lunedì 27 febbraio 2017

Destruction Babies ( Mariko Tetsuya , 2016 )




Destruction Babies (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Il nichilistico racconto di Mariko Tetsuya sulla deriva giovanile della provincia giapponese, opera proveniente dall’ultimo Festival di Locarno, è uno tra i più interessanti lavori giapponesi di questi ultimi mesi, soprattutto per la scelta della prospettiva utilizzata per condurre avanti la storia dei due fratelli Taira e Shota.
I due ragazzi vivono da soli, padre morto giovane e madre sparita, in una piccola località di mare della provincia giapponese: Taira , il maggiore, è un piantagrane cronico , mentre Shota frequenta ancora la scuola; ad occuparsi dei due un uomo che li ha accolti dopo che erano rimasti soli e che ha offerto loro ospitalità.
Dopo l’ennesima rissa in cui viene coinvolto, Taira decide di lasciare il villaggio e di andare a cercare rogna nella vicina città di Matsuyama dove inizia a vivere come un homeless tra una rissa e un’altra scatenate spesso senza alcun motivo anche con gangster di provincia da quattro soldi.


Il suo comportamento asociale e violento trova un ammiratore e seguace in Yuya, un bulletto pavido e chiacchierone che rimane folgorato dalla violenza e dalla rabbia che Taira sprigiona.
I due iniziano quindi un pericoloso e drammatico viaggio nella notte che si trasforma in un crescendo di violenza e di degrado, proprio mentre il fratello minore Shota raggiunge la città alla ricerca della fratello.

sabato 25 febbraio 2017

The Great Wall / 長城 ( Zhang Yimou / 张艺谋 , 2016 )




The Great Wall (2016) on IMDb
Giudizio: 6/10

Preceduto da un bailamme mediatico scientificamente costruito esce anche in Italia, quasi in contemporanea con gli Stati Uniti, The Great Wall, ultimo film di Zhang Yimou, prima coproduzione ad altissimo budget sino-americana: l'impressione che la marea montante di notizie che ha preceduto l'uscita del film aveva contribuito a costruire si è rivelata perfettamente in linea con la natura della pellicola, una colossale operazione commerciale studiata con enorme cura di cui solo il tempo ci dirà gli effetti; insomma The Great Wall potrebbe diventare una di quelle opere che rimarranno nella storia del cinema, di certo più per le implicazioni commerciali sul mercato cinematografico che per il reale valore artistico.
Il racconto è incentrato su due mercenari occidentali, che inseguiti da guerrieri nomadi, si ritrovano ai piedi della Grande Muraglia, difesa dalle truppe imperiali schierate in maniera massiccia; quello che l'Impero Celeste teme non sono ovviamente nè i mercenari in cerca della polvere da sparo che i cinesi già utilizzano, nè tanto meno i guerrieri mongoli; la minaccia che incombe sull'Impero è l'orda di orridi esseri animali che ogni 60 anni, come una calamità, si presentano pronti  a superare l'ostacolo dell'enorme vallo per scorrazzare nell'impero: i Taotie sono esseri mitologici che riempiono le leggende cinesi e che in The Great Wall costituiscono il pericolo maggiore per la Cina, esseri nati dall'impatto di una meteorite e che rappresenterebbero l'avidità umana.


William e Tovar , i due mercenari, sono catturati ai piedi della Muraglia e prima che riescano a capire come fare per impossessarsi della polvere da sparo e scappare si trovano coinvolti nell'assalto dei mostri alla guarnigione di stanza sulla muraglia, dimostrando il loro valore in battaglia.
Tutto il film è il racconto di come le truppe imperiali cercheranno di arginare il pericolo impedendo ai mostri di raggiungere la capitale dell'Impero.
Non c'è contrapposizione tra occidentali ed orientali come si potrebbe superficialmente pensare: ben presto le due ideologie troveranno l'intento comune su cui confrontarsi, sebbene i due mercenari ci vengano presentati come i paladini dell'individualismo e i generali imperiali invece quelli del reciproco collettivismo; venendo meno alle ideologie yankees da "cowboy contro indiani" anzi assistiamo al trionfo dell'idealismo contrapposto all'essenza del mercenario, guerriero solo per soldi.

mercoledì 22 febbraio 2017

Paterson ( Jim Jarmusch , 2016 )




