lunedì 29 dicembre 2014

The Silence ( Baran bo Odar , 2010 )

Giudizio: 7.5/10

E' un film tosto The Silence, opera seconda di Baran bo Oder; lo è perchè fuori da ogni intento di facile presa tratta il tema della pedofilia senza esecrazione ostentata e facile, senza pietismo da quattro soldi e soprattutto senza ipocrisia.
Non che il film sia asettico verso la tematica, tutt'altro, ma si costruisce fotogramma dopo fotogramma con la ferma decisione di lasciarsi alle spalle le ovvietà e le emozioni forcaiole.
Un delitto atroce avvenuto 23 anni prima, in cui una adolescente viene brutalmente violentata e assassinata rimasto senza colpevole inseguendo inutilmente una pallida scia lasciata da una automobile rossa, si ripete con angoscianti concidenze negli stessi luoghi della provincia tedesca.
Noi sappiamo da subito chi sono l'assassino e il suo complice, quest'ultimo dopo 23 anni felicemente sposato con prole, scopriamo invece lentamente nel film, grazie a lunghi flash back come i due si siano ritrovati accomunati dalla insana attrazione per le ragazzine consumata con la visione di film pedopornografici in rigoroso formato super8.

sabato 27 dicembre 2014

In Bloom ( Nana Ekvtimishvili , Simon Gross , 2013 )

Giudizio: 7/10

Il muro di Berlino è caduto da poco e l'impero sovietico è ormai frantumato in mille pezzi; anche nella Georgia, che fra tutte le Repubbliche ex sovietiche appariva come quella più pronta alla democrazia e alla libertà, lo sfacelo dell'impero sovietico ha portato guerre e sconvolgimenti sociali.
Siamo nel 1992 a Tbilisi, per le strade si combatte una guerra tra poveri per il pane, gli orfani del comunismo si ritrovano in un paese dove sembra regnare la delinquenza e le usanze arcaiche feudali, i ragazzini si atteggiano a piccoli boss e girano con coltelli e pistole, le famiglie sono soverchiate dai problemi economici e dai sussulti sociali.
In questo contesto si muove la storia di Eka e Natia, due ragazzine amiche per la pelle, che si affacciano alla vita così come il Paese si avvia lentamente a camminare da solo: due famiglie in cui manca la serenità, quella di Eka è priva del padre, in galera, quella di Natia è oppressa da un padre violento e ubriacone.

mercoledì 24 dicembre 2014

Temporary Family / 失戀急讓 ( Cheuk Wan-Chi / 卓韻芝 , 2014 )

Giudizio: 7/10

In un epoca di grande incertezza in cui tutto sembra aleatorio e fragile anche nella ricca Hong Kong il bene rifugio è la casa: una specie di ossessione che attanaglia gli HKesi alla ricerca di una sicurezza venuta meno negli ultimi anni, vuoi per problemi sociali e politici, vuoi per tempeste economiche che hanno investito l'Asia con la forza di uno tsunami.
E dove c'è un mercato florido, spasmodico, dominato dall'irrazionalità ci sono gli immancabili speculatori, in questo casi gli agenti immobiliari pronti come locuste a divorare i clienti per accaparrarsi le provvigioni delle transazioni.
E' in questo contesto che si sviluppa Temporary Family, una commedia quasi classica che ha il pregio di affrontare l'argomento scottante con leggerezza e con la giuste dose di disincanto e di ironia come impone il genere.
Lung è un agente immobiliare a cui la fidanzata ha dato un anno di tempo per comprare una casa adeguata affinchè possano sposarsi, ovviamente fuori dalla sua portata, e quindi affamato di soldi, Charlotte è una fresca divorziata che ancora spera di riavere con sè il marito, Hak è la figliastra di Leung lasciatagli in eredità dalla moglie dopo il divorzio, Very è un giovane mainlander che lavora con Lung , figlio di un riccone che vuole dimostrare al padre di essere capace di farsi una vita sua in stile HKese e intanto gira con potente e lussuose auto: un quartetto in cerca di qualcosa nella Hong Kong del terzo millennio, e cosa di meglio per fare soldi che gettarsi nella speculazione immobiliare?

martedì 23 dicembre 2014

Overheard 3 / 竊聽風雲3 ( Alan Mak / 麥兆輝 , Felix Chong / 莊文強 , 2014 )

