Giudizio: 8/10
Dopo aver prodotto il bellissimo docufilm Paths of the Soul, il ritiro annuale di Zhang Yang in Tibet ha portato alla luce anche Soul on a String che idealmente, pur essendo lavoro diverso per molti aspetti, costituisce un dittico con il precedente, non solo per la ambientazione geografica , ma anche perché i due lavori sono fortemente intrisi di tematiche che partono dalla cultura tipicamente tibetana per approdare a questioni universali che riguardano l’essenza dell’uomo.
Sfruttando lo spettacolare scenario di natura che atterrisce e affascina allo stesso tempo, Zhang racconta una storia nella quale il motore principale risiede nella redenzione e nella ineluttabilità del karma personale.
Il protagonista è Tabei,un cacciatore solitario che entra in possesso di un prezioso amuleto cui il lama assegna come compito per ottenere la redenzione quello di portare la pietra in una regione cara per la religione buddhista, dandogli solo oscuri e sintetici indicazioni su come raggiungerla.
Tabe si porta dietro il karma famigliare segnato dall’omicidio compiuto dal padre, per cui la missione può essere per lui il passaporto per ottenere la redenzione.
Alle calcagna dell’uomo c’è però una coppia di fratelli, figli dell’uomo ucciso dal padre di Tabei, che , secondo le tradizioni tibetane, hanno fatto della vendetta il loro motivo di vita e di onore.
Tabei inizia il suo viaggio e a lui si unisce dapprima una giovane donna con cui ha diviso il letto, nonostante l’uomo, vero spirito solitario cerchi di dissuaderla e poi un ragazzino muto ma che possiede sorprendenti doti mediatiche e di preveggenza.
La carovana di viaggiatori si conclude con due malfattori interessati ad impossessarsi del prezioso amuleto e uno scrittore in compagnia del suo cane di cui conviene parlare poco perché sarà il piccolo colpo di scena finale.
Vagando per territori di bellezza incommensurabile, tra zone desertiche e montagne innevate , il viaggio di Tabei si avvicina al termine non senza aver prima risolto tutti i nodi che pendono inesorabili sul racconto.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it
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