Giudizio: 7.5/10
Saltata la prestigiosa premiere sulla Croisette per i ben noti problemi sanitari che hanno sconvolto la vita del mondo intero, transitato riportando un successo senza uguali al Festival di San Sebastian dopo l'anteprima di Toronto, Beginning, opera prima della regista georgiana Dea Kulumbegashvili, selezionata a rappresentare il proprio paese agli Academy Awards è senza dubbio uno dei film più sorprendenti di tutta la disgraziata annata cinematografica appena terminata, che se è vero che è risultata pesantemente mutilata , è altrettanto giusto definirla come una delle più interessanti degli ultimi anni per il cinema di autore che tanto in pochi vedevano prima e in pochi comunque vedono adesso in piena epoca covid che ha stravolto il mondo ma che di fatto ha tenuto vivo il panorama cinematografico seppur di nicchia.
La trentaquattrenne regista georgiana con alle spalla un robusto background di studi americani alla Columbia University di New York City è una autrice di indubbio talento che con questa opera prima ci pone subito davanti ad uno stile narrativo e ad una tecnica di regia molto personali.
Beginning è la storia di una giovane donna sposata con un pastore dei Testimoni di Geova che in seguito ad un attentato messo in atto da integralisti religosi che porta all'incendio e alla distruzione della sala di culto della comunità si trova a dovere rivedere la propria vita con occhio critico: il marito ha come obiettivo la sua carriera religiosa-pastorale per la quale impone alla moglie e al figlio una vita sempre con le valigie pronte; inoltre Yana, la moglie , ha rinunciato alla sua carriera da attrice per stare vicina la marito, portandola ad una condizione di frustrazione che in seguito all'attacco subito dalla comunità inizia a farsi più pesante.
Le indagini vengono ostacolate da motivazioni politico religiose nonostante il marito di Yana continui a chiedere alle autorità di individuare i responsabili e la donna viene fatto oggetto di una vera e propria azione di stalkeraggio violento da parte di un ben poco professionale poliziotto.
E' Yana quindi il bersaglio attraverso la quale si vogliono impedire le indagini? non lo sappiamo, ma quello che è certo è che l'intrusione violenta del poliziotto diventa per la donna il grimaldello per guardare dentro la sua vita scoprendo come la frustrazione che la attanaglia la conduca a scoprire delle pieghe del suo essere oscure.
L'epilogo di Beginning, seppur costruito con un senso poetico latente, è terribile, mostrando l'approdo di una donna che improvvisamente vede la sua esistenza sconvolta al punto di meditare uno dei gesti più atroci che una essere umano possa compiere.
Conviene da subito stabilire un concetto basilare: l'opera prima di Dea Kulumbegashvili è lavoro affascinante, per molti verso originale, a volte criptico, duro, ma tutt'altro che perfetto, mostrando alcuni aspetti che non convincono pienamente ma che non minano certo il risultato di una opera di una regista di indubbio talento cristallino, che a partire dal formato scelto di ripresa, la pellicola 35 mm, che dona una ambientazione , una fotografia e dei colori che splendidamente si fondono col racconto, e che costruiscono una immagine dal forte impatto stilistico, opta per uno stile molto personale e per una cifra stilistica di livello.