domenica 31 maggio 2020

Maggie ( Yi Okseop , 2018 )




Maggie (2018) on IMDb
Giudizio: 6/10

Grazie ad un esordio clamoroso al Festival di Busan che è valso ben tre riconoscimenti, Maggie, opera prima della giovane regista Yi Okseop, è diventato ben presto uno dei film più osannati del panorama indipendente coreano degli ultimi due anni, oltre a riscuotere riconoscimenti anche in altre rassegne cinematografiche.
In effetti se una cosa non manca di certo a Maggie è l'originalità grazie ad una abbondante dose di surrealismo e di ironia quasi demenziale, che lo rende lavoro che incuriosisce.
La storia prende via in un ospedale privato di Seoul ( nonostante il lascito ne prevedesse l'uso per tutti) in una sezione di radiologia dove una tecnica e il suo ragazzo consumano un atto sessuale che viene però anonimamente immortalato da una radiografia; quando la foto inizia a girare per l'ospedale l'infermiera Yoonyeong che ha da poco anch'essa  consumato un incontro sessuale col suo fidanzato nella stessa sala , pensando di essere lei quella raffigurata nella radiografia inizia a meditare sulla opportunità di abbandonare il lavoro, spinta in questo anche da Kyeongjin una delle dirigenti dell'ospedale.


Ma quando la mattina dopo al lavoro si presentano solo loro due ( tutti si sentono colpevoli per un atto che evidentemente in molti praticavano ?...) Yoonyeong ritorna sulla sua decisione e siccome Kyeongjin è certa che quelle assenze siano tutti fasulle decidono di far visita ad un paio di dipendenti per accertarsene: un confronto insomma tra chi crede nella fiducia  e nell'onestà e chi invece vive del cinismo del dubbio.
Da qui in poi il film è un continuo di scene che spesso sembrano essere totalmente slegate tra di loro e che seguono un labile filo narrativo, ma soprattutto tutto ciò che sentiamo raccontato viene dalla bocca di un pesce gatto che un paziente si è portato in ospedale, un esser dotato forse di doti vaticinatorie che anticipano dei singolari incidenti che si verificano a Seoul con improvvise aperture di gigantesche buche.
Senza andare troppo oltre nel racconto, a parte accennare al fatto che la fiducia che nutre Yoonyeong subisce dei duri colpi soprattutto riguardo al rapporto col fidanzato, è facile intuire come Maggie sia film tutt'altro che convenzionale nel quale però la regista cerca di infilare un po' tutto e spesso anche alla rinfusa: la tematica dell'onestà e della fiducia nei rapporti interpersonali, la forza del dubbio che si insinua nelle esistenze e di fronte al quale c'è come rimedio solo la verità, qualche tema sociale sulla società capitalistica e un aforisma che sentiamo ripetere spesso nel film e che in effetti sembra un po' il filo conduttore: " Quando cadiamo in una buca quello che dobbiamo fare non è scavare ulteriormente , ma cercare di uscire subito fuori".

In effetti Maggie a fronte di un taglio ironico e demenziale interessante , un ricercato stile visivo sostenuto da un montaggio efficace e spesso sincopato e da una serie di scene molto snelle, soffre un po' di confusione; in alcuni momenti sembra veramente che le scene siano buttate lì con ben poca organicità,avulse dal racconto nonostante questo si mantenga sempre su toni surreali.
Maggie insomma ha più il pregio di mostrarci , almeno nei suoi tratti principali accennati, una regista dalla indubbie capacità che un lavoro valido sotto ogni aspetto, che anzi sembra avere delle falle proprio sulla sceneggiatura , scritta a quattro mani dalla regista stessa e da Koo Gyohwan, anche attore nella parte del fidanzato di Yoonyeong.
Il film è in alcuni momenti divertente , sicuramente originale e fuori dagli schemi, fedele ai canoni indipendenti e mostra le cose migliori proprio nell'aspetto tecnico e nelle capacità di regia di Yi Okseop, soprattutto nella costruzione delle immagini e nel montaggio; di sicuro, al di là del valore di Maggie, è una regista che andrà seguita con attenzione.
Lee Juyoung  nella parte di Yoonyeong, Moon Sori in quella di Kyeongjin e il già citato Koo Gyohwan nei panni del fidanzato  costituiscono un terzetto più che convincente in ruoli non semplici, perchè sempre in bilico tra commedia, ironia e demenzialità.

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