mercoledì 31 maggio 2017

The Sleep Curse / 失眠 ( Herman Yau / 邱禮濤 , 2017 )




The Sleep Curse (2017) on IMDb
Giudizio: 7/10

Si riforma dopo venti anni la coppia Herman Yau-Anthony Wong in un film estremo, raro esempio ormai di Cat III gore e , ovviamente, il pensiero corre a The Untold Story e Ebola Syndrome che videro la stessa accoppiata confezionare due tra i lavori basilari del genere horror.
Inutile dirlo: l'attesa al FEFF era altissima, per un film che prometteva un tuffo nella violenza cruenta ed eccessiva tipica del genere.
Le vicende si svolgono nei primi anni 90: il dottor Lam è un illustre neurofiosiologo universitario specializzato nello studio del sonno che porta avanti attraverso esperimenti che trovano ben pochi sostenitori considerata la bizzarria che sta alla base dello studio: perchè l'uomo deve perdere un terzo della vita dormendo?
Bloccati i fondi per le sue ricerche, Lam trova un insperato stimolo  in seguito alla ricomparsa , dopo molti anni, di una sua vecchia fiamma, che si rivolge a lui proprio per le sue grandi conoscenze nel settore della neurofisiologia del sonno: la famiglia della donna, Monique, è tormentata da una strana forma di insonnia che ha già portato a morte alcuni membri della stessa.


Lam accetta di seguire la donna in Malaysia giusto in tempo per assistere alla morte del fratello ricoverato in ospedale; trafugato il cervello dell'uomo grazie ad una incursione notturna nell'obitorio ed inviatolo dentro un durian ad Hong Kong per posta, Lam inizia a studiare l'organo per capire se ci sono alterazioni nella sua struttura che possano spiegare l'insonnia che lo ha portato a morte.
Lam stesso, a dire il vero, soffre di insonnia accompagnata a terrificanti visioni, per cui decide di rivolgeresi ad una medium per mettersi in contatto col padre morto; anche Monique, insonne pure lei, prima di ricorrere a Lam aveva tentato tutte le strade , anche quelli ad indirizzo puramente irrazionale e di superstizione.
Quello che appare come un prologo del film è in effetti già quasi la sua fine, perchè tutta la parte centrale è il vero antefatto, un passato che getta la sua inquietante presenza sul presente e che affonda le sue radici nella Cina occupata dai giapponesi e alle atrocità commesse.

domenica 21 maggio 2017

Die Beautiful ( Jun Robles Lana , 2016 )




Die Beautiful (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Proprio nel giorno in cui viene incoronata reginetta in un concorso di bellezza, coronando il sogno della sua vita, Trisha , una transessuale filippina, muore improvvisamente per un aneurisma cerebrale.
Nel suo testamento spirituale, tramandato attraverso la sua carissima amica Barbs, Trisha esprime il desiderio che durante i setti giorni di veglia funebre venga vestita e truccata ogni giorno in modo diverso seguendo i modelli delle grandi star del cinema e della musica.
Partendo dalla fine il film racconta grazie a ripetuti flashback temporali la vita del giovane Patrick, nato maschio ma ben presto irresistibilmente attratto dal desiderio di diventare una donna: i duri confronti col padre che ovviamente non approva, l'abbandono della casa e l'inizio della convivenza con Barbs, anch'essa transessuale, il duro e spietato racconto della violenza di gruppo subita, l'ingresso nei circuiti delle esibizioni e dei pittoreschi concorsi di bellezza , l'adozione di una trovatella e l'affermazione come una delle più affascinanti transgender e la tormentata vita sentimentale.


La vita di Trisha è una battaglia condotta con decisione per l'affermazione della sua sessualità che spazzi via le ambiguità che la opprimono, è una vita fatta di sogni e di delusioni, di ammirazione e di emulazione per le grandi personalità dello spettacolo ma anche dell'impossibilità di essere accettata da tutti sebbene l'ambiente che la circonda è intriso di grande umanità e di fratellanza.
Seguiamo quindi Trisha nei momenti che generano sorrisi grazie ad alcuni dialoghi brillanti e divertenti e ad alcune situazioni al limite dell'esilarante ( i concorsi di bellezza ad esempio), ma la vediamo anche nella sua ricerca continua di accettazione che passa attraverso una nascosta ma ben presente crisi di identità che la porta a volere ogni volta prendere le sembianze di qualche grande star , prototipo di femminilità, che esalti la sua.
Nel presente vediamo Trisha solo e soltanto stesa nella bara, in una bizzarra camera mortuaria clandestina dove le amiche l'hanno portata per sottrarla al padre che con un estremo e ultimo atto di sfregio vorrebbe per lei un funerale da uomo; qui Trisha sembra vivere ancora, circondata dal via vai di trans e di amici che si occupano del suo trucco e della sua trasformazione ogni giorno: da Angelina Jolie a Britney Spears, passando per Julia Roberts; tutto quello che avrebbe voluto essere in vita prende corpo nella morte, persino un bellissimo e costosissimo abito da sposa che una tanto austera quanto generosa stilista di moda ( un bellissimo cameo della grande Eugene Domingo) le porta in regalo la fa assurgere ad autentica diva al punto di meritare dei selfie che i visitatori scattano davanti alla sua bara aperta.