Giudizio: 7/10

Gli unici esili fili che tengono insieme questa atipica trilogia, oltre ai registi Alan Mak e Felix Chong, sono il tema della malavita finanziaria e la presenza, rassicurante a dire il vero, del trio di attori protagonisti.
Overherad non è infatti una classica saga con una base narrativa comune, è piuttosto un racconto sfaccettato e in vari capitoli indipendenti di quel salto di livello che la malavita ha ormai in tutto il mondo messo in atto: basta quindi coi boss di quartiere che comandano sulla strada e nei fumosi locali notturni, quasi un retaggio pittoresco della vecchia malavita organizzata coagulata intorno alle Triadi, e spazio ai boss in colletto bianco e ai luminosi uffici nei grattacieli di cristallo, proprio nel cuore della finanza HKese.
Overheard ha indubbiamente contribuito in maniera decisiva alla creazione di questo nuovo sottogenere, nel solco del quale abbiamo anche assistito all'affollarsi di svariati altri lavori, quasi sempre a dir poco deludenti e anche in questo terzo capitolo sembra voler rimanere fedele alle sue caratteristiche.

lunedì 22 dicembre 2014

The Railway ( Aleksei Fedorchenko , 2007 )

Giudizio: 8/10

In una piccola città ai margini della grande steppa siberiana due prodi personaggi mettono a punto un assurdo piano per risolvere i problemi della scuola di cui uno è preside e per affacciarsi al magico e misterioso mondo sconfinato della steppa con il suo bambino l'altro: rubare la gloriosa locomotiva a vapore guidata dal pioniere russo ferroviere che fa bella vista come monumento storico nel centro del paese e avventurarsi sulla vecchia linea ferrata che attraversa la Siberia, ormai dismessa , ma che un tempo era l'orgoglio di tutti i piccoli villaggi che attraversava, l'orgoglio di un paese in cui la forza della passione e del romanticismo permeava ogni cosa; trasformarsi in nostalgici dei vecchi carovanieri che portavano merce da vendere lungo il viaggio, scambiando il carbone furtivamente sottratto alla grande miniera a cielo aperto con tutto quanto possa servire per comprare materiale per la scuola.
Il topos più cinematografico che esista, quello del viaggio, è l'anima del secondo lavoro di Aleksei Fedorchenko: un on the road a bordo di un mostro di ferraglia sbuffante vapore che si fa strada tra le erbacce della vecchia linea in disuso con alla guida un veterano macchinista e con un piccolo drappello di folli e visionari avventurieri;a bordo della macchina a vapore c'è anche spazio per lo spirito della madre del piccolo che abbandonò lui e il padre e che quest'ultimo in un testardo e patetico tentativo di tenerezza e di amore cerca di ricordare al figlio nelle vesti di una eroina senza paura  pur di nascondere il suo fallimento.

sabato 20 dicembre 2014

A Hard Day ( Kim Seong-hoon , 2014 )

Giudizio: 8/10

Presentato a Cannes nella sezione Quinzaine des Realisateurs, ricevendo buoni giudizi, A Hard Day è risultato in Corea uno dei film di maggior successo al botteghino, oltre a ricevere importanti riconoscimenti in svariate rassegne cinematografiche compreso il Blue Dragon Film Award.
L'opera seconda del regista Kim Seong-hoon è in effetti film che mostra numerosi pregi, rilancia in maniera prepotente il thriller movie coreano che di recente aveva intrapreso derive più spettacolari che sostanziali e regala momenti di autentica suspance ben sostenuto da una storia ad incastri efficace.
Per il detective della squadra omicidi Go è una notte di quelle da non dimenticare: dapprima la notifica del divorzio, poi il funerale della madre, quindi una improvvisa indagine interna che scopre loschi traffici di denaro nella sua squadra che gli impongono un frettoloso ritorno in centrale e per finire l'incidente d'auto nel quale investe ed uccide un uomo. Per non soccombere ulteriormente il detective decide di disfarsi del cadavere dell'uomo e una volta passata la nottata, lungi dall'avere sistemato le cose , si renderà conto che quello è stato solo il prologo di una serie di eventi drammatici che metteranno a repentaglio non solo la sua posizione lavorativa , ma anche la vita.

giovedì 18 dicembre 2014

Oltre il Guado [aka Across the River] ( Lorenzo Bianchini , 2013 )

Giudizio: 8/10

Con al suo attivo ormai tre cortometraggi e quattro lungometraggi, Lorenzo Bianchini può degnamente essere considerato uno dei cineasti più validi all'interno del panorama desolante del Cinema italiano e sicuramente il miglior regista di horror movie.
E siccome è bravo e preparato ma fieramente indipendente, seguendo la legge imperante nel nostro paese che emargina chi non si adegua a certe regole, spazio per lui nei circuiti ufficiali non ce n'è, nonostante le ripetute prove offerte a confermare le sue indubbie capacità.
Dopo aver prodotto da solo, o con il piccolo ausilio di qualche benemerito ente friulano, tutti i suoi precedenti lavori, con Oltre il Guado qualcosa sembra muoversi ed i riconoscimenti per la sua ultima opera non sono tardati da arrivare, seppur relegati in rassegne cinematografiche minori.
Ispirandosi alla scuola horror italiana fatta di grandi artigiani appassionati Bianchini anche in Oltre il Guado conserva quella sua purezza formale che è il suo pregio più grande e che gli consente di girare opere dal grande impatto visivo con mezzi limitati in cui le atmosfere, imprescindibilmente legate al suo esser friulano, colpiscono in maniera indelebile.

