la pellicola si ispira, è uno tra i lavori senza dubbio più interessanti tra quelli che hanno preso di petto la condizione di una realtà ancora intimamente legata alle tradizioni ma che vorrebbe correre alla velocità della luce verso il futuro.

domenica 13 novembre 2016

Perfect Number [aka Suspect X] ( Bang Eun-jin , 2012 )




Perfect Number (2012) on IMDb
Giudizio: 6/10

Liberamente ispirato al romanzo dello scrittore giapponese Higashino Keiko, grande successo editoriale del 2005, e tradotto anche in Italia col titolo Il Sospettato X, Perfect Number del coreano Bang Eun-jin è un thriller psicologico sebbene la sua struttura sia quella del thriller classico con tanto di morto, sospettato, movente oscuro, e detective votato alla causa della risoluzione del giallo.
Hwa-sun è una giovane donna che vive insieme con la nipote adolescente, alle spalle un passato turbolento in hostess bar e un matrimonio naufragato per le ripetute vessazioni che doveva subire, ora nonostante tutto ha un lavoro in un ristorante take-away e sta cercando finalmente di cambiare vita; nella casa attigua vive un silenzioso e schivo professore di matematica, un tempo brillante e geniale promessa della scienza; l'uomo nutre una sommessa e non dichiarata passione per Hwa-sun fin dal giorno in cui questa si trasferì nell'appartamento confinante col suo.


Quando il marito della donna ricompare  con intenti bellicosi questa lo ucciderà in uno scontro che avviene nella casa; il professore attraverso le sottili pareti ascolta tutto e si offre di far sparire il cadavere e di gestire la situazione, richiedendo alla donna e alla sua giovane nipote la fiducia più completa nel suo operato.
A dirigere le indagini un detective che fu compagno di università del professore di matematica, situazione questa che creerà qualche problema nella gestione del caso, soprattutto perchè il poliziotto ben conosce la mente raffinata e per certi versi diabolica del suo ex compagno di studi.
Come si vede la storia mette sul piatto della bilancia tutto ( o quasi ) sin dall'inizio, motivo per cui lo svolgimento della trama è tutto incentrato sui meccanismi che si creano e che debbono condurre alla soluzione del caso.

Shinjuku Swan ( Sono Sion , 2015 )




Shinjuku Swan (2015) on IMDb
Giudizio: 6/10

Kabukicho,il quartiere di Tokyo a luci rosse nel distretto di Shinjuku, è un purgatorio di anime erranti: non solo love hotel, locali per massaggi e night club dove si consumano divertimenti proibiti, ma anche il rifugio di persone alla ricerca di qualcosa che dia una svolta alla loro vita; una di queste è Tatsuhiko, capitato lì quasi per caso e senza neppure i soldi per tornare a casa; preso di petto da una banda di teppistelli viene salvato dall'intervento di Mako , personaggio di spicco di una organizzazione dedita al reclutamento di ragazze per i locali del quartiere; spinto da un afflato di simpatia per il ragazzo lo pone sotto la sua protezione e lo avvia alla carriera di reclutatore, grazie alla quale si possono ottenere buoni guadagni sulle percentuali del lavoro delle ragazze assoldate, diventando di fatto un protettore.


Tatsuihiko entusiasta e riconoscente col suo benefattore per il colpo di fortuna piovutogli addosso entra quindi nella organizzazione che gestisce il giro delle ragazze sotto la protezione della yakuza , ben presto però si renderà conto degli sporchi disegni che stanno alle spalle della lotta tra organizzazioni rivali , oltre che sperimentare sulla sua pelle come i problemi si risolvano quasi sempre a colpi di cazzotti e calci.
Tatsuiko però è anche un cuore tenero, una specie di cavaliere errante senza macchia  spinto dai suoi principi e dai suoi sentimenti che si farà coinvolgere sentimentalmente con una delle ragazze reclutate e soprattutto dovrà far fronte al passato che riaffiora nei rapporti con un reclutatore della organizzazione avversaria.
Tra i lavori diretti nel 2015 frenetico di Sono Sion questo Shinjuku Swan è probabilmente il meno incisivo: tratto da un manga di Ken Wakui già adattato ad una serie Tv giapponese di alcuni anni fa, pronto il sequel che vedrà la luce probabilmente il prossimo anno, il lavoro del regista nipponico è una storia che galleggia stabilmente tra lo yakuza movie e il racconto sulla ribellione giovanile, nel quale però manca quasi totalmente il tocco personale tipico dell'autore.

