Giudizio: 6/10
Tokyo, una mattina come tante; una famiglia ordinaria è pronta ad iniziare la giornata: padre oscuro impiegato, madre casalinga , figli teenager in evidente fase di ribellione adolescenziale; un cellulare che non funziona, una lampadina che non si accende, l'ascensore fermo, i semafori spenti, le metropolitane bloccate: uno strano blackout si è impadronito della città, tutto ciò che necessita di energia per funzionare è fermo, persino le automobili.
Quando passata la giornata si intuisce che qualcosa di incomprensibile è avvenuto, il panico inizia a serpeggiare ed entro pochi giorni la città è in ginocchio.
A questo punto, lungi dal diventare il più classico dei disaster movie di stampo post apocalittico, la storia assume i caratteri di un peculiare road movie.
La nostra famigliola infatti, percorsa da attriti e da ostilità interne, decide di partire dalla megalopoli per raggiungere le località di provincia, precisamente quella dove vive il padre del capofamiglia, perchè pare che lì tutto funzioni.
La famiglia Suzuki, ripiombata in pieno medioevo dove vige la legge del baratto, si procura quattro biciclette ed inizia il lungo viaggio verso Kagoshima in riva al mare, percorrendo autostrade popolate da profughi che avanzano faticosamente a piedi.
Il viaggio, in aderenza al topos dominante del road movie, sarà l'occasione non solo di raggiungere la salvezza, ma anche di rinsaldare i deboli legami famigliari.
Indubbiamente lo snodo narrativo di partenza è interessante, pensiamo per un attimo cosa succederebbe veramente in una situazione del genere in qualsiasi parte del globo, e anche la scelta di Yaguchi di improntare il film affidandosi a toni da commedia è meritevole.
Quello che lascia un po' di amaro in bocca in Survival Family è l'adagiarsi lentamente ma inesorabilmente su toni da racconto buonista, mettendo da parte l'ironia che avrebbe dato di certo altro spessore alla storia.
Il viaggio come riscoperta di se stessi e dell'importanza dei legami famigliari che passa attraverso una metamorfosi dei personaggi che alla fine hanno tutto un altro volto rispetto all'inizio, è ,come abbiamo detto, un aspetto fondamentale del road movie, peccato che in Survival Family tutto avvenga in maniera fin troppo scontata senza quel pizzico di imprevedibilità che in situazioni simili si rende necessario.
La tematica ecologica , il ritorno ad una vita più semplice e meno soffocante di quella della metropoli e , forse, persino un richiamo in tinte non buie al recente dramma dello tsunami completano il quadro del lavoro di Yaguchi Shinobu, sempre però in maniera molto convenzionale.
Nel suo insieme Survival Family è film che si lascia guardare, ha anche momenti di brillantezza intelligente come si conviene a lavori popolari che si rivolgono al grande pubblico, però la sensazione più tangibile è quella di un onesto lavoro senza infamia e senza lode che non regala palpiti a parte qualche momento divertente all'inizio imposto più dalla particolarità della situazione che da altro.
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