martedì 16 dicembre 2014

Old Boys : The Way of the Dragon / 老男孩猛龙过江 ( Xiao Yang / 肖央 , Wang Xiaoli / 王太利 , 2014 )

Giudizio: 7.5/10

Oltre a risultare un notevole successo commerciale in Cina, Old Boys : The Way of the Dragon regala anche la piacevole sorpresa di essere uno dei lavori più interessanti della seconda metà dell'anno in corso nel campo delle commedie.
Basandosi su un canovaccio ormai classico, il film è uno dei tanti derivati dal filone " Saranno Famosi", in cui ci sono sogni da inseguire e aspirazioni da realizzare: peccato che in Old Boys i sogni non si realizzino e le aspirazioni si scontrino in maniera fragorosa contro una realtà quotidiana stridente e lontana dalle luci del successo.
I Chopstick Brothers, i registi del film oltre che interpreti, sono un duo musicale che sogna il grande successo sin dai tempi della scuola; dopo un periodo iniziale di grandi aspettative il duo si scioglie per causa di una ragazza che si insinua nella coppia.
I due prendono strade diverse, relegando la loro passione musicale a squallide performance da bar di quarto ordine fino a quando qualcuno non cerca la miracolosa riunificazione per inviarli ad un talent show in America.

venerdì 12 dicembre 2014

Z Storm / Z風暴 ( David Lam Tak-Luk / 林德祿 , 2014 )

Giudizio: 4.5/10

C'era una volta l'action-crime-thriller movie all'HKese che pulsava di vite distrutte, di infiltrati e di doppiogiochisti, di poliziotti dalle mani unte e trasandati tristemente seduti ai banchetti degli street food, di delinquenti che avevano,a volte , nel più remoto angolo della sporca anima quel rigurgito trattenuto e pronto ad esplodere, di melodramma sincero, di storie di amicizia e di uomini veri e tosti con qualche apparizione femminile sempre funzionale al machismo tenero ed imperante; da qualche anno a questa parte, complice una identità sempre più traballante e sempre più legata al ruolo di capitale finanziaria dell'oriente rampante, quel genere si è trasformato in una parata di finanzieri senza scrupoli, poliziotti corrotti che hanno venduta l'anima al diavolo per trenta monete, delinquenti in colletto bianco, tecnologie mirabolanti, truffe che viaggiano alla velocità di un click sulla tastiera del computer: Overheard , giunto ormai al terzo capitolo è forse il capostipite di questo nuovo sottogenere che aspira a diventare genere a tutti gli effetti; sta di fatto che la nostalgia per quei lavori meno patinati, più sanguigni , più veri, direi quasi più artigianali comincia a montare prepotentemente.

giovedì 11 dicembre 2014

Miss Violence ( Alexandros Avranas , 2013 )

Giudizio: 7/10

Sarà la profonda crisi che ha colpito la Grecia, temibile esempio di sfascio economico inseguendo un ritmo europeo insostenibile, fino ad avvelenare la vita dei nostri cugini ellenici, ma il Cinema di quel paese si contraddistingue ormai da qualche anno come uno dei più lucidamente duri e spietati del panorama europeo; mentre dai Balcani giungono storie tutte più o meno legate a doppio filo al dramma della guerra che vi ha imperversato per anni, i cineasti greci rivolgono lo sguardo su quella che una volta era la classe dominante e portante del paese, quella borghesia che per tanti anni è stata il perno di un regime autoritario e che ora la crisi economica ha messo in ginocchio.
Miss Violence, film ricco di riconoscimenti elargiti dalla Mostra del Cinema di Venezia nel 2013, è lavoro che sembra essere stato ideato per fare da contraltare a quel Kynodontas di Lanthimos che tanto colpì cinque anni fa per la sua lucida e fredda spietatezza.
A ben guardare però Miss Violence ha in comune col lavoro di Lanthimos solo l'ambientazione quasi claustrofobica famigliare: i temi e la resa del film sono nettamente diversi e anche la cifra stilistica si pone su un piano diverso.

sabato 6 dicembre 2014

The Four 3 / 四大名捕3 ( Gordon Chan / 陈嘉上 , Janet Chun / 秦小珍 , 2014 )