giovedì 10 novembre 2016

Knight of Cups ( Terrence Malick , 2015 )




Knight of Cups (2015) on IMDb
Giudizio: 6/10

Presentato alla Berlinale del 2015, arriva anche in Italia la penultima opera di Terrence Malick, Knight of Cups, quarto film negli ultimi sei anni del regista americano che  sembra aver trovato un ritmo più sostenuto nella scrittura dei suoi lavori, creando una sottile scia nella quale The Tree of Life, To the Wonder e appunto Knight of Cups sembrano collocarsi su una medesima ricerca di linguaggio e di tematiche.
Introdotto da una parabola in stile cristiano e suddiviso in capitoli ognuno dei quali prende il nome da una carta dei tarocchi, Knight of Cups è la storia di uno sceneggiatore di successo di Hollywood in piena crisi personale: personaggio totalmente agli antipodi del regista Rick vive tra feste, aperitivi in piscina, vacuità, belle donne e spiagge sull’Oceano, lusso ostentato che non lo salvano però da una profonda crisi esistenziale nella quale si dibatte come fa il pesce nell’acqua bassa; ogni azione, ogni momento trascorso sembrano approfondire sempre più il suo disagio e la sua deriva.


La figura di Rick viene raccontata attraverso le donne della sua vita, più o meno importanti, e attraverso il rapporto difficile col fratello e col padre: in ognuno di questi segmenti narrativi che si rincorrono l’uomo sembra sprofondare inesorabilmente nell’abisso di una vita vuota e inutile; la macchina da presa lo rincorre  in quel suo vagare su stesso , sballottato da una parte all’altra di Los Angeles o perso nel kitsch di Las Vegas, il continuo movimento spesso circolare intorno al protagonista sta lì a raffigurare un gorgo centripeto dal quale uscire è impossibile.
La riflessione malickiana questa volta però, pur essendo intimamente legata ai massimi sistemi umani presenti nei due precedenti lavori, sembra un po’ meno intrisa di quel cristianesimo militante che alberga nell’intimo del regista, non a caso i richiami più religioso-filosofici sono al buddhismo; Knight of Cups è sostanzialmente una riflessione sulla deriva che la vita può prendere quando sfugge al nostro controllo e sul tormento che ne consegue; una ciclicità, questa sì ben rappresentata da Malick, nella quale tutto si ritrova in un punto di partenza immutabile.

lunedì 7 novembre 2016

Cock and Bull / 追凶者也 ( Cao Baoping / 曹保平 , 2016 )




Cock and Bull (2016) on IMDb
Giudizio: 8/10

In una ambientazione da western moderno girato nel Far East cinese Cao Baoping costruisce la sua ultima fatica: reduce dall'eccellente The Dead End , visto all'ultimo FEFF di Udine, stavolta il regista cinese vira verso un lavoro dalle tinte meno drammatiche ma , per la sua struttura , sicuramente più simile a quell' Equation of Love and Death che rimane a tutt'oggi probabilmente il suo film migliore.
La visione di  Cock and Bull è una piacevole e personale rivisitazione di stili cinematografici ben noti: c'è Tarantino per la struttura a capitoli, ci sono i migliori Fratelli Coen per le venature da dark comedy pervasa di assurdità, c'è Ning Hao che col suo No Man's Land è stato certamente il regista che più di ogni altro ha trovato ispirazione dal western americano; e per finire c'è anche un po' di quel wuxia moderno che Jia Zhangke ha introdotto in A Touch of Sin.


La storia di per sè semplice, addirittura banale si potrebbe dire, è plasmata da Cao in maniera intelligente attraverso una serie di prospettive ad incastri e di salti temporali che riescono ad intricarla in maniera crescente.
L'irruento e facinoroso Song, un meccanico di un piccola città della provincia cinese più tipica, viene chiamato in causa per la morte violenta di Cat un autista col quale aveva avuto diversi diverbi in passato: a puntare il dito su di lui è la moglie dell'uomo, sebbene  la polizia in primis creda poco a questa possibilità perchè Song sarà pure impulsivo ma è riconosciuto come un onesto lavoratore e bravo padre.
Per il poveraccio accusato dell'assassinio non rimane altro da fare che mettersi lui alla ricerca dell'autore del delitto in modo da poter salvaguardare il suo buon nome minato dalle chiacchiere che corrono veloci; per far ciò si mette sulle tracce della motocicletta di Cat , sparita dopo la sua morte, convinto che ciò lo porterà a rintracciare il colpevole.

