martedì 30 novembre 2010

Donne senza uomini ( Shirin Neshat , 2009 )

Giudizio: 4.5/10
Quattro donne e il giardino nebbioso


Prodotto di quel cinema iraniano fertilissimo seppur tra mille difficoltà politiche e censorie, Donne senza uomini dell'esordiente Shirin Neshat, premiato a Venezia, è film in cui poche luci si alternano a molte ombre, sebbene traspiri dal lavoro un anelito di denuncia sociale e antropologica che avrebbe potuto portare a ben altri risultati se non fosse stata troppo spesso soverchiata da una ovvietà stilistica che stupisce ancora di più nel caso di una opera prima.
Non che il film non possieda momenti belli e poetici , immagini ben colorate (stile Kiarostami) , gridi di denuncia sul potere politico , con chiaro rimando ai giorni nostri seppure traslati 60 anni dietro nel tempo, solo che la regista sembra volere troppo spesso affiancare la denuncia di costumi e usi locali con considerazioni globali sul rapporto uomo-donna e soprattutto nel finale sceglie una atmosfera surrealista, metaforica che a momenti sembra più una parodia dello stile bunueliano che un piano narrativo strutturato.

lunedì 29 novembre 2010

The legend is born - Ip Man ( Herman Yau , 2010 )

Giudizio: 5.5/10
Il giovane Ip Man


Terzo film in uscita ,dopo i due di Wilson Yip, che narra la vita di Ip Man , maestro di kung fu noto soprattutto per essere stato il mentore del grande Bruce Lee, ma cronologicamente è il primo , raccontando le gesta del giovane Man da quando, ancora adolescente viene avviato alla scuola del maestro Chan Wah-shun.
Sono quindi i primi anni del novecento, quelli in cui la contrapposazione con il Giappone andava crescendo in maniera smisurata e che, come nel primo capitolo del film di Yip, anche in questo si affaccia in maniera prepotente.
Vediamo quindi il fanciullo Ip Man giungere alla scuola di kung fu insieme col fratello adottivo e affidato alle cure del Maestro, lo seguiamo nella sua crescita, nelle prime dimostrazioni del suo talento, nel percorso di vita che impone la disciplina delle arti marziali, la partenza per Hong Kong per la scuola cattolica presso cui studia e il ritorno al suo paese natale arricchito non solo culturalmente ma anche dal contatto con le nuove tecniche delle arti marziali.

sabato 27 novembre 2010

Bright future ( Kiyoshi Kurosawa , 2002 )

Giudizio: 7/10
La salvezza in una medusa

Kiyoshi Kurosawa è regista indubbiamente mai scontato, spesso affascinante nella sua idea cinematografica, le cui opere sono soggetto di ampie discussioni con giudizi che vanno da un estremo all'altro con in mezzo tutte le sfumature possibili.
Ed un film come questo Bright future non poteva che essere figlio di un cineasta di tale lignaggio: ermetico, metaforico, spesso oscuro, difficile da seguire e da assimilare, in cui spesso si ha l'istinto di lasciarsi trasportare dalle immagini splendide a discapito di una narrazione che fluisce lenta.
Yuji e Mamoru, giovani lavoranti di una lavanderia industriale, vivono nello stesso appartamento, l'uno, eterno adolescente, dorme( e vede un futuro luminoso) o gioca , l'altro passa la giornata a rimirare la sua medusa che volteggia in un acquario; la piatta esistenza viene scossa dal gesto apparentemente senza spiegazioni di Mamoru che uccide il suo datore di lavoro, lasciando Yuji in preda alla solitudine con la sola medusa da accudire come scopo di vita, almeno finchè non compare il padre dell'amico anch'esso lacerato dai dubbi sul gesto del figlio.

venerdì 26 novembre 2010

Apparition ( Hideo Nakata , 2007 )

Giudizio: 7/10
Maledizioni in serie


Uno scorrere impetuoso di maledizioni e di vendette segna la trama di Apparition, lavoro del regista Hideo Nakata, cui il cinema giapponese deve molto per il rilancio in grandissimo stile del J horror, grazie a due fondamentali opere come Ringu e Dark water.
Ambientato nel periodo Edo e introdotto da un prologo con narrazione fuoricampo in cui si racconta la storia dell'usuraio ucciso dal samurai che non vuole saldare i suoi conti, veniamo subito investiti dalla primigenia maledizione del vecchio morente, il tutto descritto in un bianco e nero patinato e quasi fumettistico, con conseguente  immancabile scia di sangue e mistero.