Giudizio: 5/10

Finalmente siamo giunti al capolinea: con il terzo episodio dall'inequivocabile sottotitolo The Last Battle, la saga cinematografica The Four, ispirata alla serie di novelle di Woon Swee Oan, arriva al suo epilogo.
Il film diretto da Gordon Chan e Janet Chun, molto più fantasy che wuxia, aveva già tutto apparecchiato con il finale del precedente: la battaglia decisiva era inevitabile ed attesa, motivo per cui tutto questo terzo episodio è un lento avvicinarsi, con sprazzi di spettacolarità ad uso e consumo 3D, allo scontro finale che sistemerà tutto.
Con la fine del secondo capitolo, infatti, delle profonde crepe si aprono nel ristretto gruppo della Divine Constabulary a causa di sorprendenti rivelazioni sul passato: in particolare Emotionless, scoperto che uno dei compagni partecipò per conto dell'imperatore al massacro della sua famiglia, lascia il gruppo all'interno del quale piccoli sospetti e divergenze si fanno strada.

martedì 2 dicembre 2014

Breakup Buddies / 心花路放 ( Ning Hao / 宁浩 , 2014 )

Giudizio: 7/10

L'obiettivo principale Ning Hao lo ha raggiunto col suo ultimo lavoro: botteghini sbancati in patria e clamorosi incassi anche in America dove il film è uscito in un numero limitato di sale che ne hanno comunque decretato il successo commerciale.
Breakup Buddies è infatti un tipico film per fare cassa, senza con ciò voler intendere una qualità scadente, ma è indubbio che l'esperienza di No Man's Land ha insegnato molte cose all'ex ragazzo prodigio del cinema cinese: quattro anni di lotte improbe con la censura, tagli ed elaborazioni hanno impedito al regista di far vedere la luce al suo lavoro nei tempi stabiliti.
Ecco quindi che con quest'ultima pellicola Ning Hao va sul sicuro: film commerciale, facilmente fruibile e digeribile dalla censura, commedia romantica che sempre più sta diventando il genere di punta nella cinematografia cinese e nei gusti del pubblico.
Che poi Breakup Buddies sia film comunque da vedere e divertente è altro discorso: chi ha visto il tribolato precedente lavoro stenterà a riconoscervi la mano del regista, ma tutti debbono mangiare e quindi anche il buon Ning Hao è passato a riscuotere , forte della sua fama e dei successi passati.

venerdì 28 novembre 2014

Yellow Earth / 黄土地 ( Chen Kaige / 陈凯歌 , 1984 )

Giudizio: 9/10

L'opera prima di quello che sarebbe diventato presto uno degli esponenti di punta della Quinta Generazione di cineasti cinesi è uno di quei film che attira su di sè l'aura del lavoro storico: per quanto può valere, le classifiche stilate da varie istituzioni o riviste specializzate  pongonoYellow Earth immancabilmente nei primi dieci posti tra i film più belli di tutto il panorama cinematografico cinese d'ogni tempo.
A 32 anni il giovane Chen Kaige, da due anni diplomato all'Accademia di Pechino con altri registi che diedero inizio alla stagione cinematografica della Quinta Generazione, dirige questo straordinario lavoro la cui importanza e valore vanno oltre al fatto di essere considerato una sorta di manifesto della corrente cinematografica.
Di sicuro da quei primi anni ottanta in avanti, il cinema cinese divenne un'altra cosa rispetto a quello che dalla Liberazione in poi era stato: non più solo propaganda e cinema collettivista, bensì racconto di storie cariche di umanità e di dolore, di speranze e di aspirazioni.

giovedì 27 novembre 2014

The Best Plan is no Plan / 溝女不離三兄弟 ( Patrick Kong Yip Lim-Sum / 葉念琛 , 2013 )

Giudizio: 4.5/10

Nella ormai non trascurabile filmografia di Patrick Kong The Best Plan in no Plan costituisce uno dei passi falsi più clamorosi: quello che fu lo sceneggiatore di Men suddenly in black di Pang Ho-Cheung infatti non riesce a mettere un piedi un lavoro che abbia un minimo di interesse, troppo oscillante tra i consueti spazi in cui  la commedia di Hong Kong da qualche anno si dibatte con fortune molto alterne.
Mescolare la commedia brillante romantica con il dramma conduce fuori strada fragorosamente ed il risultato è un lavoro che offre ben poco che possa giustificare la visione.
Come spesso succede quando le idee sono poche, si cerca di supplire con funambolici contorsioni della trama che partendo da una iniziale tripartitura si ritrova a convergere ben presto con inutili orpelli e stratagemmi che non portano da nessuna parte.
La storia ruota intorno a tre uomini, ognuno dei quali in qualche modo vittima sacrificale di un mondo che sembra aver fatto dell'uomo l'oggetto del sacrificio e la donna la spietata creatura onnivora.

martedì 25 novembre 2014

Grand Budapest Hotel ( Wes Anderson, 2014 )