mercoledì 17 maggio 2017

Satoshi: A Move for Tomorrow ( Mori Yoshitaka , 2016 )




Satoshi: A Move for Tomorrow (2016) on IMDb
Giudizio: 7/10

Ispirato alla figura di Murayama Satoshi, campione di shogi morto all'età di 29 anni,  Satoshi: A Move for Tomorrow è un lavoro che trova proprio nella sua ambientazione incentrata su uno dei giochi più antichi del Giappone, una sorta di scacchi che fa assurgere i giocatori professionisti a livelli di star nazionali, e sul racconto della figura di questo bizzarro personaggio un valido doppio binario intorno al quale la vicenda si svolge.
Personaggio a dir poco eccentrico, fuori le righe, dotato però di quella genialità pazzoide tipica dei soggetti talentuosi, Murayama sfidò non solo i più grandi campioni, ma anche se stesso e il suo destino segnato da una gravissima malattia contratta da giovane che lo portò a morte in seguito anche alla comparsa di un tumore alla vescica che lui , fieramente e sdegnosamente si rifiutò sempre di curare per non interferire col suo modo di giocare.


La sua sfida è stata col mondo dello shogi per scalarne le posizioni, con i suoi avversari, con un certo conformismo, ma soprattutto con se stesso per dimostrare che la sua tecnica di gioco e la sua bizzarria potevano trionfare in un ambiente così competitivo.
Quello che nel racconto sembra puro autolesionismo è invece la sfida delle sfide: dimostrare di poter determinare il propio destino grazie al suo smisurato talento nel gioco.
Cresciuto in provincia sotto la guida di un paterno maestro che ben presto intuì che il suo talento era di gran lunga superiore a quello di chiunque altro, Murayama si trasferì a Tokyo per poter dare la scalata definitiva ai vertici dello shogi: qui nonostante la sua scontrosità, il suo essere rissoso e trasandato, spesso addirittura sbandato, eccessivo in tutto ciò che faceva, riesce comunque a conquistare l'ambiente del gioco professionistico; il suo talento, che si esplicava in geniali atteggiamenti tattici durante le partite, insomma, cancellava tutto quanto di poco gradevole c'era in lui, compreso il suo aspetto da obeso trasandato e non incline a piegarsi alle convenzioni sociali.

lunedì 15 maggio 2017

Over the Fence ( Yamashita Nobuhiro , 2016 )




Over the Fence (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Yamashita Nobuhiro, ospite abituale del Far East Film Festival, è regista che pur senza raccontare storie che si distinguano per originalità o estrosità sa essere sempre molto personale nell'approccio ai personaggi e alle loro vite; il prototipo del personaggio principale di Yamashita è il classico sbandato che vive ai margini dove lo ha relegato una vita vissuta confusamente e che sembra essersi accanita con lui.
Anche in Over the Fence il regista giapponese non viene meno al suo stile e soprattutto alla costruzione dei protagonisti del suo racconto.
In una città di provincia ben poco attraente dell'isola di Hokkaido Shiraiwa ferquenta un corso professionale per falegnami che sembra più un centro di accoglienza per persone emarginate e sbandate; ha un matrimonio alle spalle finito male, un figlio che non può vedere e passa le sue giornate stancamente alla scuola e perdendo tempo, il classico personaggio che sembra avviato al naufragio interiore insomma.


Quando un collega del corso cerca di coinvolgerlo in una impresa imprenditoriale per acquistare un club, Sharaiwa si mostra molto poco convinto, nonostante le lusinghe del collega che lasciano intravedere una vita più agiata e brillante.
In un bar incontra Satoshi, una ragazza col nome da maschio che aveva già notato brevemente in strada mentre si esibiva nell'imitazione dei versi degli uccelli: la ragazza è senza dubbio carina , spigliata e all'apparenza sicura di sè, oltre a fare la cameriera nel bar Satoshi lavora pure come guardiana in un parco giochi con annesso un piccolo zoo.
I due iniziano a frequentarsi ma quando la storia approda ad un legame sentimentale quella che sembrava solo una ragazza stravagante si dimostra invece essere profondamente disturbata, vicino alla pazzia; i suoi scatti da folle scatenati dall'abulia di Shiraiwa nel rispondere alle sue pressanti domande sul suo passato non sembrano però allontanare di molto l'uomo dalla ragazza; tenacemente, e forse masochisticamente, il protagonista continua a cercare Satoshi nonostante le pesanti accuse che lei gli getta addosso riguardo al suo passato.

