Giudizio: 6/10
Grazie ad un esordio clamoroso al Festival di Busan che è valso ben tre riconoscimenti, Maggie, opera prima della giovane regista Yi Okseop, è diventato ben presto uno dei film più osannati del panorama indipendente coreano degli ultimi due anni, oltre a riscuotere riconoscimenti anche in altre rassegne cinematografiche.
In effetti se una cosa non manca di certo a Maggie è l'originalità grazie ad una abbondante dose di surrealismo e di ironia quasi demenziale, che lo rende lavoro che incuriosisce.
La storia prende via in un ospedale privato di Seoul ( nonostante il lascito ne prevedesse l'uso per tutti) in una sezione di radiologia dove una tecnica e il suo ragazzo consumano un atto sessuale che viene però anonimamente immortalato da una radiografia; quando la foto inizia a girare per l'ospedale l'infermiera Yoonyeong che ha da poco anch'essa consumato un incontro sessuale col suo fidanzato nella stessa sala , pensando di essere lei quella raffigurata nella radiografia inizia a meditare sulla opportunità di abbandonare il lavoro, spinta in questo anche da Kyeongjin una delle dirigenti dell'ospedale.
Ma quando la mattina dopo al lavoro si presentano solo loro due ( tutti si sentono colpevoli per un atto che evidentemente in molti praticavano ?...) Yoonyeong ritorna sulla sua decisione e siccome Kyeongjin è certa che quelle assenze siano tutti fasulle decidono di far visita ad un paio di dipendenti per accertarsene: un confronto insomma tra chi crede nella fiducia e nell'onestà e chi invece vive del cinismo del dubbio.
Da qui in poi il film è un continuo di scene che spesso sembrano essere totalmente slegate tra di loro e che seguono un labile filo narrativo, ma soprattutto tutto ciò che sentiamo raccontato viene dalla bocca di un pesce gatto che un paziente si è portato in ospedale, un esser dotato forse di doti vaticinatorie che anticipano dei singolari incidenti che si verificano a Seoul con improvvise aperture di gigantesche buche.
Senza andare troppo oltre nel racconto, a parte accennare al fatto che la fiducia che nutre Yoonyeong subisce dei duri colpi soprattutto riguardo al rapporto col fidanzato, è facile intuire come Maggie sia film tutt'altro che convenzionale nel quale però la regista cerca di infilare un po' tutto e spesso anche alla rinfusa: la tematica dell'onestà e della fiducia nei rapporti interpersonali, la forza del dubbio che si insinua nelle esistenze e di fronte al quale c'è come rimedio solo la verità, qualche tema sociale sulla società capitalistica e un aforisma che sentiamo ripetere spesso nel film e che in effetti sembra un po' il filo conduttore: " Quando cadiamo in una buca quello che dobbiamo fare non è scavare ulteriormente , ma cercare di uscire subito fuori".