Giudizio: 9/10 (Giudizio sull'opera intera)
Con il Volume II usando con grande destrezza l’accetta Lars Von Trier, scinde la storia di Joe: la giovane ribelle ninfomane che vive la sua condizione con gioia ed euforia lascia il posto alla donna matura che si avvia con spirali sempre più fitte in un gorgo di insoddisfazione, di emarginazione e di dolore.
Per raccontarci ciò il regista parte da una metafora religiosa, che risulta alla fine essere la vera chiave di volta di tutto il racconto: la discesa di Joe negli inferi della propria vita è come viaggiare da Bisanzio a Roma; la Chiesa d’Oriente è gioia e si identifica nella natività , quella d’Occidente è sofferenza e ha come simbolo supremo la Crocefissione.
Il viaggio di Joe da Bisanzio a Roma vede Charlotte Gainsbourg scendere in campo non solo come narratrice ma anche come protagonista della storia: ha appena avuto un figlio da Jerome, l’uomo cui aveva donato la verginità a 15 anni e rincontrato casualmente, l’uomo non è in grado di soddisfarla nella sua sfrenata sessualità e accetta che lei possa incontrare altri amanti; il gioco però dura poco , quando c’è di mezzo sentimento e marmocchi e Joe si ritrova da sola pronta a varcare la soglia della nuova frontiera , quella del masochismo, attraverso il quale riesce a ridare fiato al suo bisogno di orgasmi, non senza aver provato prima un grottesco tentativo di menage a trois interracial , momento surreale ed esilarante. Inserito tra le pieghe del racconto c’è persino il ricordo di un orgasmo mistico in età adolescenziale con tanto di ascensione e figure sacre che per Seligman però sono Messalina e la Gran Meretrice di Babilonia, progenitrici di tutte le ninfomani.
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