domenica 14 maggio 2017

Confidential Assignment ( Kim Sung-hoon , 2017 )




Confidential Assignment (2017) on IMDb
Giudizio: 7/10

La divisione delle due Coree è come sappiamo uno dei grandi argomenti che anche nel cinema trovano periodicamente spazio; Kim Sung-hoon , il regista di Confidential Assignment affronta lo spinoso caso affidandosi alla commedia d'azione: niente proclami patriottistici, nè drammoni storico-sociali, bensì una divertente storia che sa fondere il film d'azione con la commedia brillante, sostenuto dalla eccellente prova dei due attori protagonisti.
In Corea del Nord c'è una fabbrica che stampa dollari falsi sotto il controllo delle autorità, il capitano Lim viene inviato con la sua squadra nella zecca clandestina perchè si sospetta che un ufficiale a capo di una banda di malfattori voglia utilizzare le matrici delle banconote per usi personali; ne segue un sanguinoso scontro a fuoco che porta all'annientamento di tutta la squadra di Lim e alla fuga dell'ufficiale con la sua banda che si porta dietro le matrici.


Saputo che il traditore si nasconde in Corea del Sud le alte autorità nordcoreane inviano Lim sotto copertura al seguito di una delegazione ufficiale con l'incarico di scovare l'ufficiale traditore e riportare indietro le matrici; per mettere in pratica questa azione di polizia però il governo di Seoul, ignaro della reale pericolosità del fuggiasco, gli affianca  il detective Gang, tipico esempio di poliziotto goffo e ciarlatano che deve tenere d'occhio Lim e scoprire la vera natura dell'operazione.
Nonostante la premessa che potrebbe esser lo spunto per il classico spy-story, Confidential Assignment ben presto imbocca decisamente la via della commedia: d'altronde vedere assieme il rigido ed efficentissimo Lim con il fanfarone Gang già di per sè indirizza in tal senso la storia, quando poi i due superata l'ovvia diffidenza iniziale iniziano a capire che uno è necessario all'altro subentra anche un certo bizzarro cameratismo, sebbene una traccia di diffidenza rimanga viva.
L'arrivo di Lim a casa di Gang che si offre di ospitarlo è poi uno dei momenti più azzeccati di tutta la pellicola: moglie e sorella di Gang in deliquio di fronte all'indubbio fascino di Lim e anche la  figlioletta del sudcoreano ha da dire la sua in proposito e l'apparente inconciliabilità tra nordisti e sudisti dà luogo a frequenti equivoci.

sabato 13 maggio 2017

Mon Mon Mon Monsters / 報告老師!怪怪怪怪物 ! ( Giddens Ko / 九把刀 , 2017 )




Mon Mon Mon Monsters (2017) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

L'esordio di Giddens Ko nel cinema fu un successo strabiliante: You Are The Apple of My Eye fu cinque anni orsono uno dei film di maggior successo in tutta l'area dell'estremo oriente; l'incursione cinematografica di un noto scrittore che annovera schiere di fans sfegatati d'altronde non poteva passare inosservata.
Col secondo lavoro Giddens compie una rivoluzione a 180° : se i protagonisti del nostalgico film d'esordio erano infatti dei simpatici e per certi versi teneri studenti seguiti nel loro processo di crescita e di inserimento nella società, Monsters , partendo dallo stesso tipo di ambientazione, quello scolastico, ormai un punto fermo che caratterizza quel nuovo genere che è la commedia giovanile taiwanese, approda su lidi diametralmente opposti; i protagonisti di Monsters sono infatti cattivi, molto cattivi, anche quelli che non lo sembrano  e i mostri finiscono per essere meno detestabili di loro.


Shu-wei è uno dei bersagli preferiti dei bulli della scuola il che fa di lui una sorta di zimbello spernacchiato e maltrattato da tutti; per una pura coincidenza Shu-wei si ritrova a dover frequentare la banda di bulli che obtorto collo lo accoglie (si fa per dire...) con sè nelle attività di sostegno civico che la scuola impone ai studenti, i quali dal canto loro si può immaginare in che modo possano sostenere i vecchi rimbambiti che gli vengono affidati.
Una sera la banda si imbatte in due strane creature antropomorfe  dall'aspetto repellente che banchettano con carne umana; i bulli son talmente cattivi che riescono a catturarne una , la più piccola, che portano nel loro covo, una piscina con annessi locali spogliatoio in rovina, ambientazione tanto assurda quanto affascinante.
Qui scoprono che la strana creatura soffre al contatto con la luce e per passare il tempo si divertono a torturarla; la banda ha in Ren-hao l'indiscusso capo e nella psicopatica fidanzata di questo l'elemento più inquietante.