Giudizio: 7.5/10

Uno scrittore che racconta come ha pubblicato il suo libro: raccontando ciò che anni prima il proprietario di un lussuoso albergo, ora in rovina, gli raccontò sugli eventi accaduti negli anni 30: sembra un no sense, un astruso gioco di rimandi e di flashback, ma questo è Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, liberamente ispirato alle opere di Stefan Zweig, scrittore austriaco tra i più importanti del primo Novecento, cui il regista americano dedica un sentito omaggio con l'opera cinematografica.
Tutto ciò che è stato negli anni il marchio di fabbrica di Wes Anderson viene amplificato fino all'eccesso in questo lavoro che ottenne alla Berlinale il Gran Premio della Giuria: il gusto per la narrazione e per lo stile, qui estremizzato fino a creare un connubio tra kitsch e barocco, i personaggi spesso sopra le righe, la ricerca di un ambientazione fantastica , quasi fiabesca, si fondono in un unico monoblocco granitico che conferisce al film le vesti di una storia sospesa tra il reale ed il fantastico.

venerdì 21 novembre 2014

Central Station [aka Central do Brasil] ( Walter Salles , 1998 )

Giudizio: 8.5/10

Sul suo banchetto nella affollatissima stazione Dora scrive lettere per gli analfabeti: pensieri, insulti, minacce, parole tenere, un flusso di parole grazie al quale arrotonda la sua misera pensione da ex insegnante; la sua è una vita solitaria tra vagoni stracolmi e le chiacchiere a casa con la sua amica vicina di casa; unico sprazzo l'arrogarsi il diritto di scegliere quale lettera inviare effettivamente e quale cestinare.
Un giorno una delle sue estemporanee clienti muore investita da un bus: nelle lettere inviate al marito lontano lo informava che il figlio che lui mai aveva conosciuto voleva incontrarlo.
Dora , in un impeto di pietas, si prende cura del ragazzino rimasto solo, nonostante il suo cinismo , quasi una misantropia malcelata, la porti ad essere tutt'altro che solidale con il prossimo.
Dapprima porterà il ragazzino in un centro per bambini soli da adottare, rimediando anche una discreta cifra di soldi; ma quando capirà che quella è solo l'anticamera del traffico di organi e di merce umana se lo riprende e fugge con lui intenzionata ad esaudire il desiderio del ragazzino di rivedere il padre.

mercoledì 19 novembre 2014

Steel Cold Winter ( Choi Jin-sung , 2013 )

Giudizio: 7/10

In un gelido inverno tra le montagne che circondano uno sperduto villaggio perennemente ricoperto di neve e ghiaccio, si incontrano e si consumano le esistenze di due giovani liceali alla deriva.
Lui viene da Seoul dove il suicidio di un compagno di scuola alimentato da pettegolezzi lo ha spinto a sua volta sull'orlo del baratro, lei è una ragazza taciturna e dall'aspetto triste e misterioso che ama pattinare sul lago ghiacciato; nel loro incontro sembra già esser scritto il destino.
La ragazza vive col padre ritardato e deve sopportare le maldicenze dei paesani che vedono nel rapporto padre-figlia un chiaro incesto.
Tra i due la forza di attrazione e quella di spontanea ripulsione sembrano in costante contrasto fino a quando il giovane, reso dubbioso inizialmente dalle voci che circolano, capisce che lei è una sorta di immagine di se stesso riflessa: disperata, sull'orlo dell'abisso, alla ricerca di una esistenza che torni ad essere colorata e non oppressa dal bianco del ghiaccio invernale.

martedì 18 novembre 2014

Lucia de B. ( Paula van der Oeste , 2014 )

Giudizio: 6.5/10

L'infermiera olandese Lucia de Berk fu protagonista nei primi anni duemila di uno dei casi giudiziari più controversi e clamorosi d'Europa: la donna fu arrestata nel 2001 e condannata all'ergastolo in primo e secondo grado per la morte di alcuni pazienti da lei curati e per il tentato omicidio di altri; per il fatto che una parte dei paziente fossero bambini poco più che neonati il caso scatenò le immancabili follie collettive che portarono ad una sorta di caccia all'untore fino a che  la donna solo nel 2010 dopo sette anni di galera fu riconosciuta innocente e rilasciata con tante scuse.
L'immancabile epiteto di "Angelo della morte" fu subito marchiato a fuoco sulla pelle della poveraccia che aveva il solo torto di essere una persona silenziosa , schiva, solitaria con un passato tragico alle spalle fatto di prostituzione giovanile, un divorzio e una certa passione per l'occultismo e la cartomanzia.
Il film di Paula van der Oeste si muove tra il più classico dei thriller giudiziari e l'indagine psicologica e antropologica della protagonista con frequenti riferimenti a certe tendenze della società sempre pronta ad additare le "stranezze" ed il mancato conformismo e , nel particolare della storia, certi legami poco chiari personali tra gli amministratori dell'ospedale dove Lucia lavorava e gli ambienti giudiziari.