Paterson (2016) on IMDb
Giudizio: 7/10

Paterson, New Jersey, città di 150 mila anime che come tante località americane ha la sua storia da raccontare: qui avvenne il triplice omicidio che portò in galera Rubin "Hurricane" Carter, il poeta William Carlos Williams, uno dei letterati più importanti del primo novecento, e Lou Costello della premiata ditta Gianni e Pinotto, nacquero in questa città, Gaetano Bresci, l'anarchico che nel 1900 uccise a Monza il Re d'Italia Umberto I, soggiornò a Paterson prima di compiere il regicidio.
E a Paterson vive Paterson, autista di pullman dei trasporti pubblici della città: un uomo mite, abitudinario di cui seguiamo una settimana di vita nel racconto costruito da Jim Jarmusch.
Paterson ha una bella e creativa moglie, Laura ( Petrarca è nell'aria...) che dipinge arredi casalinghi , si diletta con artistici dolci e che sogna di diventare cantante folk; ogni giorno che trascorre è uguale a se stesso: una sveglia interna lo mette in piedi ogni mattina intorno alle 6.30, la breve passeggiata tra le vestigia delle gloriose fabbriche di seta che fecero della città uno dei centri più importanti del mercato tessile, ormai in disuso, il pullman che aspetta nel garage, il breve scambio di battute col collega che ha sempre qualche guaio di cui lamentarsi e poi le corse in città con il pullman, l'orecchio teso ai dialoghi che avvengono tra i passeggeri, siano essi il racconto di due playboy da strapazzo o di due studenti anarchici seguaci di Bresci, la pausa pranzo di fronte alla cascata del parco, il ritorno a casa e la cena, il giro col cane fino al bar dove si consuma una birra tra storie di vita.


Ma Paterson ha un potere che gli rende la vita particolare: l'amore per la poesia che lo porta a comporre versi negli intervalli delle sue attività quotidiane e soprattutto ad avere una visione "poetica " della vita; tutto quello che per qualsiasi altra persona sarebbe causa di insoddisfazione e di noia per lui è profonda ispirazione.
Nella settimana di vita di Paterson che vediamo puntualmente scandita giorno per giorno e attraverso gesti che si ripetono quasi meccanicamente, sono incastonati i versi che il protagonista compone di volta in volta a formare le sue poesie: la moglie Laura è la sua musa, l'effige di Dante Alighieri lo accompagna sempre, conservata nel piccolo bauletto nel quale trova posto il pranzo, il suo sguardo poetico che vaga per la città cercando qualcosa che ispiri poesia laddove per chiunque altro sarebbe solo qualcosa di noiosamente abitudinario.

domenica 19 febbraio 2017

La ragazza senza nome [aka The Unknown Girl] ( Luc Dardenne , Jean-Pierre Dardenne , 2016 )




The Unknown Girl (2016) on IMDb
Giudizio: 5.5/10

Nella grigia periferia di Liegi, Jenny svolge con cura e professionalità il suo lavoro di medico di famiglia; nel suo studio è associato anche Julien un laureando in fase di praticantato; quando una sera , ben oltre l'orario di apertura dello studio, qualcuno suona al citofono, Jenny decide di non aprire, causando nel suo giovane allievo un senso di disagio che diventa ribellione vera e propria quando la mattina dopo la polizia suona alla porta dello studio con la richiesta di visionare le immagini della telecamera di sorveglianza esterna in quanto nelle immediate vicinanze è stata trovata una ragazza morta che si scoprirà dai filmati essere colei che ha suonato la sera prima senza ottenere risposta.
Jenny subisce l'evento in maniera destruente: non solo rifiuta l'incarico presso una struttura prestigiosa, ma decide di mettersi alla ricerca di notizie sulla giovane donna senza nome e senza documenti morta sulle rive della Mosa probabilmente uccisa. Il suo è un tormento duplice: da un lato l'aspetto etico-professionale per avere di fatto rifiutato l'assistenza , dall'altro quello più intimo e civico che diventa vero e proprio rimorso per non aver aiutato la ragazza, causandone involontariamente la morte.


Indagando da sola e spesso intralciando le ricerche della polizia, Jenny cerca di scavare sotto quella foto che mostra la ragazza nell'atto di suonare il citofono, coinvolgendo nelle indagini anche i suoi pazienti, fino a giungere ad un punto in cui se il traguardo sembra vicino, i pericoli però diventano tangibili.
La ragazza senza nome, diretto dai fratelli belgi Jean-Pierre e Luc Dardenne, è lavoro che a fronte della sua edulcorata atmosfera da thriller, è di fatto un opera pienamente coerente con lo stile dei suoi autori; soprattutto dal punto di vista stilistico la pellicola è quasi un lavoro fotocopia dei tanti prodotti dai registi: macchina da presa sempre a braccare i personaggi, ambientazioni da periferia grigia , l'onnipresente sguardo umanistico  gettato sui protagonisti.
Jenny è la protagonista di una storia dove il rimorso e il tormento che nascono da una omissione professionale la conducono a contatto, ancor più di quanto la obblighi il tipo di lavoro, con una umanità malata di solitudine, di abbandono , incapace di uscire dalle sabbie mobili degli affanni che affliggono soprattutto quel proletariato che è da sempre il pabulum nel quale si svolgono le storie dei Dardenne.