Whispering corridors 2 - Memento mori ( Kim Tae-yong , Min Kyu-dong, 1999 )

Giudizio: 7.5/10
Non solo i lunghi corridoi...


Se il capostipite della saga , di un anno anteriore a questo, va considerato come uno dei punti di partenza del genere ghost horror, anche al di là del suo reale valore artistico, il secondo episodio, che nonostante tutto non è un sequel essendo solo l'edificio scolastico e i suoi lunghi corridoi l'uinco topos in comune, ha il raro pregio di superare come valore il primo, evento che raramente si verifica nelle saghe e nei sequel ad oltranza.
La storia, che a dire il vero ha molto poco dell'horror, se non nella parte finale in cui si affacciano presenze inquietanti, è più uno sviluppo ulteriore delle tematiche che già si intravedevano nel primo episodio: il dramma e il disagio della adolescenza vissuto in un luogo che diventa il baricentro della vita, che assorbe le esistenze fino a plasmarle e che , inevitabilmente, si erge a microcosmo nel quale le dinamiche più disparate si confrontano e si scontrano.

lunedì 22 novembre 2010

Uomini che odiano le donne ( Niels Arden Oplev , 2009 )

Giudizio: 6.5/10
Il cuore nero della famiglia


Liberamente tratto (ma neppure tanto) da uno dei più grandi successi letterari degli ultimi anni, il film scandinavo Uomini che odiano le donne si presenta come il classico thriller, in cui tensione e colpi di scena si alternano improvvisi ,come prevedono i canoni del genere, con una trama  che almeno inizialmente getta solo una messe di piccoli indizi che poi, seguendo le orme dei due detective improvvisati, debbono essere rimessi al loro posto.
Un giornalista che ha voluto chiedere troppo a se stesso, spulciando negli affari di un magnate svedese e temporaneamente a riposo, si ritrova con una giovane hacker pasicolabile, ad indagare sulla scomparsa di una giovane rampolla di una potente famiglia dell'alta borghesia avvenuta 40 anni prima: ad assoldarli è il vecchio zio della scomparsa convinto che la giovane sia stata uccisa da qualche membro della sua stessa famiglia in occasione di una riunione del clan sull'isola dove molti componenti possiedono la propria dimora.

domenica 21 novembre 2010

Il cavaliere oscuro ( Christopher Nolan , 2008 )

Giudizio: 8.5/10
Tra il bene e il male vince Joker


E' il Batman meno fumettistico, tra tutti quelli prestati al cinema, quello che porta in scena Nolan ne Il cavaliere oscuro; mantenendo solo i legami fondamentali col personaggio del fumetto , assistiamo qui attraverso la lotta senza fine tra l'uomo pipistrello e Joker,  ad una delle più grandi metafore che il Cinema ci abbia mai regalato grazie ad  una ambientazione affascinante e insieme inquietante di Gotham City dove il crimine, la sete di denaro e di potere, il male assoluto ed il bene che mostra varie facce danzano un macabro ballo, di quelli che Nolan sa manipolare stupendamente, tra ambiguità e incertezza, dove anche gli eroi hanno due volti.

sabato 13 novembre 2010

Love in a puff ( Pang HoCheung , 2010 )

Giudizio: 7/10
Amore tra le nuvole di fumo


Ci voleva il brillante ingegno di uno degli autori HKesi più bravi, nonchè più giovani, per mettere in scena un racconto  che nelle mani della stragrande maggioranza degli altri registi sarebbe diventato un concentrato di ovvietà e fastidiosi moralismi.
Dal 2007 anche ad Hong Kong il divieto di fumo è stato esteso non solo all'interno dei locali pubblici, ma anche in strada, lasciando ai fumatori solo dei piccoli spazi dove poter alimentare il loro vizio.
Partendo da questa nuova situazione, applicata, pare , con estremo rigore dalle autorità, Pang ci racconta la storia di questi manipoli di inveterati fumatori, che , provenienti dai luoghi di lavoro si ritrovano, durante le pause, come carbonari intorno al posacenere : l'atmosfera è veramente quella di una accolita a metà strada tra il reietto e il rivoluzionario in cui si crea una solidarietà che dura 10 minuti , fino al termine della ricreazione che disperderà nuovamente la masnada.

venerdì 12 novembre 2010

The Social Network ( David Fincher , 2010 )

