Giudizio: 6/10
Shim è il burbero proprietario di un complesso di case popolari di Aridong, detestato per la sua avarizia e per la sua indefessa costanza nel perseguitare chi rimane indietro con i pagamenti, i suoi condomini lo vedono come il fumo agli occhi e nel quartiere la sua fama lo precede facendone il soggetto più malvoluto e odiato dalla comunità, al punto che quando dapprima un vecchio che vive solo, e poi un ex detective, Choi, muoiono in casa , il popolino non tarda a considerarlo come uno dei possibili assassini, anche se ai due si aggiunge un altro cadavere trovato in un terreno in costruzione.
Proprio Choi , poche ore prima di morire a causa di una maldestra impiccagione simulata, aveva confidato a Shim di avere trenta anni prima studiato e non risolto un caso che presentava caratteristiche simili a quanto stava accadendo in quel momento: omicidi di anziani seguiti poi dal rapimento di alcune ragazze giovani.
Inizialmente poco propenso a credere ad una simile ipotesi, Shim deve ricredersi nel momento in cui Kim una ragazza che vive in uno dei suoi appartamenti sparisce in circostanza misteriose e una sua amica viene trovata ammazzata in casa.
Ultimo tocco che completa il quadro, la comparsa di uno strambo personaggio, Park, che con Choi condusse le indagini sul caso di trenta anni prima che tante analogie ha con le morti attuali.
Da qui in poi la storia avanza in maniera ben poco lineare tra atmosfere da commedia, scalcagnato bud movie , thriller con inserti action e film sociale attento alla condizione degli anziani nella società coreana, con un finale al limite dell'iperealismo.
Il regista Kim Hongsun, al suo terzo lavoro, imbastisce una storia che presenta premesse molto valide, costruisce situazioni che repentinamente mutano l'atmosfera del racconto, utilizzando vari generi cinematografici il più delle volte con una buona efficacia e riesce a dare uno spessore soddisfacente a molti dei suoi personaggi.
E' nel momento in cui le premesse confezionate debbono fare i conti con lo sviluppo narrativo che The Chase mostra più di un inciampo, anche perchè cerca, attraverso il continuo contorcersi del racconto inseguendo colpi di scena che ribaltano le situazioni, di alimentare la tensione; ne consegue che la parte finale è molto meno convincente della prima , e non solo per le scelte narrative cruciali, ma soprattutto perchè si insegue una quadratura del cerchio difficile da ottenere.
Se va apprezzato il tentativo di costruire un racconto che cerchi di svincolarsi dai canoni più ortodossi del thriller sfruttando spesso toni da commedia, è anche vero che The Chase non riesce ad essere convincente nell'intimo della storia, riuscendo con molta difficoltà a far conciliare gli eventi avvenuti in un lasso di tempo così ampio, giungendo inoltre a conclusioni persino poco chiare.
Di certo ciò che funziona in The Chase è l'accoppiata improvvisata di investigatori Baek Yunshik-Sung Dongil: il primo nei panni di Shim la carogna dall'animo gentile che come si dice nel film " urla , abbaia ,minaccia , ma non ha mai buttato nessuno in strada", il secondo nel ruolo dell'ex detective Park, personaggio che sembra uscito da un telefilm del Tenete Colombo.
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