lunedì 17 novembre 2014

Enthralled /愛尋迷 ( Chip Tsao/曹捷 , 2014 )

Giudizio: 5/10

Personaggio di spicco nel panorama giornalistico di Hong Kong, scrittore e columnist di successo, Chip Tsao esordisce come regista  e sceneggiatore in questo lavoro che rispecchia in buona parte la verve polemica e sarcastica dello scrittore soprattutto riguardo alla società HKese.
Enthralled lascia la sensazione alla fine della visione di un tentativo di prendere a vigorose spallate una certa immagine ormai consolidata di Hong Kong anche in relazione alla sua tradizione cinematografica: se la sceneggiatura mostra spunti interessanti,  la regia lascia alquanto a desiderare soprattutto perchè tenta di imbastire un racconto che fa acqua da tutte le parti e che cerca disperatamente di rendersi complesso ed intricato.
La storia vede come protagonisti tre amici, tutti originari della Cina continentale che si ritrovano dopo molti anni e che hanno intrapreso strade diverse: c'è il finanziere d'assalto che ha studiato in Canada, c'è il rappresentante di una classe meno agiata che sbarca il lunario come parrucchiere e c'è l'idealista con una madre gravemente malata e un padre che non ha mai conosciuto che insegna in un corso di letteratura dove bene che va gli studenti dormono o mangiano durante la lezione.

sabato 15 novembre 2014

Sweet alibis / 甜蜜杀机 ( Lien Yi-chi / 連奕琦 , 2014 )

Giudizio: 6.5/10

Nel panorama ormai stagnante da qualche anno del cinema taiwanese, troppo ancorato alla commedia commerciale, Sweet Alibis, si pone come lavoro che cerca di dare nuova linfa attraverso strade alternative che guardano alla mescolanza dei generi.
Il regista Lien Yi-chi,che ben altre vie aveva intrapreso col suo precedente lavoro, sembra piegarsi anch'esso al cinema commerciale ma , come detto, attraverso una rilettura della commedia contaminata da altri generi crea un lavoro che possiede alcuni spunti interessanti pur non risultando certo opera da tramandare ai posteri quanto a qualità assoluta.
La storia ruota intorno ad una strana coppia di poliziotti impegnati a risolvere uno strano caso di droga e di morti avvelenati: lui ha come aspirazione quella di vivere una vita tranquilla, non ha mai usato una pistola e non gode certo dei favori dei superiori , va agli appuntamenti al buio e frequenta locali per uomini in cerca di compagnia; lei è la figlia del Capo, animata da grandi ideali e da una certa dose di superbia , al suo primo incarico.

giovedì 13 novembre 2014

Ida ( Pawel Pawlikowski , 2013 )

Giudizio: 8.5/10

Polonia , anni 60, Anna una giovane novizia cresciuta e vissuta sempre all'interno del monastero e che sta per prendere i voti viene informata dalla Superiora che esiste una zia, unica parente vivente, e le consiglia di andare a trovarla.
La zia Wanda è una donna consumata dalla vita, ex partigiana antinazista, poi giudice della Polonia comunista delle purghe, alcolizzata, fumatrice indefessa, dedita ad una esistenza effimera all'ombra dei privilegi del Partito; da lei Anna scoprirà che si chiama in realtà Ida e che è ebrea, unica scampata allo sterminio della famiglia.
Le due donne, così diverse, quasi fossero il diavolo e l'acquasanta fatte persona, si metteranno alla ricerca dei resti dei parenti e della verità sulla loro morte, vagando nelle campagne in cui avevano vissuto durante la guerra.
Il viaggio di Anna/Ida in compagnia della zia diventa l'affacciarsi ad una vita sconosciuta e la conoscenza di una realtà storica-personale da dover risolvere; tanto cinica e disillusa della vita è Wanda, quanto eterea e quasi celestiale è Ida nel suo perenne abito da novizia addosso, che però ha ben chiaro il valore dell'etica e della morale anche al di fuori della fede.

mercoledì 12 novembre 2014

Nightcrawler [ aka Lo Sciacallo ] (Dan Gilroy , 2014 )

Giudizio: 5.5/10

Il sogno americano in chiave moderna, contaminato dai grandi mali del XXI secolo, la crisi economica e la mancanza di morale e di etica; in soldoni questo è Nightcrawler dell'esordiente alla regia Dan Gilroy, un fumettone notturno in una Los Angeles fin troppo stilizzata.
Il protagonista è Lou un disoccupato che sbarca il lunario rubando materiali edili e rivendendoli al mercato nero; gironzola la notte, raccatta ciarpame e va a rivenderlo chiedendo al tempo stesso di essere assunto dai suoi compari in affari che naturalmente se ne guardano bene di assumere un ladro.
Lou è però un tipo sveglio, animato di tenacia e di volontà e quando casualmente assiste ad un incidente automobilistico mortale sul quale piomba tempestivamente una troupe di fotografi free-lance, nel suo cervello si accende una lampadina: si procura una videocamera, installa sulla sua macchina una radio che intercetta le comunicazioni della polizia e si getta nel business dello sciacallaggio con l'intento di rivendere i suoi filmati al migliore offerente che naturalmente non tarda ad arrivare. 