Giudizio: 7/10
La nascita del fenomeno del secolo


Attessissimo film evento del Festival di Roma, il lavoro di David Fincher affronta quello che al momento è sicuramente uno dei fenomeni più importanti, da molti punti di vista, del terzo millennio: la nascita e la straripante affermazione di Facebook, a partire dalle intuizioni di Mark Zuckerberg , genialoide studente di Harvard , a tutt'oggi uno tra gli uomini più ricchi del mondo.
Nonostante il film si prestasse a numerose trappole narrative (l'esegesi, la mitizzazione, la cronaca bruta, il polpettone americaneggiante) Fincher ha l'indubbio pregio di costruire una storia che non annoia, racconta con ritmo e brio la nascita di un fenomeno a partire da piccoli momenti quasi intimi, come ben delineato nella lunga scena iniziale che ci mostra subito Mark in tutta la sua epidermica antipatia e nella sua insicurezza da perdente, al punto che si è portati a credere che una idea così importante e vincente sia nata come reazione ad una frustrazione sentimentale e ad una difficoltà cronica nelle relazioni interpersonali.

mercoledì 10 novembre 2010

Fratellanza - Brotherhood ( Nicolo Donato , 2009 )

Giudizio: 6/10
Gay e nazisti


Vincitore del Marco Aurelio d'oro al Festival di Roma del 2009, questo lavoro danese ha se non altro il pregio di raccontare una storia di omosessualità fuori dai consueti canoni stereotipati, ambientandola in un contesto in cui proprio l'omofobia e il razzismo regnano incontrastati.
Lars è un giovane militare  costretto ad abbandonare la carriera a causa di accuse di molestie denunciate da alcuni suoi commilitoni, il rapporto con la famiglia è privo di ogni elemento positivo e quindi , tanto per appagare il suo senso di appartenenza , si arruola in un gruppuscolo neonazista che fa dei gay e degli immigrati i suoi nemici più acerrimi.

martedì 9 novembre 2010

Invitation only ( Kevin Ko , 2009 )

Giudizio: 6/10
La lotta di classe del terzo millennio


Inizio con immagini patinate da soft core in un trionfo di conturbanti e provocanti bellezze asiatiche stile festini fitti di escort e ricconi, repentino tuffo nello splash horror con apparente puro sadismo, polpettone moraleggiante sulla lotta di classe del terzo millenio, finale con trionfo della giustizia che ha l'aspetto di una mortifera ascia e strada lasciata aperta all'ovvio sequel.
Questo in pochissime parole è Invitation only , horror taiwanese molto pretenzioso, sicuramente ben costruito e che tutto sommato offre momenti degni del genere, senza sfigurare; quello che invece appare assolutamente fuori luogo è la presunta riflessione sul contrasto tra classi sociali agli antipodi, quasi il film volesse esserne una metafora neppure troppo celata.

sabato 6 novembre 2010

Babel ( Alejandro Gonzalez Inarritu , 2006 )

Giudizio: 5.5/10
La Babele del dramma


La giuria di Cannes assegnando il premio alla regia ad Inarritu per questo film , ha probabilmente, come spesso avviene , voluto concedere un riconoscimento alle opere precedenti del regista, finendo però col premiare un film che vive di luci ed ombre percentualmente divise a metà.
Anche per Babel , il cineasta messicano adotta la medesima struttura narrativa parallela che già aveva utilizzato nelle sue due precedenti opere, mettendo insieme alcune storie che si svolgono ai quattro angoli della terra  più o meno intimamente (o flebelimente, come si preferisce) legate tra loro e che sembrano procedere animate da un effetto a cascata.

giovedì 4 novembre 2010

Lady Snowblood ( Toshiya Fujita , 1973 )

Giudizio: 9/10
E vendetta sia...


" La vendetta è un piatto che si serve freddo" sentenziava Tarantino all'inizio di Kill Bill e questo lavoro, che più di ogni altro ha influenzato il regista americano nella creazione del suo capolavoro, è l'autentico archetipo di quella sentenza; un film bellissimo, a tratti sprizzante visonarietà, dotato di un grande potere rivoluzionario nello stile, nella narrazione e nei suoi contenuti politici e sociali ben nascosti sotto ad una straripante apoteosi della vendetta studiata , fortemente voluta e drammaticamente messa in atto.
La storia, disarmante nella sua semplicità è quella di Yuki, nata in carcere da una madre ergastolana che con tenacia insegue il suo concepimento per potere gettare nel mondo privo di ogni regola e moralmente allo sfacelo un'arma micidiale di vendetta.

mercoledì 3 novembre 2010

Wo hu - Operation undercover ( Marco Mak , 2006 )

