mercoledì 23 aprile 2014

Nymph()maniac Vol II ( Lars Von Trier , 2014 )

Giudizio: 9/10  (Giudizio sull'opera intera)

Con il Volume II usando con grande destrezza l’accetta Lars Von Trier, scinde la storia di Joe: la giovane ribelle ninfomane che vive la sua condizione con gioia ed euforia lascia il posto alla donna matura che si avvia con spirali sempre più fitte in un gorgo di insoddisfazione, di emarginazione e di dolore. 
Per raccontarci ciò il regista parte da una metafora religiosa, che risulta alla fine essere la vera chiave di volta di tutto il racconto: la discesa di Joe negli inferi della propria vita è come viaggiare da Bisanzio a Roma; la Chiesa d’Oriente è gioia e si identifica nella natività , quella d’Occidente è sofferenza e ha come simbolo supremo la Crocefissione.

Il viaggio di Joe da Bisanzio a Roma vede Charlotte Gainsbourg scendere in campo non solo come narratrice ma anche come protagonista della storia: ha appena avuto un figlio da Jerome, l’uomo cui aveva donato la verginità a 15 anni e rincontrato casualmente, l’uomo non è in grado di soddisfarla nella sua sfrenata sessualità e accetta che lei possa incontrare altri amanti; il gioco però dura poco , quando c’è di mezzo sentimento e marmocchi e Joe si ritrova da sola pronta a varcare la soglia della nuova frontiera , quella del masochismo, attraverso il quale riesce a ridare fiato al suo bisogno di orgasmi, non senza aver provato prima un grottesco tentativo di menage a trois interracial , momento surreale ed esilarante. Inserito tra le pieghe del racconto c’è persino il ricordo di un orgasmo mistico in età adolescenziale con tanto di ascensione e figure sacre che per Seligman però sono Messalina e la Gran Meretrice di Babilonia, progenitrici di tutte le ninfomani.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

sabato 19 aprile 2014

R100 ( Matsumoto Hitoshi , 2013 )

Giudizio: 8.5/10

Katayama è il tipico giapponese medio: lavoro ordinario in un negozio di articoli di arredamento per la casa, vita grigia con la sua immancabile borsetta al seguito, moglie in coma da due anni in ospedale, figlioletto di cinque anni alla cui cura è aiutato dal suocero. Forse per noia, forse per solitudine, forse per provare l'ebbrezza di una "botta di vita" un giorno varca la soglia di una porta che conduce ad un club dal nome inequivocabile, Bondage; all'interno un  concierge che detta le regole , promettendo piacere ed estasi: abbonamento annuale non rescindibile e , tra le altre, la regola principe, la sottomissione assoluta, succube inerme di quanto accade.
Da quel momento una serie di inquietanti personaggi femminili, in rigidissimo stile sadomaso si appalesano nei momenti più inopportuni dispensando botte, angherie varie, frustate, calci alle palle e sputi a fiumi procurando all'uomo una trasformazione estatica raffigurata dallo stravolgimento dei tratti somatici e dalla comparsa di una aura di beatitudine.

venerdì 18 aprile 2014

Onirica - Field of Dogs ( Lech Majewski , 2013 )

Giudizio: 6.5/10

Adam era un tempo un brillante accademico, studioso di letteratura polacca e appassionato della Comedia dantesca; poi il terribile incidente nel quale perdono la vita la sua amata Basia  e il suo caro amico Kamil lo fa piombare nella disperazione e nell'abbandono.
Ora passa il suo tempo lavorando in un supermercato, esilio nel quale si è autorecluso e dal quale fugge solo col sonno che ricerca in maniera quasi spasmodica: nei sogni la realtà diviene un'altra , diversa, da vita ai suoi desideri e soprattutto gli permette di incontrare i suoi cari.

