domenica 12 febbraio 2017

Jackie ( Pablo Larrain , 2016 )




Jackie (2016) on IMDb
Giudizio: 9/10

Giunto al suo settimo film anche Pablo Larrain decide di varcare cinematograficamente i patri confini e cimentarsi in un film in lingua inglese e coprodotto in America; per questa circostanza ha deciso di affrontare uno dei personaggi più famosi e importanti del XX secolo, Jacqueline Kennedy , moglie del presidente degli Stati Uniti d'America John Fitzgerald Kennedy, scelta impegnativa e coraggiosa oltre che piuttosto ambiziosa.
Jackie però non è un biopic  come da molte parti si è detto, è invece un personale ritratto della First Lady raccontato attraverso i quattro giorni che sconvolsero l'America, quelli che seguirono l'assassinio di JFK a Dallas nel 1963.


Con un approccio come sempre molto personale Larrain ci mostra attraverso la cornice di una intervista concessa ad un giornalista poco tempo dopo la morte del marito, una donna tornata ad essere ormai una comune cittadina americana che oltre a mettere a nudo i suoi stati d'animo e , in fondo, anche molte delle sue contraddizioni, offre la sua lettura personale ed intima di quei giorni drammatici.
Unico balzo temporale al di fuori di quei quattro giorni intercorsi tra l'omicidio e i solenni funerali è il racconto del reportage della CBS che Jackie concesse facendo compiere alle telecamere un tour della Casa Bianca che nel suo idealismo tutto kennedyano doveva diventare la casa del popolo.
Tutto il film scorre tra il presente dell'intervista ed il passato prossimo passando per l'omicidio di Dallas, il ritorno della salma a Washington, le esequie e l'addio alla Casa Bianca: unico punto fermo è la figura di Jackie fragile da un lato ma fortemente impegnata a costruire ed alimentare il mito di JFK, oppressa dalla potenza del potere  e di una famiglia quasi regale, confusa di fronte alla fede e sempre in bilico tra ipocrisia e sincero candore,
Nei suoi gesti e nella sua tenacia c'è il legame reciso col marito ma c'è anche il suo ruolo di First Lady, c'è la volontà di assimilare JFK ai grandi padri della nazione americana ma c'è anche l'ostinata pretesa di svolgere un rito funebre simile a quello di Lincoln per dare lustro al marito e a sè stessa.
Nel suo intimo racconto c'è spazio anche, forse , per la vanità, attraverso la convinzione che la mitizzazione di JFK portasse anch'essa su sull'altare della immortalità: il ritratto di Larrain, ben lungi dall'essere aplogetico e tanto meno cronaca spicciola, ci mette di fronte una donna sempre alle prese col dubbio, ma animata da una tenacia che va oltre la forza del potere.

"Debbono vedere cosa hanno fatto a mio marito" ripete quando ostinatamente indossa il tailleur rosa imbrattato di sangue al ritorno a Washington, quasi un sudario da mostrare per rendere il martirio tangibile così come non recede dal pretendere un funerale come quello di Lincoln, stesso percorso per le strade di Washington, compreso il cavallo bardato di nero, in sfregio alle norme di sicurezza per gli ospiti stranieri; "John ogni tanto andava nel deserto alla ricerca di tentazioni per mettersi alla prova, ma alla fine tornava sempre alla sua amata famiglia" alludendo alle relazioni extraconiugali del marito, a dimostrare che l'utopia idealista kennedyana era più forte di tutto.
E persino il richiamo a Camelot, attraverso un brano dal medesimo titolo di un musical che tutte le sere risuonava nella Casa Bianca, sta a dimostrare l'aderenza di Jackie al mondo ideale inteso da Kennedy, nonostante il duro realismo di Bobby Kennedy che ricorda alla cognata che alla fine non hanno fatto nulla nelle grandi battaglie planetarie.
Il ritratto di questa eroina drammatica che costruisce Pablo Larrain ha il grandissimo pregio di essere prima di ogni cosa un racconto che squarcia il velo sulla intimità personale di Jackie, mettendo in mostra i suoi lati più controversi e i tormenti più profondi, riuscendo a tirare fuori dal guscio l'essenza di una personalità complessa nella quale l'inadeguatezza e il forte temperamento si sono scontrati con la Storia.
A sottolineare in maniera netta l'intimità del racconto Larrain sceglie di utilizzare molto spesso il primissimo piano su Jackie, sia che racconti, sia che rappresenti gli eventi seguiti alla morte di JFK, mostrandoci i suoi sguardi , le contrazioni impercettibili del viso, le labbra che accolgono la sigaretta, i suoi silenzi e le sue mani sul volto, una vivisezione gestuale insomma alla quale regala tutta se stessa Natalie Portman in una interpretazione magnifica, degna di una attrice di smisurato talento; sulle sue spalle Larrain ha riposto la riuscita del film e la Portman ha saputo dare il meglio di sè.
A quaranta anni e con sette film alle spalle Pablo Larrain si erge in maniera inconfutabile e definitiva a grande protagonista della scena cinematografica, assumendo un ruolo da leader indiscusso tra i grandi registi contemporanei: dopo avere raccontato il suo paese attraverso la dolorosa esperienza della dittatura di Pinochet , avere affrontato il tema del potere della Chiesa e del castigo  nello splendido El Club , con Jackie , coerente con il suo stile personale, getta lo sguardo su un altro potere: quello del mito. 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Condividi