Mercury Is Mine ( Jason Paul Laxamana , 2016 )




Mercury Is Mine (2016) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Carmen è una donna di mezza età che gestisce un ristorante che si trova lungo la strada che conduce al monte Arayat, luogo frequentatissimo dai turisti per le numerose leggende che lo circondano compresa quella che favoleggia di un immenso tesoro sepolto in qualche parte; visto che gli affari vanno tutt'altro che bene, la donna passa il tempo ad immaginare di partecipare ad uno show televisivo dove si presentano succose ricette.
Una notte alla sua porta bussa un giovane bianco, che la implora di offrirgli un riparo per la notte.
La donna con riluttanza accetta e la mattina dopo il giovane si offre come suo cameriere pur di poter rimanere ancora per qualche giorno suo ospite.


Magicamente, ma non tanto poi, gli affari por Carmen tornano ad andare a gonfie vele per la presenza del giovane bamboccione dalle pelle chiara , gli occhi celesti e i capelli biondi, che funge da richiamo per i turisti: con il passare dei giorni il rapporto tra i due assume le sembianze di mamma e figlio per poi scivolare lentamente verso connotati più sottilmente morbosi con il passare del tempo.
Carmen si lega al ragazzo, il quale, ormai una piccola star, inizia a voler pensare di testa sua; inoltre nel passato del ragazzo c'è un macigno pesantissimo che verrà a galla e che Carmen cercherà di sfruttare per tenerlo legato a sè.
Appartenente alla schiera dei nuovi cineasti indipendenti del cinema filippino, Jason Paul Laxamana affronta con garbo e con ironia in Mercury is Mine il tema a forte impronta cultural-sociologica del rapporto tra bianchi e filippini, che si manifesta nella società quasi come una forma di razzismo al rovescio, legato a questo c'è la tematica del tentativo dei filippini di contrarre matrimoni misti, come a voler ripulire i propri connotati razziali.

venerdì 12 maggio 2017

Derailed ( Lee Sung-tae , 2016 )




Doo namja (2016) on IMDb
Giudizio: 7/10

Contrapposto a certo cinema coreano più mainstream nel quale abbondano l'epicità, l'azione e l'eleganza formale e strutturale e che, a ragione, ha raggiunto livelli tecnici da molti magnificati, esiste una quota di film che si affidano maggiormente a tematiche sociali rivolte soprattutto verso gli emarginati; senza scomodare il primo Kim Ki-duk abbiamo diversi esempi di tale prodotto, e Derailed , opera prima di Lee Sung-tae è uno di questi, quasi un'opera minimalista ambientata nei bassifondi e nella disperazione.
I protagonisti del racconto sono quattro giovanissimi che vivono di espedienti, dormono dove capita, mangiano nei ristoranti per poi scappare e si dedicano saltuariamente a qualche piccolo furto in seguito al quale ricevono spesso una bella dose di botte; non sono malavitosi, bensì degli emarginati che le famiglie hanno ripudiato e che  poggiano le loro esistenza solo sul fallace senso di libertà che li anima e che si traduce in una battaglia quotidiana per arrivare alla fine della giornata che gli regala un illusorio senso di vitalità.


Quando i quattro ( due coppie legate anche sentimentalmente) decidono di volare più in alto rubando una macchina si ritrovano ben presto nei guai: l'auto appartiene ad un piccolo boss sgangherato che gestisce un karaoke bar e questi non troverà molte difficoltà a rintracciare i ragazzi e chiedere il pegno: la bella Ga-young, fidanzata del leader  dei quattro, Jin-il, dovrà lavorare per lui come hostess nel suo locale; come non bastasse sulle tracce dei quattro si mette pure uno psicopatico di loro vecchia conoscenza che cerca vendetta.
Jin-il ogni giorno porterà al boss i soldi rimediati per poter riavere indietro la sua amata, e nel letame in cui sguazzano le loro vite, anche un piccolo boss che però ha il suo seppur distorto codice d'onore, può diventare un piccolo fiore.

Survival Family ( Yaguchi Shinobu , 2017 )




The Survival Family (2017) on IMDb
Giudizio: 6/10

Tokyo, una mattina come tante; una famiglia ordinaria è pronta ad iniziare la giornata: padre oscuro impiegato, madre casalinga , figli teenager in evidente fase di ribellione adolescenziale; un cellulare che non funziona, una lampadina che non si accende, l'ascensore fermo, i semafori spenti, le metropolitane bloccate: uno strano blackout si è impadronito della città, tutto ciò che necessita di energia per funzionare è fermo, persino le automobili.
Quando passata la giornata si intuisce che qualcosa di incomprensibile è avvenuto, il panico inizia a serpeggiare ed entro pochi giorni la città è in ginocchio.