venerdì 4 novembre 2016

Sole Alto ( Dalibor Matanic , 2015 )




The High Sun (2015) on IMDb
Giudizio: 8/10


Nonostante siano ormai passati molti anni dalla fine delle Guerre dei Balcani seguite alla disintegrazione della Federazione Jugoslava ed i paesi che ne presero parte siano per buona parte avviati verso lo sviluppo economico e democratico, il tema di quelle guerre, le più odiose perchè combattute in nome di una assurda contrapposizione etnica, ritorna ancora con una certa frequenza nelle cinematografie dei paesi balcanici, sintomo di un problema che ancora probabilmente non è superato sebbene dal punto di vista politico e della definizione puramente geografica dei confini sia indubbiamente stabilizzato.
Sole Alto del regista croato Dalibor Matanic si iscrive di diritto in quella lunga serie di opere pregevoli con la quale numerosi cineasti, delle varie anime culturali che compongono la realtà magmatica balcanica, hanno tentato di raccontare il finire del millennio in cui la guerra e l'odio sconvolsero i loro paesi.


L'approccio del regista croato è certamente tra i più originali e al tempo stesso profondi, soprattutto perchè evita tutto quella che è la iconografia classica della guerra e perchè affronta il tema di come anche l'amore debba soccombere di fronte all'odio di parte.
Le storie raccontate in Sole alto sono tre, regolarmente scandite da un lasso temporale di 10 anni: la prima tra un giovane croato e una ragazza serba alla vigilia dello scoppio della guerra nel 1991, quando l'odio montava pericoloso ed inarrestabile; la seconda ambientata nel 2001 alla fine della guerra quando la contrapposizione , dopo essersi nutrita di migliaia di vittime, è talmente radicata da impedire ogni seppur lontana possibilità di riavvicinamento: qui abbiamo la ragazza serba con la madre che tornano nella loro terra d'origine devastate dalla guerra e il loro incontro con un muratore croato che sistema loro la casa e verso il quale la ragazza non riesce a provare nulla che non sia un rancore abissale nonostante una crescente attrazione che si crea tra i due; ed infine siamo nel 2011 quando la guerra è ormai alle spalle, le nuove generazioni sulla spinta della rinascita tendono più a voltare le spalle alla storia che a guardarla in faccia, ma le ferite sono ancora difficili da guarire: il ragazzo croato torna a casa per una festa dopo una lunga assenza e si trova di fronte alla ragazza serba dalla quale è fuggito spinto anche dalla famiglia che male vedeva l'unione mista; forse è tempo di voltare pagina e superare i rancori e gli odi passati.

martedì 1 novembre 2016

Elle ( Paul Verhoeven , 2016 )




Elle (2016) on IMDb
Giudizio: 6/10

Da sedici anni ormai Paul Verhoeven è stato silenziosamente giubilato da Hollywood, dove a cavallo tra gli anni 80 e 90 aveva saldamente piantato le radici producendo alcuni tra i film di più grande successo: per Elle il regista olandese si affida ad una coproduzione tipicamente europea ( Francia, Belgio, Germania) costruendo un lavoro che per moltissimi aspetti ricalca i canoni più consolidati del cinema del Vecchio Continente.
Il film si apre con una rapidissima e violenta scena di stupro: Michele, donna di mezza età di quelle tipiche della nostra epoca improntata alla competitività e alla fiera affermazione di se stessi, subisce la violenza carnale nella sua casa da uno sconosciuto mascherato.


