lunedì 4 gennaio 2021

Damp Season / 回南天 ( Gao Ming / 高鸣 , 2020 )

 




Damp Season (2020) on IMDb
Giudizio: 8/10

La "stagione umida" cui si riferisce il titolo è una particolare condizione meteorologica che si verifica nel sud costiero della Cina quando la primavera non ha ancora lasciato il passo all'estate e l'umidità , causata dall'alternarsi di correnti calde e fredde, sembra impossessarsi di tutto fino a far gemere gocce d'acqua ovunque e avvolgere le persone in una vischiosa unione.
La chiara metafora su cui gran parte dell'opera di Gao Ming si basa diventa subito potente sin dai primi momenti del film: una giovane coppia in chiara manovra di lento allontanamento, invischiata in una relazione altamente disfunzionale nella quale sembra addirittura contemplarsi persino la violenza carnale.
Dong fa la guardia di sicurezza in un vecchio parco divertimenti a tema chiuso e ridotto ormai ad un ammasso di ferraglia pigramente adagiato su un laghetto, spera sempre che possa riaprire in modo di poter tornare a vestire i panni dello Scimmiotto negli spettacoli del parco giochi; Juan aspira ad avere un suo negozio di fiori, e nel frattempo lavora presso la casa di un riccone dove sistema in continuazione fiori e dove si sottrae alla regola della casa che vuole che debba fare la doccia sul posto prima di iniziare il lavoro.


I due cercano di mettere su una attività che prevede la consegna dei fiori da parte di Dong truccato da pagliaccio; in una di queste consegna il ragazzo incontra una donna che aveva già notato nel parco china sul laghetto, Juan invece è sempre più incuriosita ed affascinata dal ricco padrone di casa, un uomo taciturno e all'apparenza tormentato.
La deriva del rapporto della giovane coppia porta i due sempre più lontani tra loro e sempre più vicini ai due estranei; lei Yuan è una ex ballerina con un passato doloroso che le ha causato l'abbandono della danza, vive in una casa tutta bianca e cerca sempre il modo di incastonare nella sua stanza da letto  un acquario, Long vive nella sua solitudine , uno spazio infinito nel quale Juan cerca di insinuarsi con circospezione; ma Yuan e Long sono anche lo specchio nel quale i due giovano si riflettono,  e, forse, si intravedono proiettati nel futuro.
L'incertezza , la melanconia e la vischiosità del rapporto amoroso tra i due protagonisti è avvolta in ogni momento da quel clima malsano, da quelle gocce di acqua che impregnano ogni cosa e che sembrano rendere tutto più viscido e colloso.
Il finale surreale ed onirico, che lascia forse una ultima via d'uscita dall'insalubrità dei rapporti dinamici della coppia, non riesce a spegnere la sensazione di difficoltà di vivere e di muoversi in situazioni che si caricano emotivamente.
L'aspetto che maggiormente colpisce nell'opera prima di finzione di Gao Ming è una scelta estetica che lascia intravvedere il substrato da designer del regista: non solo riesce con grande efficacia a raccontare l'umidità che avvolge Shenzhen e a renderla protagonista all'interno del rapporto tra i due protagonisti, ma anche la prospettiva con la quale esplora la megalopoli che fu il punto di partenza della nuova via cinese allorquando, in considerazione della sua vicinanza ad Hong Kong, fu eletta da Deng Xiaoping a città modello del nuovo corso economico del paese, brilla per efficacia : una città deserta all'apparenza, nella quale il passato è lì , raffigurato dai grandi piloni carichi di ruggine del parco giochi che qualcuno vorrebbe riportare all'antica gloria che invece non tornerà più, una città che sembra quasi non riuscire a raggiungere mai il futuro in una rincorsa senza fine fatta di demolizioni e di scheletri giganteschi elevati verso il cielo.
Damp Season è comunque fondamentalmente un film intimo, nel quale si esplora la difficoltà a rapportarsi, dal quale emerge un senso di tristezza montante e dove i due personaggi si trovano a specchiarsi negli altri due , a momenti delle presenze puramente eteree nelle quali proiettano il loro male di vivere che poi è lo stesso per tutti; sono forse Yuan e Long gli specchi invertiti dei due personaggi, la loro proiezione nel futuro, il risultato della loro esistenza ?
Molte altre domande insinua nella mente il film di Gao Ming che già solo per questo va considerato lavoro di buon livello che, seppur non privo di qualche difetto, ci presenta un autore che a ragione può inserirsi in quel ristretto gruppo di nuovi cineasti cinesi che sembrano essere diventati una sorta di evoluzione di quelli della Sesta Generazione.
La fotografia di Ryuji Otsuka, regista dell'interessantissimo The Foolish Bird, ben asseconda le scelte stilistiche ed estetiche del regista; Huang Yucong, alla sua seconda esperienza sul grande schermo, e Chen Xuanyu, esordiente con un volto che ricorda quello della grande Tang Wei, sono bravissimi nel mettere sullo schermo i disagi e la tristezza dei due protagonisti.




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