A questo punto, lungi dal diventare il più classico dei disaster movie di stampo post apocalittico, la storia assume i caratteri di un peculiare road movie.
La nostra famigliola infatti, percorsa da attriti e da ostilità interne, decide di partire dalla megalopoli per raggiungere le località di provincia, precisamente quella dove vive il padre del capofamiglia, perchè pare che lì tutto funzioni.
La famiglia Suzuki, ripiombata in pieno medioevo dove vige la legge del baratto, si procura quattro biciclette ed inizia il lungo viaggio verso Kagoshima in riva al mare, percorrendo autostrade popolate da profughi che avanzano faticosamente a piedi.
Il viaggio, in aderenza al topos dominante del road movie, sarà l'occasione non solo di raggiungere la salvezza, ma anche di rinsaldare i deboli legami famigliari.
Indubbiamente lo snodo narrativo di partenza è interessante, pensiamo per un attimo cosa succederebbe veramente in una situazione del genere in qualsiasi parte del globo, e anche la scelta di Yaguchi di improntare il film affidandosi a toni da commedia è meritevole.

martedì 9 maggio 2017

Jailbreak ( Jimmy Henderson, 2017 )




Jailbreak (2017) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Il cinema cambogiano torna ad Udine per la seconda volta dopo lo storico esordio di due anni orsono con The Last Reel di Sotho Kulikar; la pellicola di quest'anno è però quanto di più lontano si possa immaginare dal nostalgico e a tratti tragico lavoro della Kulikar; a dimostrazione di una vitalità ritrovata che sta riportando il cinema Khmer ai fasti di un tempo, infatti, Jailbreak è un film tutto azione e frenesia che nulla ha a che vedere con le tematiche legate alla drammatica storia del paese.
Una probabile spiegazione di ciò sta nel fatto che il regista dall'anglosassone nome di Jimmy Henderson è un italiano emigrato, con molto coraggio occorre dire, circa 15 anni fa in Cambogia e che ha al suo attivo un altro paio di pellicole; di certo sulle sue spalle la storia recente del paese pesa molto meno, per cui non deve stupire che Jailbreak apre di fatto la strada al genere action in Cambogia.


Il film infatti è un puro action movie di quelli che sembrano mutuati da un videogame (qui pare sia successo il contrario, cioè il videogame è stato concepito a ridosso della uscita del film) in cui tutto l'impianto narrativo è funzionale alle scene d'azione, per altro molto ben costruite e che si configurano come i classici livelli di un gioco spaccatutto.
Quattro agenti vengono incaricati di scortare un criminale di nome Playboy in galera, un penitenziario nel quale è racchiusa la peggior feccia del paese, il criminale pusillanime sembra disposto a vuotare il sacco pur di evitarsi la compagnia in cella dei brutti ceffi, la leader suprema di un gruppo di procaci e cattivissime fanciulle inguainate di nero stile fetish, chiamato Butterfly, cui Playboy è legato, temendo che quest'ultimo vuoti il sacco, organizza per lui una bella accoglienza in carcere utilizzando i capobanda carcerati.

lunedì 8 maggio 2017

Soul on a string / 皮绳上的魂 ( Zhang Yang / 张扬 , 2016 )




Soul on a String (2016) on IMDb
Giudizio: 8/10

Dopo aver prodotto il bellissimo docufilm Paths of the Soul, il ritiro annuale di Zhang Yang in Tibet ha portato alla luce anche Soul on a String che idealmente, pur essendo lavoro diverso per molti aspetti, costituisce un dittico con il precedente, non solo per la ambientazione geografica , ma anche perché i due lavori sono fortemente intrisi di tematiche che partono dalla cultura tipicamente tibetana per approdare a questioni universali che riguardano l’essenza dell’uomo.
Sfruttando lo spettacolare scenario di natura che atterrisce e affascina allo stesso tempo, Zhang racconta una storia nella quale il motore principale risiede nella redenzione e nella ineluttabilità del karma personale.

Il protagonista è Tabei,un cacciatore solitario che entra in possesso di un prezioso amuleto cui il lama assegna come compito per ottenere la redenzione quello di portare la pietra in una regione cara per la religione buddhista, dandogli solo oscuri e sintetici indicazioni su come raggiungerla.
Tabe si porta dietro il karma famigliare segnato dall’omicidio compiuto dal padre, per cui la missione può essere per lui il passaporto per ottenere la redenzione.
Alle calcagna dell’uomo c’è però una coppia di fratelli, figli dell’uomo ucciso dal padre di Tabei, che , secondo le tradizioni tibetane, hanno fatto della vendetta il loro motivo di vita e di onore.
Tabei inizia il suo viaggio e a lui si unisce dapprima una giovane donna con cui ha diviso il letto, nonostante l’uomo, vero spirito solitario cerchi di dissuaderla e poi un ragazzino muto ma che possiede sorprendenti doti mediatiche e di preveggenza.