venerdì 17 febbraio 2017

Chasuke's Journey ( Sabu , 2015 )




Chasuke's Journey (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Chini sul rotolo di carta, in un candore appena mitigato da una luce soffusa, una moltitudine di scrivani lavora senza sosta nella scrittura dei copioni della vita degli uomini: siamo in un paradiso governato in maniera alquanto tirannica ed esigente da una divinità che si diverte a stimolare gli scrivani imponendo cambi di stile nella scrittura; unico conforto per gli ex-uomini a schiena china è il te che una serie di inservienti serve loro, tra questi Chasuke, che in vita fu un gangster e che ora col suo lavoro servile sconta le sue colpe.
Chasuke di tanto in tanto sbircia le sceneggiature e qualcuno, in crisi di ispirazione gli chiede anche consiglio, trovandosi con le spalle al muro per le richieste bislacche del Superiore, e siccome le vite sulla terra sono tutte interconnesse basta una piccola modifica al copione che altri destini saranno segnati: e sarà così per Yuri una giovane donna alla quale Chasuke si è affezionato leggendone la vita.
Il piccolo deragliamento del copione finirà col decretare la morte della giovane donna per cui Chasuke si lancia sulla terra e in due ore dovrà cercare di cambiare il corso del destino.


Tornato sul pianeta dove visse, l'uomo , imbufalito per le disgrazie che gli sceneggiatori lasciano cadere sui poveri umani, decide non solo di salvare Yuri, ma anche di usare i suoi poteri eccezionali per risollevare le sorti di coloro cui il destino ha imposto una esistenza disgraziata.
Le avventure sulla terra, surreali, grottesche, raccontate con atmosfere da commedia in tipico gusto giapponese portano Chasuke ad affrontare le situazioni più improbabili: yakuza, schiere di questuanti che attendono il suo miracolo ( il miracolo dell'angelo, perchè il giovanotto se ne va in giro con un bel paio di ali attaccate), sfinimenti a colpi di vomito dopo aver usato i superpoteri, la vaga e al contempo inebriante sensazione di sentirsi un dio in terra e, naturalmente, l'amore.
Si puà cambiare il nostro destino beffardamente scritto da una masnada di idioti frustrati? Secondo Sabu sì e Chasuke's Journey ne è la dimostrazione cinematografica fantastica e surreale ma che in fondo, nascosta sotto i sorrisi e le situazioni assurde , appare possibile ed auspicabile.

mercoledì 15 febbraio 2017

A Violent Prosecutor ( Lee Il-hyung , 2016 )




A Violent Prosecutor (2016) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Il problema della corruzione a più livelli insita nella società  sta diventando una tematica ricorrente nel cinema coreano, come se ogni coperchio fosse saltato fragorosamente in aria ed abbia dato l'abbrivio ad una serie di lavori quasi sempre di grande impatto commerciale: dopo il successo di Inside Men e di Veteran , anche A Violent Prosecutor dell'esordiente Lee Il-hyung ottiene un enorme successo, risultando tra i film più visti nel 2016.
Il dubbio che il film sia stato costruito in maniera calcolata per sfruttare la scia dei due precedenti è più che fondato non solo per il tema affrontato , ma anche per la sua struttura che li ricalca in tutto e per tutto.
In questo caso siamo alle prese con un procuratore, Byun Jae-wook, grande lavoratore indefesso che si prende a cuore, anche troppo, i casi di cui si occupa e che è rinomato per essere un tipo dal carattere fumantino e incline alla vie spicce durante gli interrogatori.