Giudizio: 7.5/10
La guerra degli infiltrati


Anche al di fuori dell'ombra lunga di Johnnie To, il noir metropolitano HKese regala frutti apprezzabili, e questo lavoro di Marco Mak, cineasta con gavetta di primo ordine alle spalle, si impone come uno dei film più innovativi che rivolgono il loro sguardo alla mille volte raccontata contrapposizione polizia-triadi nella ex colonia inglese.
Vero quindi che il tema non è di quelli originalissimi (la  guerra combattuta a colpi di infiltrati), però il registro narrativo scelto dal regista è asenz'altro innovativo, libero dalle sparatorie infinite e dagli inseguimenti a perdifiato, in favore di una quasi ostinata ricerca di intimismo , di introspezione e sottili giochi psicologici; il risultato è una pellicola in cui non spadroneggiano eroi e neppure fiumi di melodramma, semplicemente vengono raccontate esistenze quasi normali, vissute però da alcuni su una sponda, da altri su quella opposta e da pochi nel mezzo in bilico tra legge e gangsterismo.

martedì 2 novembre 2010

The prestige ( Christopher Nolan , 2006 )

Giudizio: 8/10
Che la magia vada in scena...

E' un trionfo di illusioni , di magia, di realtà che si trasforma in fantasia, di ambiguità sottilmente espresse e tenute nascoste, è insomma una grande metafora della fabbrica dell'immaginazione, di quel Cinema di cui Nolan , possiamo ormai ben dirlo, è tra i più fulgidi rappresentanti contemporanei.
Gettandoci all'inseguimento dei due protagonisti, illusionisti prima amici quindi nemici mortali, il regista ci lascia sprofondare in un universo dove tutto può essere illusorio, dove ogni cosa e persona hanno un loro corrispettivo uguale e contrario, permeato  dall'ossessione che ritorna puntuale in ogni lavoro del regista inglese.
Ne scaturisce un film magico, che ipnotizza ,in cui si è sempre alla rincorsa di Angier e Borden nel corso di oltre un decennio, sostenuti nella struttura da una lettura incrociata di diari che dovrebbero portare alla scoperta dei trucchi più mirabolanti ma che in effetti altro non è che la messinscena di un inganno continuo, proprio come si conviene ad una coppia di illusionisti che ha fatto della ricerca dell'illusione perfetta il motivo di vita fino a divenire una ossessione mortale.

Exotica ( Atom Egoyan , 1994 )

Giudizio: 8/10
Il fumoso locale per uomini soli

Exotica è il nome dello stripper club che funge da ganglio vitale nella narrazione, un luogo in cui, tra fumo e musica soft, uomini soli passano il loro tempo, tra ballerine sinuose e seminude che si esibiscono, un luogo che somiglia tanto ad un tempio dell'oblio.
Ed in effetti, almeno per buona metà del film, sono persone sole quelle che popolano il racconto, siano esse ballerine, tenutarie , imbonitori dj o uomini racchiusi nella loro tragica solitudine ed apatia.
In questo primo frangente il film, pur se a ritmi blandissimi, getta sullo schermo delle tessere di un puzzle quasi incomprensibile, ognuna animate del proprio moto, nascoste dietro il loro destino tragico.
La ballerina Christina, il dj Eric legato a lei da un amore morboso, la tenutaria gravida Zoe, l'esattore delle tasse Brown , il trafficante di animali esotici Thomas, sembrano pedine gettate alla rinfusa sulla scacchiera , senza alcun apparente legame tra di loro che poco alla volta mostrano i loro volti interiori.

lunedì 1 novembre 2010

Bloody sunday ( Paul Greengrass , 2002 )

Giudizio:7/10
La semplice descrizione di una tragedia

La domenica di sangue del 30 gennaio 1972 fu uno dei momenti più importanti della recente storia dell'Irlanda del Nord e della guerra che per tanti anni martioriò quella regione; un episodio che spinse buona parte della popolazione a convergere nell'IRA e a piegarsi alla forza delle armi.
Il film di Greengrass, molto attento e con precisi riferimenti, sembra abbracciare lo stile documentaristico, ma solo perchè ricostruisce con grande rigore gli eventi che si svolsero a Derry in quella domenica tragica; di fatto il regista costruisce invece un film vero, duro come può essere una storia che racconta il succedersi degli eventi con gli occhi di chi è stato protagonista, accentuato dal taglio quasi fotografico, come se le varie scene altro non siano che diapositive  che scorrono.
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