At The Terrace ( Yamahuchi Kenji , 2016 )




At the Terrace (2016) on IMDb
Giudizio: 8/10

Quando si parla di "teatro al cinema" solitamente si intende una qualche trasposizione cinematografica di un'opera teatrale che funge da ispirazione oppure di lavori scritti appositamente per il grande schermo che sono strutturati come una piece teatrale; At the Terrace è qualcosa di pù ardito se vogliamo, in quanto è la versione cinematografica di una piece teatrale di grandissimo successo dello stesso regista giapponese Yamauchi Kenji, il quale non fa nulla per rendere il lavoro più consono possibile al cinema; costruisce un proscenio su una bellissima terrazza di una villa signorile, usa il tendaggio delle finestre come fossero le quinte di un teatro e si affida totalmente ai dialoghi per la costruzione della sua storia.


L'operazione , è bene dirlo subito, ottiene un risultato notevole, risultando At the Terrace uno dei film più belli visti al Far East Film Festival 19.
Pochi personaggi che si alternano sul palcoscenico, spesso presenti tutti assieme: il padrone di casa Soejima, importante dirigente d'azienda, la procace e insinuante moglie Kazumi, Saito, un designer di successo e la bella moglie Haruko, un impiegato della Toyota di nome anch'esso Saito, dai tratti nevrosi e Tanoura , un tipo malandato che scopriremo esser appena dimagrito di molti chili in seguito ad un intervento di gastrectomia; nel finale si aggiungerà alla congrega il figlio dei padroni di casa un ragazzotto che fungerà da detonatore della storia dando il via al pirotecnico finale.
Quello che inizia come un quasi surreale racconto fatto di chiacchiere diventa ben presto un sottilmente sarcastico resoconto su vizi e virtù dei giapponesi: dapprima i giudizi sulle candide braccia di Haruki, poi, in rapida sequenza, le acide e provocatorie insinuazioni di Kazumi che mal tollera il ruolo da prima donna di Haruki stessa, le confessioni estorte sulle passioni personali, un languido ballo e confronti sempre più serrati dal quale affiora in maniera dirompente il conflitto tra le due donne, esposto con toni sempre più accesi e sempre meno improntati alla tradizionale educazione e discrezione nipponica.

domenica 7 maggio 2017

Duckweed / 乘风破浪 ( Han Han / 韓寒 , 2017 )




Duckweed (2017) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Xu Tailang è un pilota di rally affermato che con l'ultima vittoria si consacra campione; al termine della gara nota tra il pubblico il padre al quale rivolge acidi e risentiti ringraziamenti per aver tentato in tutti i modi di frustare la sua passione, al punto che da giovanissimo lo aveva fatto assumere come autista di ambulanze pensando di assecondare la sua aspirazione. Dopo la gara invita il padre sull'auto con la quale si lancia in una folle corsa che si conclude con uno schianto contro un terno.
Mentre giace moribondo in ospedale Tailang vede scorrere davanti a sè rapidamente la sua vita, in accordo con quanto comunemente si creda possa accadere in punto di morte; poi all'improvviso si ritrova gettato sul finire degli anni 90, pochi mesi prima della sua nascita.


Il primo incontro che fa nella sua città natale è il giovane padre, sfaccendato bulletto di quartiere che si atteggia a piccolo capobanda; Tailang sconcertato realizza che quella è l'occasione buona per poter finalmente vedere la madre che morì dandolo alla luce.
Ma la ragazza che è fidanzata col futuro padre ha un nome diverso e quindi si assume la responsabilità di compiere la missione di cambiare le sorti della storia altrimenti lui non verrà al mondo. Facile immaginare cosa possa accedere allorquando, ricorrendo anche a mezzi poco ortodossi pur di allontanare il padre dalla ragazza, il protagonista viene a sapere che quest'ultima prima di sposarsi cambierà nome, superfluo dire quale sarà quello che prenderà.

sabato 6 maggio 2017

Kung Fu Yoga / 功夫瑜伽 ( Stanley Tong / 唐季禮 , 2017 )




Gong fu yu jia (2017) on IMDb
Giudizio: 6/10

La premiata ditta Jackie Chan-Stanley Tong rinverdisce i fasti passati con un blockbuster di dimensioni colossali che va a proseguire nella scia delle coproduzioni sino-indiane di cui nel 2016 abbiano già avuto un'anteprima con Xuan Zang di Huo Jianqi. Kung fu Yoga è quindi prima di tutto una grande operazione commerciale come impone il blockbuster classico, un film di puro intrattenimento , rivolto alle famiglie che non a caso ha letteralmente sbancato il botteghino nelle festività del capodanno cinese.