Quando gli viene affidato il caso degli scontri tra polizia e manifestanti avvenuti   dove dovrà sorgere un complesso residenziale a scapito di una zona di interesse faunistico, Byun , intuendo l'infiltrazione da parte di provocatori nei manifestanti pacifici, mette sotto torchio un giovane arrestato; questi, malato d'asma, morirà nella notte e il procuratore verrà accusato di aver causato il decesso in seguito ad un interrogatorio troppo energico.
Confidando nell'aiuto da parte del procuratore capo, si dichiara colpevole e la corte lo condanna a 15 anni di galera.
Dopo cinque anni lo troviamo dietro le sbarre, dove dopo una accoglienza non certo amichevole, Byun ha intessuto la sua trama di amicizie, grazie ai consigli legali che ha dispensato a detenuti e poliziotti che gli ha consentito di essere visto come un detenuto di riguardo.
L'incontro con un truffatore appena giunto in carcere che sembra sapere qualcosa di quegli eventi di cinque anni prima porta Byun a mettere in atto un tentativo di riapertura del caso, grazie all'aiuto di Han, il truffatore, che riuscirà a far uscire di galera.

martedì 14 febbraio 2017

Arrival ( Denis Villeneuve , 2016 )




Arrival (2016) on IMDb
Giudizio: 7/10

Costruito intorno al simulacro monolitico di granito che richiama alla mente quello di 2001 Odissea nello spazio , fondendo atmosfere  che spaziano da Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo fino ad Interstellar con quelle ad impronta spirituale malickiane, Arrival del regista canadese Denis Villeneuve ambisce a porsi come sintesi di quel cinema che attraverso la fantascienza esplora lo sterminato tema della comunicazione e della reciproca comprensione.
I monoliti neri , giganteschi e fluttuanti a pochi metri da terra, sono dodici vascelli spaziali giunti sul nostro pianeta da non si sa dove e dislocati ai quattro angoli dell'orbe terracqueo: chi sono, cosa vogliono e soprattutto come comunicare con loro è il dilemma che attanaglia i governi dei paesi dove gli alieni hanno deciso di fare tappa. In America il monolite nero si è stanziato nelle praterie del Montana e per tentare di intraprendere un canale di comunicazione il governo americano decide di ingaggiare la dottoressa Banks esperta in lingue e comunicazione e il dottor Donnelly matematico ed astrofisico.


Il contatto con gli alieni, dei giganteschi eptapodi che sembrano dei calamaroni, avviene nella navicella attraverso un vetro che separa gli umani dalle creature extraterrestri: il linguaggio di quest'ultimi è qualcosa di totalmente diverso dal nostro, presenta una circolarità di tratti , quasi un disegno al cui interno risiedono le informazioni.
Nonostante gli sforzi la comprensione non è facile, anzi, sono più gli equivoci soprattutto quando gli alieni utilizzano termini che sembrano voler far riferimento a qualcosa che può portare a gravi problemi nei rapporti tra i paesi della terra.
I due scienziati saranno il baluardo dello sforzo comunicativo quando la tensione nel pianeta cresce e la sorte dei vascelli alieni sembra segnata.
Procedere oltre nel racconto del film sarebbe delittuoso , soprattutto perchè nell'ultima parte si inizia ad intuire qualcosa che troverà spiegazione completa nel finale e che darà la possibilità di interpretare nella giusta maniera gli eventi: basti sapere che la chiave della svolta narrativa sta nella struttura del linguaggio alieno, circolare e non lineare così come circolare è il concetto di tempo.

lunedì 13 febbraio 2017

Her Mother ( Sato Yoshinori , 2016 )



Giudizio: 7/10

Quando la giovane figlia viene uccisa dal marito praticamente sotto i suoi occhi, la vita di Harumi cambia in modo drastico e per sempre: l’atto compiuto dall’uomo è inspiegabile, anche se i due erano sul punto di separarsi e in sede di processo Koji, l’assassino , inculca il dubbio in Harumi accusando la figlia defunta di aver progettato l’omicidio del marito per riscuotere la polizza assicurativa sulla vita; le prove di quanto dice sono sul cellulare della donna morta. Harumi si separa dal marito subito dopo il delitto: rancori , sensi di colpa insanabili e accuse reciproche portano i due a dividere le loro strade. Harumi sa dove è il telefono ma essendo protetto da un codice non riesce ad accedervi e si guarda bene dal consegnarlo alle autorità; Koji è condannato alla pena capitale.


Sei anni dopo l’uomo è ancora in galera in attesa della applicazione della sentenza, Harumi vive da sola, con il solo conforto del fratello; il marito invece crede di avere trovato la pace grazie alla religione cattolica che ha abbracciato e millanta di aver perdonato l’assassino di sua figlia; Harumi invece ha sempre quel telefono che inizia a pesare come un macigno sulla propria coscienza, ma soprattutto non riesce ancora a farsi una ragione dei fatti avvenuti; decide quindi di andare a fare visita al genero in carcere e qualcosa nella sua mente si insinua: forse Koji è l’unico che riesce a capire il suo dolore e probabilmente è l’unico che può una volta per tutte chiarire quello che è successo  prima del delitto.

domenica 12 febbraio 2017

Jackie ( Pablo Larrain , 2016 )