lunedì 10 novembre 2014

NN ( Hector Galvez , 2014 )


Giudizio: 5.5/10

Nella lunga scena iniziale, un infinito piano fisso che lentamente si focalizza su alcune persone impegnate a scavare nelle terre ventose delle Ande Peruviane, c'è tutta l'essenza di NN , lavoro di Hector Galvez: un viaggio nel dramma della memoria storica di un paese, il Perù appunto, che visse negli anni ottanta la tragedia dei desaparecidos durante la feroce guerra tra governo e rivoluzionari di Sendero Luminoso.
Gli uomini che scavano appartengono ad una equipe di antropologi forensi impegnati a recuperare i resti di contadini andini scomparsi e , possibilmente , dargli un nome; quando ciò non è possibile i resti vengono classificati con la sigla NN seguita da un numero.
Nel gruppo di cadaveri ritrovati solo uno viene classificato come NN: niente documenti, nulla che possa permettere un riconoscimento, solo una foto in bianco e nero di una giovane ragazza nascosta in una tasca; una donna si presenta reclamando i resti anche per dare pace al proprio strazio, ma la prova del DNA dimostra che non si tratta del marito scomparso.

domenica 9 novembre 2014

Phoenix ( Christian Petzold , 2014 )

Giudizio: 7/10

Miracolosamente scampata ad Auschwitz, sebbene ferita e sfigurata, Nelly torna nella Berlino liberata e distrutta; un intervento chirurgico le ha ridato parvenze umane ed un volto molto somigliante, ma non identico, a quello che aveva quando si esibiva come cantante nei locali della capitale del Reich; appena tornata in città , confortata dalla sua amica più cara che si occupa degli ebrei scomparsi durante la guerra, la donna vuole rintracciare il marito, nonostante questi sia fortemente sospettato di averla denunciata e consegnata agli aguzzini.
Per Nelly sarà il ritorno alla vita, con una identità nuova , come una rinascita, in cui neppure un volto straordinariamente somigliante le da la certezza del ritorno al passato; quando incontra il marito che la crede ormai morta e che comunque rimane colpito dalla somiglianza della donna con la moglie, Nelly si presta al piano dell'uomo che è quello di cercare di recuperare i beni della moglie spacciando Nelly come lei.
La donna dovrà quindi fingere di essere se stessa, sperando di convincere il marito che lei è proprio sua moglie.

sabato 8 novembre 2014

Tusk ( Kevin Smith , 2014 )

Giudizio: 3.5/10

Il lungo incipit di Tusk , ultimo lavoro di Kevin Smith presentato al Festival di Roma , proveniente dal Toronto Film Festival, lascia ben sperare: due podcasters che conducono una trasmissione demenziale-cazzarona entrano in possesso di un video proveniente dal Canada in cui un ragazzotto ribattezzato Kill Bill Kid si è amputato una gamba nel tentativo di scimmiottare il celebre film tarantiniano.
Uno dei due, Wallace, decide di andare ad intervistare un tale genio dell'umanità ma giunto sul posto viene a scoprire che il ragazzo è morto.
Wallace, eterno pagliaccio inconcludente anche nella vita privata, sta per tornarsene con le pive nel sacco quando giunge in suo aiuto un messaggio lasciato in un gabinetto in cui un anziano avventuriero offre alloggio gratis a patto che l'ospite sia disposto ad ascoltare le sue lunghe storie di vita vissuta.
Scorgendo la possibilità di salvarsi in calcio d'angolo con un'altra storia intrigante Wallace si reca nella maestosa e sterminata casa di Mr Howe dove trova un anziano in sedia a rotelle dall'aria misteriosa e raffinata che prima lo abbindola con le sue storie fantastiche di mare e poi lo stordisce con strane misture.

venerdì 7 novembre 2014

Black Coal, Thin Ice / 白日焰火 ( Diao Yinan / 刁亦男 , 2014)