Neppure la religione porta conforto, la sua esistenza è apatica, priva di qualsiasi emozione, l'unica persona , viva, con la quale riesce a confrontarsi è la zia, studiosa e appassionata di letteratura anch'essa.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

mercoledì 16 aprile 2014

Golden Chicken / 金雞 ( Samson Chiu Leung Chun / 赵良骏 , 2002 )

Giudizio: 7.5/10

Nello slang cantonese Chicken è sinonimo di prostituta; Kum è una di quelle, ormai ben oltre i 30 anni ed in parziale disarmo, che iniziò la sua attività negli anni ottanta ancora sedicenne; attraverso il suo racconto che abbraccia l'arco di due decenni conosciamo la sua storia personale e , intimamente legata ad essa e al suo lavoro, la storia di Hong Kong.
L'occasione per il racconto è data da un black out che intrappola Kum e un sedicente ladro che cerca di rubargli i soldi , all'interno di uno sportello bancomat: la donna, nonostante ormai l'epoca d'oro sia alle spalle è ancora pervasa di allegria ed ottimismo mentre l'uomo, attanagliato dai debiti è costretto a grotteschi tentativi di rapine; "ti farò sorridere con i miei racconti" dice la donna e partendo dagli anni ottanta inizia la narrazione di episodi quasi sempre comici legati al suo lavoro.
L'inizio all'epoca d'oro di Hong Kong dove si viveva come in un porto franco tra lo scintillio dei night club e i facoltosi ospiti in cerca di compagnia pronti a regali costosissimi , il riciclaggio attraverso le sale da massaggio, la decisione di Kum di dare al mondo un figlio che affiderà ad un facoltoso cliente che si mostra gentile con lei e chi si fa raggirare.

domenica 13 aprile 2014

The Five ( Jeong Yeon-sik , 2013 )

Giudizio: 6/10

Lo stesso autore del fortunato webcomic " The 5ive hearts" è il regista di questo thriller che più coreano non si può: le stigmate ormai riconoscibili al primo impatto ci sono tutte.
La bella famigliola di Eun-ha, madre , padre e figlioletta adolescente è lo stereotipo del tipico nucleo famigliare medio coreano: genitori che lavorano come creatori di mirabolanti effetti domino, ragazzina un po' ombrosa e alla ricerca perenne di una sua affermazione, una casa bella; tutto ciò un giorno viene spazzato via dalla follia di uno psicopatico che ammazza l'uomo e la figlia e lascia menomata a vita la madre, costretta sulla sedia a rotelle.
Poteva un prologo simile non introdurre il tema della vendetta?
Certamente sì, ed ecco che qualche tempo dopo Eun-ha , abbrutita dal dolore e dalla rabbia decide di accendere la miccia che deve portare alla catarsi.
Lo psicopatico di turno è un artista che si crede Dio: uccide per purificare e da vita ad orrende bambole che contengono l'anima ( e non solo) delle vittime, semplice spazzatura ai suoi occhi in preda al delirio di onnipotenza e vive in una specie di santuario-mattatoio dove c'è spazio per la carneficina e per le sue creazioni.

venerdì 11 aprile 2014

Giovane e Bella ( Francois Ozon , 2013 )

Giudizio: 7/10

Con puntualissima cadenza annuale ecco il quattordicesimo lavoro di Francois Ozon, autore certamente tra i più interessanti e prolifici del panorama cinematografico francese.
Giovane e Bella è un film che va ad esplorare con originalità e grande sensibilità il mondo adolescenziale all'interno del più vasto ambiente borghese della moderna Francia.
Il racconto è imperniato intorno alla figura di Isabelle una giovane e bella diciasettenne, figlia della borghesia media, con una famiglia tipo alle spalle , compresi i genitori separati; vive con la madre, il suo nuovo partner e  il fratello minore.
Di ritorno dalle vacanze estive, dopo che ha conosciuto, senza grande soddisfazione, l'ebbrezza del primo rapporto sessuale, la ragazza inizia a prostituirsi, in proprio, racimolando i clienti via internet: una escort con tutti i crismi insomma.
Quando la madre scoprirà l'attività di Isabelle, per la ragazza giunge il momento di dare un senso , forse, definitivo alle sue inquietudini adolescenziali.

martedì 8 aprile 2014

Tokyo Family ( Yamada Yoji , 2013 )

