Giudizio: 8/10
Quando si parla di "teatro al cinema" solitamente si intende una qualche trasposizione cinematografica di un'opera teatrale che funge da ispirazione oppure di lavori scritti appositamente per il grande schermo che sono strutturati come una piece teatrale; At the Terrace è qualcosa di pù ardito se vogliamo, in quanto è la versione cinematografica di una piece teatrale di grandissimo successo dello stesso regista giapponese Yamauchi Kenji, il quale non fa nulla per rendere il lavoro più consono possibile al cinema; costruisce un proscenio su una bellissima terrazza di una villa signorile, usa il tendaggio delle finestre come fossero le quinte di un teatro e si affida totalmente ai dialoghi per la costruzione della sua storia.
L'operazione , è bene dirlo subito, ottiene un risultato notevole, risultando At the Terrace uno dei film più belli visti al Far East Film Festival 19.
Pochi personaggi che si alternano sul palcoscenico, spesso presenti tutti assieme: il padrone di casa Soejima, importante dirigente d'azienda, la procace e insinuante moglie Kazumi, Saito, un designer di successo e la bella moglie Haruko, un impiegato della Toyota di nome anch'esso Saito, dai tratti nevrosi e Tanoura , un tipo malandato che scopriremo esser appena dimagrito di molti chili in seguito ad un intervento di gastrectomia; nel finale si aggiungerà alla congrega il figlio dei padroni di casa un ragazzotto che fungerà da detonatore della storia dando il via al pirotecnico finale.
Quello che inizia come un quasi surreale racconto fatto di chiacchiere diventa ben presto un sottilmente sarcastico resoconto su vizi e virtù dei giapponesi: dapprima i giudizi sulle candide braccia di Haruki, poi, in rapida sequenza, le acide e provocatorie insinuazioni di Kazumi che mal tollera il ruolo da prima donna di Haruki stessa, le confessioni estorte sulle passioni personali, un languido ballo e confronti sempre più serrati dal quale affiora in maniera dirompente il conflitto tra le due donne, esposto con toni sempre più accesi e sempre meno improntati alla tradizionale educazione e discrezione nipponica.
Insomma ben presto tutti i personaggi , anche grazie all'immancabile ausilio dell'alcool, una grappa in questo caso, vedono cadere tutte le loro sovrastrutture comportamentali per mettere a nudo i propri vizi, i segreti tenuti nascosti, le avversioni reciproche e addirittura , attraverso un paio di autentici colpi di scena , una vera e propria vita segreta.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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