Giudizio: 7.5/10
La presenza sul prestigioso palcoscenico di Cannes, seppure nella sezione Un Certain Regard, ha permesso al film di Midi Z, regista birmano di nascita e naturalizzato taiwanese, ospite abituale di rassegne prestigiose, di avere una visibilità enorme a maggior ragione perchè, un battage pubblicitario in buona parte però fazioso, ha inteso presentare Nina Wu come un film naturale conseguenza ed evoluzione del movimento #metoo, creatosi in seguito alla scoperta e alla denuncia delle malefatte pietose di Weinstein e compari nel mondo dello spettacolo e del cinema in particolare.
Va detto subito che appiccicare una etichetta simile al film lo mortifica semplicemente perchè Nina Wu è ben altro, seppur con tutti i limiti legati in maniera intrinseca all'opera, pellicola di spessore e di respiro decisamente più ampio , in cui i maltrattamenti piscologici e sessuali subiti dalla protagonista sono solo una piccola fetta della tematica generale veicolata dal racconto.
Nina Wu infatti è la storia di una ragazza, quella il cui nome dà il titolo al film, che per seguire la sua passione per la recitazione, abbandona la compagnia provinciale in cui si esibisce nella campagna taiwanese per tentare il grande balzo verso le vette cinematografiche di Taipei.
Pe molti anni Nina lavora in filmati pubblicitari o in corti di poca importanza prima di finire ad interpretare una di quelle ragazze on line che intrattengono un pubblico di solitari disadattati in cerca di compagnia seppur virtuale.
Quando tutto sembra avviato verso la certificazione di una sconfitta cocente, Nina riceve una offerta di grande importanza: il provino per una parte di primo piano in un film di livello; unico problema è la necessità di dovere girare una scena di nudo integrale con atti sessuali espliciti oltre tutto con due uomini.
Spinta dal cinico agente che le fa capire che per lei è l'ultima spiaggia Nina si presenta al provino ed ottiene la parte, ma da quel momento in poi inizia un inferno che si accende dentro lei stessa e che ne mina la stabilità emotiva e psicologica; inoltre girare il film è una sorta di prova ad eliminazione , vessata da un regista cinico e senza scrupoli e sempre più immersa in una ossessione che si ripete proprio come la frase che reitera spesso nel film che sta girando ma che è lo specchio della sua realtà: " Non stanno distruggendo il mio corpo, ma anche la mia anima; farò qualcosa che tutti rimpiangeranno".
Per Nina , diventata finalmente attrice di grido, inizia però la discesa in un incubo che appare senza fine e che si coagula intorno alla sua ossessione di essere perseguitata da una donna che sembra una delle sue colleghe che parteciparono al provino, inoltre il suo ritorno a casa per andare a trovare la madre porta un carico di angoscia ancora superiore non solo per le condizioni della madre ma anche per i problemi economici del padre, un patetico imprenditore che produce buste di palstica, prodotto ormai in via d'estinzione.
Tornata a casa Nina ritrova anche la sua amante, una collega che al contrario di lei, è rimasta nella piccola compagnia di provincia ad interpretare Il Piccolo Principe per bambini e con la quale ha dovuto interrompere la relazione che vorrebbe ricucire.
Insomma il mondo di Nina Wu , raggiunto il successo, diventa un incubo, nel quale è difficile distinguere tra realtà, finzione cinematografica e immaginazione, quasi una dissociazione permanente della propria esistenza.
Appare chiaro che limitare il film di Midi Z ad un semplice grido di allarme sulla violenza psicologica che regna nel mondo della cinematografia, storicamente un ambiente organizzato in maniera patriarcale e misogina e clamorosamente portato alla luce negli ultimi anni da numerose denunce, è quindi fortemente limitativo, perchè Nina Wu ha pretese ed obiettivi ben diversi: il film è costruito con una eleganza formale impeccabile che si perpetua in ogni scena, tutta la pellicola è permeata di atmosfere stilistiche che richiamano in maniera neppure tanto nascosta certo cinema di David Lynch( basti pensare a Nina nel suo conturbante vestito rosso, i lunghi corridoi con la moquette a disegni, le stanze numerate), ma anche di quel continuo ondeggiare tra realtà , immaginazione, realtà cinematografica che si intersecano si sovrappongono , si susseguono e si rincorrono, creando quel flusso di immagini che sono specchio di una realtà multiforme; frequentemente vediamo Nina impegnata nel film e poi ritrovarsi nella sua realtà che nasce dalla sua personalità in preda alle ossessioni e alle paure.
Questo è sicuramente l'aspetto più bello e valido del film di Midi Z, un grande inganno della mente e della realtà, del cinema e dell'immaginazione nel quale si trova invischiata in maniera patologica, come reazione ad un peso insostenibile, la protagonista ormai divenuta ingranaggio della macchina dello spettacolo e dell'intrattenimento.
E questo, soprattutto, è l'aspetto che fa di Nina Wu un film affascinante, elegantissimo, per molti versi arcano e anche ostico e che riesce a lasciarsi alle spalle alcuni aspetti che indubbiamente non convincono in pieno.
Wu Kexi, anche sceneggiatrice che ha voluto raccontare le sue esperienze nel mondo del cinema e abituale collaboratrice di Midi Z, è la magnifica protagonista: la sua Nina Wu è un personaggio tenero e tragico, per certi versi spaventoso e fragilissimo, travolto dalla pressione del suo ruolo e dell'agognato successo.
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