Giudizio: 8/10

A sessanta anni esatti dall'uscita di Tokyo Story, capolavoro di Ozu Yasujiro e uno dei più importanti lavori cinematografici di tutta la cinematografia orientale, il suo allievo più affermato, l'ultraottantenne Yamada Yoji dedica il suo personale omaggio al maestro con questo remake che è prima di tutto un grande ponte tra la classicità del glorioso passato di celluliode nipponico ed il moderno panorama in cui svariati eredi ( o presunti tali ) del grande regista ripropongono tematiche rivedute e aggiornate che a lui appartengono.
Yamada è anzitutto questo nel cinema moderno nel quale occupa un posto di primissimo piano: un testimone del cinema del passato riletto e rielaborato dopo mezzo secolo di storia che ha cambiato in modo straordinario la società giapponese.
Il remake, con qualche variazione strutturale tutto sommato marginale, è una rilettura in chiave Terzo Millennio di una società che sembra assorbire i suoi drammi e i cambiamenti con grande difficoltà ma al tempo stesso con vitalità inaspettata.
Va detto da subito che Tokyo Family è tutt'altro che un mero esercizio stilistico nostalgico o con intenti puramente rievocativi: Yamada è regista di grande spessore, che sa raccontare storie come pochi e quindi il suo è il modo più coerente di rendere omaggio all'indiscusso maestro.

lunedì 7 aprile 2014

An Ethics Lesson ( Park Myung-rang , 2013 )

Giudizio: 7.5/10

Una giovane ragazza morta, quattro uomini che in un modo o in un altro sono ad essa collegata; il thriller però dura poco, presto sappiamo come sono andate le cose, impresse in un filmato.
Il voyeur ossessionato vicino di casa che spia la ragazza con dispendio di telecamere e microfoni, l'ex fidanzato che non si rassegna alla rottura, il nuovo amante, uno stimato professore universitario con famiglia che i reperti biologici inchiodano come colpevole e un impresario-magnaccia-strozzino che come fiuta la possibilità di fare soldi con ricatti e minaccia si fionda nel caso anima e corpo. Ognuno dei quattro possiede il suo punto di vista , segue le sue convinzioni e i suoi impulsi e quando , presto, si capisce come sono andate realmente le cose dal thriller si scivola repentinamente nella dark comedy.
Chi si ostina a definire An Ethics Lesson come un thriller prende un abbaglio, così come la definizione di commedia tarantiniana ha poca aderenza; semmai col procedere della storia si ha , a volte , l'impressione di esser capitati nel bel mezzo di una pellicola nera coeniana, forse meno raffinata, ma con la sua dose di sarcasmo e di dileggio per i protagonisti.

domenica 6 aprile 2014

The Keeper of Lost Causes ( Mikkel Norgaard , 2013 )

Giudizio: 7.5/10

Quando The Keeper of Lost Causes fu presentato all'ultimo Festival di Locarno, la critica riservò una accoglienza quasi entusiasta, risultando per taluno addirittura il miglior film della rassegna; il motivo è presto spiegato: il lavoro è un pregievole thriller come raramente capita di vedere di recente, molto ispirato a canoni di genere anni 90, in cui il gioco di prospettive prende il sopravvento e contribuisce a sostenere la trama.
Thriller classico , come dicevamo, ambientato in Danimarca che risente di quell'atmosfera un po' buia e tetra che i film scandinavi spesso portano con sè; la regia è di un apprezzato mestierante della Tv con numerose serie alle spalle, alcune, pare di grande successo, che si ispira ad un romanzo di Jussi Adler-Olsen.
Il poliziotto Carl è un arcigno e scostante rompiscatole, testardo fino all'inverosimile col quale solo i due colleghi abituali riescono ad avere un minimo di rapporto confidenziale e di amicizia.
Una operazione andata a male che causa la morte di uno dei colleghi e il grave ferimento dell'altro diventa l'occasione giusta per i vertici di polizia per togliersi da mezzo Carl e relegarlo, dopo la pausa seguita alla tragica operazione, in uno oscuro scantinato pieno di scartoffie, il Dipartimento che si occupa di casi irrisolti, creato apposta per lui; ad affiancarlo Assad un altro poliziotto che cerca una rinascita da un passato buio.

sabato 5 aprile 2014

The Monkey King / 西游记之大闹天宫 ( Soi Cheang Pou-Soi / 鄭保瑞 , 2014 )

