Il giovane Ip Man
Terzo film in uscita ,dopo i due di Wilson Yip, che narra la vita di Ip Man , maestro di kung fu noto soprattutto per essere stato il mentore del grande Bruce Lee, ma cronologicamente è il primo , raccontando le gesta del giovane Man da quando, ancora adolescente viene avviato alla scuola del maestro Chan Wah-shun.
Sono quindi i primi anni del novecento, quelli in cui la contrapposazione con il Giappone andava crescendo in maniera smisurata e che, come nel primo capitolo del film di Yip, anche in questo si affaccia in maniera prepotente.
Sono quindi i primi anni del novecento, quelli in cui la contrapposazione con il Giappone andava crescendo in maniera smisurata e che, come nel primo capitolo del film di Yip, anche in questo si affaccia in maniera prepotente.
Vediamo quindi il fanciullo Ip Man giungere alla scuola di kung fu insieme col fratello adottivo e affidato alle cure del Maestro, lo seguiamo nella sua crescita, nelle prime dimostrazioni del suo talento, nel percorso di vita che impone la disciplina delle arti marziali, la partenza per Hong Kong per la scuola cattolica presso cui studia e il ritorno al suo paese natale arricchito non solo culturalmente ma anche dal contatto con le nuove tecniche delle arti marziali.
Il finale che si tinge di melodrammatico è una confusa miscela di patriottismo e di spirito di lealtà che vorrebbe esaltare i valori morali del kung fu.
Il finale che si tinge di melodrammatico è una confusa miscela di patriottismo e di spirito di lealtà che vorrebbe esaltare i valori morali del kung fu.
In effetti il film, che inevitabilmente porta a paragoni con gli altri due, possiede dei bei momenti, soprattutto nella parte iniziale, vero percorso educativo del giovane, ma non regge assolutamente il paragone con gli altri due riguardo ai combattimenti e alle coreografie che appaiono a volte un po' confuse, escludendo l'epilogo che risulta bello. Probabilmente manca il carisma di Donnie Yen, anche se Dennis To se la cava non male, ma l'impressione è che sull'aspetto tecnico il regista avrebbe potuto fare di meglio.
Bella la citazione del Nosferatu di Mornau che da vita ad una delle scene più belle del film, per il resto se la formazione educativa del giovane Man fa da traino per buona parte del film, quando subentra l'influsso politico la narrazione cade ed il ritmo ne risente.
Il film comunque si fa vedere, e completa la biografia di un personaggio che è veramente leggenda, però i due capitoli di Wilson Yip possedevano, pur se con qualche limite, una forza maggiore.
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