Giudizio: 8/10
Dopo 15 anni di onesta carriera come attore Lu Yulai esordisce dietro la macchina da presa con il dramma famigliare Life of Zhang Chu, un racconto di ambizioni ed aspirazioni personali distrutte e svanite nel nulla.
Zhang Chu vive in una piccola città nel nord della Cina insieme a Li Hong, la sua attuale compagna dopo che la moglie Cao Shujuan se ne è andata a cercare gloria a Pechino piantandolo in asso e portandosi dietro il figlioletto della coppia.
Zhang Chu non ha nè arte nè parte, vive nella casa di Hong Li e della figlioletta di questa, vorrebbe comprarsi una casa sua per potere parmettere al figlio di potere vivere per qualche periodo con lui, ma non ha soldi; l'amico di una vita col quale è cresciuto dai tempi della scuola gli propone un lavoro all'apparenza banale che gli farà guadagnare però una bella somma di denaro; pur con qualche dubbio Zhang accetta e il film si apre proprio col lavoretto che il protagonista compie e che ben presto lo mette nei guai.
Da qui il film è un viaggio a ritroso anche di svariati anni con piani temporali che si mescolano e si confondono creando soprattutto all'inizio una certa confusione; in questo racconto a ritroso vediamo come Zhang e Cao si conoscono e si sposano, le problematiche della coppia con lei che mostra subito una smodata ambizione e una impellente voglia di lasciarsi alle spalle la realtà provinciale in cui vive; la separazione traumatica anche per i tradimenti di lei col riccone presso cui lavora , il rapporto di Zhang col figlio , l'unico aspetto che sembra conferirgli un minimo di vitalità; e poi l'incontro con Hong Li , anch'essa rientrata a casa dopo il tentativo di sfondare nel campo della musica a Pechino miseramente fallito e per finire la ricomparsa misteriosa di Cao Shujuan.
Il finale, enigmatico, lascia però almeno aperto uno spiraglio di ottimismo anche in base all'interpretazione che se ne vuole dare, in un film che comunque vive su una certa dose di pessimismo e di rassegnazione dolorosa.
Il dramma famigliare raccontato da Lu si arricchisce però anche di tanti piccoli drammi personali che sono quelli di chi insegue una ambizione in maniera illusoria ritrovandosi con la delusione tra le mani e con un senso di sconfitta.
Nel dramma della coppia Zhang-Cao c'è un passato scomodo da sostenere: lui era un ex giocatore di pingpong , grande promessa , lei una ragazza che ha sempre avuto , come confessa nel finale l'ex marito, il terrore di rimanere povera e ha quindi inseguito la ricchezza ed il benessere in ogni maniera; ma l'illusione di trovare "La terra dei fiori di pesco" , come viene chiamata nel film quella aspirazione personale a trovare una sorta di terra promessa in cui si realizzano le ambizioni e gli ideali è anche quella di Hong Li che insegue la sua passione per il canto emigrando nella megalopoli , salvo dover tornare con la coda tra le gambe nella sua città natale di provincia e aprirsi un salone di bellezza; persino l'amico di Zhang, che eppure non si è mai mosso dalla sua città, non ha trovato la sua ideale sistemazione proprio perchè, forse, non ha mai voluto lasciare la terra dove è nato.
Insomma alla base di Life of Zhang Chu c'è questa sensazione tangibile di sconfitta che avvolge tutti, chi ha provato ad andarsene e chi invece è rimasto, forse per paura dell'imprevedibile e del futuro e che porta i personaggi ad avere una forma di volubilità affettiva, quasi un bisogno di trovare sempre qualcuno cui appoggiarsi.
La figura di Zhang Chu in particolare è oscillante tra due ossessioni: da un lato la sua per Cao che evidentemente non ha mai dimenticato e con la quale il rapporto amoroso si è consumato ed è terminato in maniera drammatica, dall'altra quella di Hong Li che mostra verso di lui una protezione eccessiva , persino materna sembrerebbe, ed il terrore che quell'amore reciso ma ancora non dimenticato possa tornare a germogliare.
A rendere il tutto ancora più intricato e per certi versi avvincente c'è il lato thriller che sta dietro alla storia, anche in questo caso un aspetto che genera un senso di sconfitta e di pesante tragedia che però probabilmente serve a mettere nella giusta luce in maniera definitiva il valore morale dei vari personaggi.
Vincitore nel giovane ma già prestigioso Festival di Pingyao diretto da Jia Zhangke ( cui il regista sembra a volte rimandare) e da Marco Muller del premio per il Miglior lavoro di un esordiente, Life of Zhang Chu si avvale dell'eccellente fotografia di Wang Meng, molto bravo nel delineare l'ambiente , sia negli interni che negli esterni, oltre ad un validissimo quartetto di attori: Geng Le è convincente nella parte del tenebroso e tormentato Zhang Chu, Qi Xi dà vita ad un memorabile personaggio quale Cao Shujuan, ricco di sfaccettature e per certi versi inquietante, Lu Xingchen è altrettanto brava nella parte di Hong Li e Yang Qiming dà una solida prova nei panni dell'amico di una vita di Zhang.
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