Film nel quale si mescolano azione, demenzialità , botte e un pizzico, ma veramente un pizzico, di yoga tanto per dare un senso al titolo.
Jackie Chan interpreta il noto archeologo Jack che viene contattato da una avvenente dottoressa indiana che dichiara di avere una mappa che permette di ritrovare il tesoro scomparso di Magadha, della cui esistenza siamo messi al corrente in un prologo che sembra più un videogame che un film.
Jack mette in piede il suo team, cui aggrega anche il figlio del suo vecchio amico cercatore di tesori, che ha intrapreso la stessa carriera del padre, e parte per il Tibet e in un caverna di ghiaccio trovano l'ambito tesoro; qui dovranno però fare i conti con Randall un riccone indiano che rivendica per sè il tesoro in quanto appartenente alla casata di cui lui è erede in contrapposizione con la studiosa indiana che scopriremo esser anche lei di stirpe reale e quindi legata per vincolo famigliare al tesoro.

venerdì 5 maggio 2017

Someone To Talk To / 一句顶一万句 ( Liu Yulin / 刘雨霖 , 2016 )




Someone to Talk To (2016) on IMDb
Giudizio: 8/10

In un ufficio dell'anagrafe di una piccola città di provincia dello Henan due giovani dal volto radioso stanno per ottenere il certificato di matrimonio, accanto a loro un'altra coppia invece è pronta a divorziare "perchè non abbiamo più nulla da dirci"; i due sposini invece pieni di entusiasmo annunciano" ci sposiamo perchè parliamo molto e abbiamo tanto da dirci".
Dieci anni dopo la coppia di sposini ha una figlia , lui ha lasciato la carriera nell'esercito e fa il ciabattino, lei invece lavora come operaia in una fabbrica e soprattutto anche loro non hanno più nulla da dirsi; le grandi ambizioni sembrano tramontate, il clima pesante in casa crea malumore nella ragazzina e come non bastasse lui sospetta di una tresca della moglie.


Aiguo e Lina hanno dimenticato il loro sorriso radioso di dieci anni prima, il menage famigliare si trascina e quando il sospetto, che presto diventa certezza, che la donna abbia un'amante fa saltare in mente al marito l'idea di impugnare il coltello, non senza aver comunicato la notizia anche alla moglie dell'amante della consorte che per tale motivo tenta il suicidio bevendo un pesticida; per fortuna Aiguo decide di compiere la sua vendetta in maniera meno truculenta e dopo un iniziale diniego a concedere il divorzio accondiscende a patto che l'amante della moglie divorzi anche lui e possa occuparsi solo di Lina ; "quando ti ho sposato ho promesso che avrei avuto cura di te, quindi solo quando potrai sposare l'altro ti concederò il divorzio" proclama l'uomo mettendo il cappio intorno al collo della moglie.
Attraverso la storia di Aiguo e Lina, condita da interessanti e azzeccatissimi personaggi di contorno quali una sorella dell'uomo che alla soglia dei 40 anni è ancora nubile e che si affida agli appuntamenti programmati per trovare improbabili mariti e un amico cuoco che alla fine sposerà proprio la sorella, la giovane regista Liu Yulin, qui al suo primo lungometraggio, affidandosi ad un romanzo del famoso padre romanziere Liu Zhenzyun per l'occasione anche sceneggiatore, affronta quello che sembra essere uno dei temi che maggiormente ricorrono nel cinema contemporaneo: l'incomunicabilità che aumenta di pari passo con la illusione che la connessione globale ci renda tutti al centro dell'universo e capaci di interagire con tutto il mondo.

giovedì 4 maggio 2017

Shock Wave / 拆彈專家 ( Herman Yau / 邱禮濤 , 2017 )




Shock Wave (2017) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Scelto come film di chiusura del  19° Far East Film Festival, Shock Wave è stato visto dalla platea del Teatro Nuovo praticamente in contemporanea con l'uscita sugli schermi in Cina e Hong Kong, evento che ha fatto sì che il film risultasse uno tra i momenti più importanti della rassegna udinese.
Diretto da Herman Yau, probabilmente il più genuinamente hongkonghese tra tutti i registi, Shock Wave è opera ad alto budget, situazione nella quale il regista non molte volte si è trovato a confrontarsi, che rilancia l'action movie , genere che ad Hong Kong ha trovato tra i più grandi interpreti.