Giudizio: 6/10

Correva l'anno 2010 , quando un gruppo di società di produzione cinesi diede il via all'idea di portare sullo schermo la storia del Re Scimmia, uno dei personaggi mitologici più famosi della cultura popolare, protagonista di Journey to the West, opera  dell'epoca Ming che appartiene al gruppo dei Classici della letteratura e che spesso è stata fonte di ispirazione nel panorama cinematografico cinese.
Col tempo si è deciso di farne anche una versione in 3D per la quale sono state chiamate in causa crew hollywoodiane e , in tempo per il Capodanno Lunare, il film ha visto la luce nelle sale, risultando da subito un impressionante successo commerciale.
Da questo punto di vista il film è inattaccabile: grande spettacolarità, protagonisti di grande richiamo, lavoro commercialmente perfetto o quasi; per far ciò però la sceneggiatura, cui ha lavorato il compianto Szeto Kam-Yuen, pur rimanendo abbastanza fedele al testo letterario, ha evitato tutte le implicazioni religiose, morali e filosofiche che in esso sono contenute per farne uno spettacolo di pura fantasy in grande stile, adatto a grandi e piccini in vena di mirabilie.

venerdì 4 aprile 2014

Mortician / 临终囧事 ( Cub Chin / 钱江汉 , 2013 )

Giudizio: 7/10

Il piccolo Xiaobo viene colpito da un fulmine durante un funerale e il danno neurologico fa sì che non può più ridere; rimasto orfano dopo la morte della madre si prende cura di lui lo zio impresario funebre, tormentato per il senso di colpa per l'incidente di cui è stato involontaria causa. 
Anni dopo dal piccolo villaggio dello Yunnan zio e nipote emigrano in città per espandere e dare lustro all'attività funeraria.
Pieno di superstizioni e di paure il giovane Xiaobo prende servizio ufficialmente come assistente dello zio e trova nella camera mortuaria la sua nuova casa che ben presto si trasforma , ai suoi occhi, in un luogo abitato di fantasmi che però tali non sono, bensì curiosi e stravaganti collaboratori dello zio.
Nel microcosmo della camera mortuaria, presso cui è ambientato praticamente tutto il film, prendono vita le storie personali dei personaggi, capitati lì non per caso: il vecchio Wang, crematore ufficiale, che veglia sulla moglie morta e conservata in frigorifero e che non si vuole separare da lei  rimandando per anni la cremazione, la giovane e bella  ricomponitrice di cadaveri che vuole dare alla morte un volto meno brutto di quello che è, lo  zio che si affanna a mettere in piedi funerali "di lusso" perchè la morte è l'ultimo capitolo della vita e per onorare la vita bisogna rispettare la morte; lo stesso Xiaobo si convince che per uno che non può ridere l'unico lavoro possibile è quello accanto ai cadaveri.

mercoledì 2 aprile 2014

Nymph()maniac Vol I ( Lars Von Trier , 2014 )

“Questa è una versione censurata di Nymp()maniac cui non ha lavorato il regista” , poi schermo buio per due interminabili minuti prima che la scena iniziale del film prenda corpo. Bene, come inizio non c’è male; e come non bastasse la scellerata scelta della distribuzione italiana di proporre l’opera in due parti in due diverse date (il Volume II uscirà a fine mese), ora sappiamo per certo che il film “vero”, quello sotto al quale c’è la firma di Lars Von Trier, della durata complessiva di cinque ore e mezza, vedrà la luce (si spera) solo tra qualche mese.
Come provocazione iniziale non c’è proprio di che lamentarsi: Nymp()maniac , versione censurata, insomma nasce come una operazione di sfoltimento delle scene più esplicite da parte dei montatori, cui il buon Lars si è disinteressato e siccome si dice che la versione completa , dal punto di vista strutturale non aggiunge nulla, c’è da credere che i novanta minuti mancanti siano in realtà una sorta di film porno incastonato nell’opera completa.

E’ chiaro che per il giudizio complessivo del film si rimanda alla fine della visione del Volume II, troppo intimamente connessi sono i due segmenti, facenti parte di un unicum, sebbene diligentemente suddiviso in capitoli, per potere emettere una valutazione seppur parziale.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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