Giudizio: 6/10
La storia raccontata in The Drug King è quella ( vera) di uno dei più importanti e temuti gangster della Corea dal Sud negli anni 70, creatore di un impero economico grazie al traffico di stupefacenti, in particolare di metanfetamina che si affacciava in quegli anni sul mercato delle droghe pesanti.
Il Drug King è Lee Doosam, piccolo imbroglioncello che traffica in oro e orologi nella città portuale di Busan; con tale attività mantiene la sua famiglia che conta di moglie, figlie e persino un cugino mezzo scemo.
Lee sarà il sacrificato allorquando la polizia sventa il traffico di orologi col Giappone e l'uomo , prima di finire in galera, subirà anche le attenzioni tutt'altro che gentili dei servizi segreti.
Uscito di galera dopo quattro anni Lee si troverà quasi per caso a fare il corriere della droga, entrando in un mondo che in breve tempo, grazie a mosse astute e a conoscenze azzeccate, lo vedrà affermarsi come uno dei principali signori della droga, dapprima grazie al commercio col Giappone e poi nella stessa Corea, coadiuvato da personaggi spietati e ben poco raccomandabili, ed infine per mezzo del legame con la bella Junga, una che frequenta i giusti personaggi che possono tornare utili per gli affari futuri.
Messo sotto pressione dal nuovo procuratore rampante e privo di scrupoli Kim, Lee dovrà trovare una via d'uscita, abbandonato dalla moglie e da tutti, chiuso nel suo fortino come uno Scarface asiatico.
Ci sono diverse cose che in The Drug King funzionano, soprattutto all'inizio quando una buona commistione di generi (commedia e action), una presenza costante e decisa di musica che rimanda agli anni 70 e una ambientazione suggestiva e molto attenta a disegnare i contorni di un paese che cercava di avviarsi ad una modernizzazione pur essendo ancora paralizzato da un potere corrotto e antidemocratico danno un buon ritmo e creano il giusto palcoscenico al racconto; con queste premesse il personaggio di Lee , di cui vediamo la rapida ascesa, assume i caratteri di un modello antropologico dell'epoca, un sempliciotto, dedito alla famiglia che pensa che muoversi nel sottobosco della società su quel filo di lana che limita la legalità dal reato sia ben poca cosa quando si ha da mantenere una famiglia.
Inoltre Lee , in una evoluzione anch'essa antropologicamente definita, è anche la vittima di quel sottobosco che sarà la causa dei suoi anni di prigionia.