La donna è una manager di un casa di produzione di videogames, non troppo ben voluta sul lavoro dai suoi dipendenti, non tanto per il suo ruolo, quanto per il suo modo di agire improntato all'assoluto controllo quasi dispotico.
Anche nella vita privata Michele mostra la sua durezza e la tendenza a voler condizionare le scelte nella vita delle persone a lei più vicine: il figlio, l'ex marito , la migliore amica, tutto ciò che orbita intorno a lei deve essere sotto il suo stretto controllo decisionale.
Quando Michele scopre l'identità del violentatore, la donna instaurerà con lui un rapporto morboso e perverso che avrà comunque l'unica finalità di porre sotto il proprio controllo ossessivo anche lo stupratore ( non sarà difficile capire sin quasi da subito chi sia l'uomo mascherato).
Il finale del film scivola dal dramma più intenso al quasi lieto fine, consumato tra i viali del cimitero.

sabato 29 ottobre 2016

The Red Turtle [aka La Tartaruga Rossa ] ( Michael Dudok de Wit , 2016 )




The Red Turtle (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Nella tremenda tempesta che sconquassa il mare la piccola imbarcazione arranca tra le onde, il solitario occupante lotta disperatamente per non soccombere, si aggrappa alla barca e vien travolto, in un susseguirsi di onde alte come palazzi.
Finita la buriana l'uomo giace sulla sabbia di un'isola disabitata, dalla vegetazione lussureggiante e abitata da simpatici animaletti , il cielo solcato perennemente da uccelli in gran quantità.
L'isola non è così ostile verso la vita: c'è acqua dolce, c'è cibo sugli alberi e l'uomo solitario la gira in lungo e in largo per capire dove si trova.


I suoi tentativi di abbandonare l'isola su zattere improvvisate viene sistematicamente frustrata da un essere marino che gli distrugge le imbarcazioni di fortuna; la grossa tartaruga rossa sembra volere tenere l'uomo ancorato su l'isola.
In un accesso di rabbia e frustrazione l'uomo approfitta dell'uscita dall'acqua dell'animale per ucciderlo a bastonate, ma un sogno premonitore scatena in lui il rimorso.
Improvvisamente da quel guscio spunterà una donna dai lunghi capelli rossi con la quale l'uomo dopo le iniziali ritrosie riuscirà a trovare un contatto.
Qualche tempo dopo i due sono una famiglia, hanno un piccolo che zompetta felice sulla sabbia e seguiamo nel corso degli anni la loro semplice vita sull'isola, solo di rado sconvolta da eventi drammatici come lo tsunami.
Attraverso un percorso tipicamente circolare la storia si chiude ,nello stesso modo in cui il cerchio della vita ripete incessabile il suo corso.

venerdì 28 ottobre 2016

Al Final del Tunel [aka At The End of The Tunnel] ( Rodrigo Grande , 2016 )




At the End of the Tunnel (2016) on IMDb
Giudizio: 8/10

Joaquin vive da solo, ridotto su una sedia a rotelle, in una immensa casa piena di libri , con un grande giardino ormai incolto, nella quale sopravvivono i tragici ricordi della sua famiglia; trascorre il suo tempo nella cantina, che raggiunge con un montacarichi, armeggiando con apparecchi elettronici; unica compagnia Casimiro, il suo anziano cane malandato; per non essere costretto a vendere la casa per sanare i debiti, decide di affittarne una parte ad una giovane e avvenente donna con la sua bambina.
L'arrivo delle due persone, dapprima accolto quasi con fastidio dall'uomo, porterà in seguito ad un miglioramento della grigia vita piena solo di fumo di sigarette: Berta, la giovane donna, da parte sua non farà nulla per non dimostrarsi esuberante ed allegra, inscenando addirittura delle sinuose e provocanti lap dance sul terrazzo di casa alla presenza di Joaquin.


Ma Berta non è una donna in cerca di emozioni o di sentimenti, è il palo di una banda che sta scavando un tunnel sotto la casa per raggiungere il caveau di una banca attigua.
Quando Joaquin, insospettito da rumori e da voci provenienti dalla cantina, scoprirà il tunnel ,  i ruoli cambieranno, anche perchè Berta non solo è il palo, ma anche l'amante del feroce capobanda.
Da quel punto in poi Al Final del Tunel diventa un thriller a tutti gli effetti con tanto di colpi di scena e di finale ad alta tensione.
Il lavoro del regista argentino Rodrigo Grande è uno dei pochissimi che salvano la Festa del Cinema di Roma dal fallimento totale: non che si erga a capolavoro assoluto, semplicemente è una pellicola ben fatta, con una storia credibile, costruita con folgorante semplicità che dimostra come per confezionare un buon lavoro non sia necessario inventare chissà cosa, anche tenendosi nei canoni del thriller.
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