Jackie (2016) on IMDb
Giudizio: 9/10

Giunto al suo settimo film anche Pablo Larrain decide di varcare cinematograficamente i patri confini e cimentarsi in un film in lingua inglese e coprodotto in America; per questa circostanza ha deciso di affrontare uno dei personaggi più famosi e importanti del XX secolo, Jacqueline Kennedy , moglie del presidente degli Stati Uniti d'America John Fitzgerald Kennedy, scelta impegnativa e coraggiosa oltre che piuttosto ambiziosa.
Jackie però non è un biopic  come da molte parti si è detto, è invece un personale ritratto della First Lady raccontato attraverso i quattro giorni che sconvolsero l'America, quelli che seguirono l'assassinio di JFK a Dallas nel 1963.


Con un approccio come sempre molto personale Larrain ci mostra attraverso la cornice di una intervista concessa ad un giornalista poco tempo dopo la morte del marito, una donna tornata ad essere ormai una comune cittadina americana che oltre a mettere a nudo i suoi stati d'animo e , in fondo, anche molte delle sue contraddizioni, offre la sua lettura personale ed intima di quei giorni drammatici.
Unico balzo temporale al di fuori di quei quattro giorni intercorsi tra l'omicidio e i solenni funerali è il racconto del reportage della CBS che Jackie concesse facendo compiere alle telecamere un tour della Casa Bianca che nel suo idealismo tutto kennedyano doveva diventare la casa del popolo.
Tutto il film scorre tra il presente dell'intervista ed il passato prossimo passando per l'omicidio di Dallas, il ritorno della salma a Washington, le esequie e l'addio alla Casa Bianca: unico punto fermo è la figura di Jackie fragile da un lato ma fortemente impegnata a costruire ed alimentare il mito di JFK, oppressa dalla potenza del potere  e di una famiglia quasi regale, confusa di fronte alla fede e sempre in bilico tra ipocrisia e sincero candore,
Nei suoi gesti e nella sua tenacia c'è il legame reciso col marito ma c'è anche il suo ruolo di First Lady, c'è la volontà di assimilare JFK ai grandi padri della nazione americana ma c'è anche l'ostinata pretesa di svolgere un rito funebre simile a quello di Lincoln per dare lustro al marito e a sè stessa.
Nel suo intimo racconto c'è spazio anche, forse , per la vanità, attraverso la convinzione che la mitizzazione di JFK portasse anch'essa su sull'altare della immortalità: il ritratto di Larrain, ben lungi dall'essere aplogetico e tanto meno cronaca spicciola, ci mette di fronte una donna sempre alle prese col dubbio, ma animata da una tenacia che va oltre la forza del potere.

lunedì 6 febbraio 2017

Knife in the Clear Water / 清水里的刀子 ( Wang Xuebo / 王学博 , 2016 )



Giudizio: 7/10

La regione Nord Occidentale cinese del Ningxia è quasi totalmente abitata da cinesi dell’etnia Hui di religione musulmana ed è per questo considerata regione a statuto speciale; attraversata dal Fiume Giallo e prevalentemente montuosa è una zona dall’apparenza arida e fredda, dominata dalle montagne e dagli altopiani dove si pratica l’agricoltura e la pastorizia.
Il film del regista esordiente Wang Xuebo, che fu il produttore di Tharlo  di Pema Tseden a sua volta qui produttore insieme a Zhang Meng e Derek Yee, è ambientato in questa regione , in una piccola comunità di contadini e pastori: alla morte della moglie del patriarca Ma Zishan, la famiglia decide che per onorarla come merita, alla fine del periodo di 40 giorni lutto previsti dalla tradizione bisogna sacrificare il vecchio bue di famiglia, lavoratore indefesso da tanti anni nei campi. Il vecchio Ma , pur volendo onorare la moglie, accetta obtorto collo la decisione della famiglia, perché vede nel vecchio animale un suo compagno di fatica fedele; più il giorno della cerimonia si avvicina più il vecchio Ma vede il bue con occhio compassionevole e cerca conforto anche nei consigli dell’Imam locale.


Secondo una antica leggenda l’animale poco prima di esser sacrificato vede la lama del coltello riflessa nell’acqua e quindi smette di mangiare e bere per giungere purificato al rito sacrificale: ed infatti il vecchio bue , a confermare la leggenda, all’approssimarsi del giorno fatidico rinuncia al cibo e all’acqua.
Un’ ultima passeggiata insieme al suo vecchio amico nel quale Ma vede riflessa anche la sua vita e la sua prossima fine sembra donare al vecchio contadino una dolorosa quiete interiore alimentata dalla visita alla tomba della moglie.
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