L'infiltrato di rito, l'agente Cheung, consente l'arresto di alcuni membri di una pericolosa banda dedita alle rapine, tra i quali il fratello del famigerato boss Peng Hong; dopo qualche tempo Cheung è rientrato nei ranghi della squadra anti esplosivi della polizia di cui risulta essere una sorta di leggenda e quando iniziano a verificarsi attentati dinamitardi in città il poliziotto è sempre in prima linea. 
Ma Peng ha in serbo ben altre imprese, tra le quali la più clamorosa, l'assalto al Cross Harbour Tunnel uno dei punti di collegamento tra Kowloon e la parte insulare della città con una squadra di mercenari e il posizionamento di una quantità abnorme di esplosivo all'entrata e all'uscita della galleria; il prezzo da pagare per evitare la strage è il rilascio del fratello, la vendita del governo del tunnel e soprattutto che le operazioni vengano condotte da Cheung, di modo da poter affrontare faccia a faccia colui che da infiltrato li tradì. Ben presto la storia prende la piega del confronto personale tra i due, tra sparatorie spettacolari ed efferatezze varie.

mercoledì 3 maggio 2017

Mad World / 一念無明 ( Wong Chun / 黄进 , 2016 )




Mad World (2016) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Mad World giunge al Far East Film Festival preceduto dalla lunga scia di riconoscimenti ricevuti sia in varie rassegne cinematografiche che da una critica dimoostratasi entusiasta per questa opera prima del giovane Womg Chun, regista autenticamente hongkonghese , proveniente dalla Fresh Wave.
La storia raccontata è quella di un giovane affetto da disturbi bipolari che esce dall'ospedale psichiatrico dove aveva trascorso un anno in seguito ad un incidente in cui perse la vita la madre, anch'essa gravemente malata, e di cui lui fu sospettato di essere stato l'artefice. 



Il giovane Tung viene affidato ad un padre col quale ha un rapporto molto labile che lo aveva di fatto abbandonato nell'assistenza alla madre. Il padre Wong si ritrova con questo figlio da assistere e da controllare, ma è totalmente privo delle conoscenze sulla malattia che lo affligge. Il reintegro nella società è difficile per Tung: non solo deve dividere una casa fatiscente col padre impacciato e non ha più un lavoro, anche la sua vita sentimentale è andata irrimediabilmente a pezzi. Il ragazzo , ribellandosi a tutto ciò che ha subito e che intravede dovrà subire rifiuta i farmaci e cerca con caparbietà di reintegrarsi in una comunità che vede con occhio sospetto il suo passato tragico; inoltre, attraverso rapidi e a volte sincopati flashback, è chiaro che il trauma dell'esperienza della malattia e della morte della madre agita ancora i suoi pensieri, anche perchè è stato proprio lo stress emotivo della situazione a scatenare in lui il disturbo bipolare.

martedì 2 maggio 2017

Close-Knit ( Ogigami Naoko , 2017 )




Close-Knit (2017) on IMDb
Giudizio: 8/10

Dopo il premio ricevuto a Berlino per i film a tematiche LGBT, Ogigami Naoko conquista anche il Far East Film Festival che le consegna sia il premio dell'audience che quello assegnato dagli accreditati Black Dragon, evento che poche si è verificato nella storia della rassegna udinese, a dimostrazione di una accoglienza trionfale ricevuta da Close-Knit, in effetti tra i migliori lavori visti al FEFF di quest'anno.
Per chi scrive è stata una autentica sorpresa il lavoro della Ogigami, se non altro perchè era una di quelle registe finite nella personale black list dopo una serie di lavori improntati ad un minimalismo vacuo e quasi fastidioso.


Close-Knit invece è lavoro che ci mostra una autrice matura, capace di rimanere fedele al suo stile e al contempo di raccontare una storia piena di tematiche interessanti, con la quale finalmente si confronta con aspetti sociali e con drammi personali.
L'undicenne Tomo ha una madre che è un disastro, una di quelle donne perse nel loro tormento e inclini alla fuga; dopo l'ennesima sparizione della madre, la ragazzina si rifugia dallo zio materno, un tipo ordinario e tranquillo che vive con una trans, Rinko, ormai donna a tutti gli effetti tranne che per l'anagrafe; nonostante con molto tatto lo zio metta al corrente della particolarità del suo rapporto amoroso, Tomo, all'inizio, rimane colpita nel trovarsi di fronte questa donna che "per un errore di Dio" è nata uomo.
Rinko però è persona sensibile e si prende subito cura della ragazzina cercando di supplire all'assenza materna e ben presto la titubanza di Tomo si trasforma in affetto verso questa donna che faticosamente tenta di affermare definitivamente la sua identità.
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