Giudizio: 7/10
Contrapposto a certo cinema coreano più mainstream nel quale abbondano l'epicità, l'azione e l'eleganza formale e strutturale e che, a ragione, ha raggiunto livelli tecnici da molti magnificati, esiste una quota di film che si affidano maggiormente a tematiche sociali rivolte soprattutto verso gli emarginati; senza scomodare il primo Kim Ki-duk abbiamo diversi esempi di tale prodotto, e Derailed , opera prima di Lee Sung-tae è uno di questi, quasi un'opera minimalista ambientata nei bassifondi e nella disperazione.
I protagonisti del racconto sono quattro giovanissimi che vivono di espedienti, dormono dove capita, mangiano nei ristoranti per poi scappare e si dedicano saltuariamente a qualche piccolo furto in seguito al quale ricevono spesso una bella dose di botte; non sono malavitosi, bensì degli emarginati che le famiglie hanno ripudiato e che poggiano le loro esistenza solo sul fallace senso di libertà che li anima e che si traduce in una battaglia quotidiana per arrivare alla fine della giornata che gli regala un illusorio senso di vitalità.
Quando i quattro ( due coppie legate anche sentimentalmente) decidono di volare più in alto rubando una macchina si ritrovano ben presto nei guai: l'auto appartiene ad un piccolo boss sgangherato che gestisce un karaoke bar e questi non troverà molte difficoltà a rintracciare i ragazzi e chiedere il pegno: la bella Ga-young, fidanzata del leader dei quattro, Jin-il, dovrà lavorare per lui come hostess nel suo locale; come non bastasse sulle tracce dei quattro si mette pure uno psicopatico di loro vecchia conoscenza che cerca vendetta.
Jin-il ogni giorno porterà al boss i soldi rimediati per poter riavere indietro la sua amata, e nel letame in cui sguazzano le loro vite, anche un piccolo boss che però ha il suo seppur distorto codice d'onore, può diventare un piccolo fiore.
Un escalation di violenza porterà ad un finale cupo che dimostra come il destino è segnato per chi la vita lo ha messo in un fetido angolo.
L'opera prima di Lee è lavoro tutt'altro che perfetto, alcune evoluzioni nella trama sembrano forzate, però rifulge di quella bellezza sporca che alcuni film coreani riescono a sprigionare e in tale senso l'esordio è più che promettente.
Non siamo di fronte nè ad un gangster movie, di delinquenti veri forse non c'è ne è neppure uno, nè ad un action movie, Derailed è piuttosto un affilato e lucido racconto di vite in disfacimento, di squallore, nonostante i sentimenti che animano i protagonisti del dramma: insomma il lavoro di Lee si colora inevitabilmente di tinte cupe, dietro le quali si cela una discreta , ma perfettamente intellegibile, denuncia di una società in grado di mettere in un recinto gli emarginati per i quali l'esistenza è una lotta interminabile che può portare solo in una direzione.
Lee non a caso sceglie ambientazioni quasi sempre notturne o comunque buie, proprio ad accentuare le atmosfere cattive, violente e desolate.
Se le star del K-pop Choi Min-ho (Jin-il) e Da-eun ( Ga-young) bene si adattano nei ruoli di predestinati prigionieri di una vita buttata, è senza dubbio la prova di Ma Dong-seok nel ruolo del piccolo boss, quella che rimane più impressa e che va ad aggiungersi alle numerose interpretazioni eccellenti dell'attore coreano.
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