Giudizio: 8/10

Trionfatore assoluto al Festival di Berlino del 2014 dove si è assicurato Orso d'Oro come miglior film e Orso d'Argento a Liao Fan come miglior attore, Black Coal , Thin Ice è il terzo lavoro di Diao Yinan, regista del bel Night Train e sceneggiatore di numerosi altri lavori del Cinema cinese che apre in maniera netta ed esplicita la strada del noir cinese.
Diversi registi hanno tentato l'approccio a questo genere, non molto ben tollerato dalla censura e quindi spesso osteggiato, ed il successo ottenuto dal lavoro di Diao Yinan sicuramente servirà a spianare la strada al film di genere.
Black Coal, Thin Ice possiede in maniera quasi scolastica tutti i canoni del genere, soprattutto del noir americano e francese, arricchito con alcune peculiarità che ne fanno un lavoro bello ed interessante.
La storia presenta un lungo prologo che ha luogo anni prima in una regione del freddo nord cinese dove il nero delle miniere di carbone si fonde col bianco della neve e del ghiaccio: un serial killer uccide e smembra le sue vittime facendo ritrovare i pezzi in varie miniere di carbone; il detective incaricato del caso imbocca una strada che non porta a nulla, sebbene il sospetto sembrasse giusto, e ciò costerà diverse vite umane tra i poliziotti.

venerdì 31 ottobre 2014

A Most Wanted Man [ aka La Spia ] ( Anton Corbijn , 2014 )

Giudizio: 6.5/10

Il Festival del Cinema di Roma nella sua ultima giornata riserva il doveroso omaggio a Philip Seymour Hoffman con la proiezione di A most wanted man (La Spia), lavoro dell'olandese Anton Corbijn presentato nel lontano ormai gennaio 2014 al Sundance e che vede la luce nelle nostre sala per la fine di ottobre.
Film con solide premesse di genere tratto da un romanzo di John le Carre, ambientato in quella Amburgo divenuta nuovo temibile crocevia terroristico a partire dall'11 settembre, A most wanted man possiede tutti i crismi del più classico dei film spionistici.
L'Intelligence tedesca, ben marcata da quella americana, è alle costole di un ricco personaggio musulmano dall'apparenza al di sopra di ogni sospetto, promotore di iniziative benefiche dietro le quali però si presume risieda una attività di storno di denaro a favore dei terroristi islamici. 
Quando nel porto di Amburgo arriva un musulmano ceceno sospetto su cui i tedeschi mettono subito gli occhi, le attività di intelligence cercano di capire se il profugo possa avere un qualche ruolo nelle attività di finanziamento terroristiche: egli infatti è ben deciso ad entrare in possesso di una ingente somma di denaro ereditata dal padre , un signore della guerra russo e depositata presso una banca tedesca.

Dolares de arena ( Israel Cardenas , Laura Amelia Guzman , 2014 )

Giudizio: 3/10

Poteva mancare nel controverso programma del Festival del Cinema di Roma di quest'anno uno tra i più grandi clichè cinematografici degli ultimi anni incentrati su: ricca europea-sole e mare dei Caraibi- marchettari impenintenti ed imbroglioni succhiasoldi ? Naturalmente no, anche se la variabile lesbo vorrebbe introdurre quel sale in più in un piatto  insipido in partenza e che mai riesce a diventare appetibile.
La ricca europea è una francese cui regala il volto una Geraldine Chaplin poco credibile nel ruolo, che da tre anni vive nella Repubblica Dominicana crogiolandosi al sole, bagnandosi nei mari limpidi, amoreggiando con la sua pollastrella del luogo che da parte sua è una morta di fame (ovvio, siamo ai Caraibi...) , ladra,opportunista e imbrogliona che spaccia per fratello un ragazzino che è invece il suo amichetto oltre che compagno di imbrogli.
La vecchia europea , convinta di avere in mano quel diamante grezzo, cerca di convincere la ragazza a tornare a Parigi con lei, abbindolandola con promesse di vita agiata e tranquilla; la ragazzetta dal canto suo lesbica non è anzi, fare marchette è una necessità (altrimenti come si campa) e col compare cerca di spellare la vecchia , fino all'ultimo e decisivo imbroglio piuttosto odioso, quando di mezzo c’è ovviamente, un bambino in arrivo (mirabile tassello finale del grande clichè).

giovedì 30 ottobre 2014

Quando eu era vivo ( Marco Dutra , 2014 )


Giudizio: 5/10

Inserito nella polimorfa e dire il vero poco chiara linea di programma Mondo Genere all'interno del Festival del Cinema di Roma, l'opera seconda del giovane regista brasiliano Marco Dutra ha una dichiarata livrea da (poco)psyco-(poco)thriller con robusti ricami soprannaturali.
Quendo eu era vivo racconta la storia di Junior un uomo ormai prossimo alla maturità la cui vita va a rotoli tra un matrimonio fallito miseramente e un lavoro perso; la scelta di tornare a vivere quasi da estraneo nella casa di famiglia in cui ora si trova il padre è il grimaldello che spalanca all'uomo il baratro della maniacalità ossessiva.
Dapprima mostra una crescente insofferenza per il padre stesso che ha deciso di rivoluzionare la casa e di vivere una nuova vita all'inseguimento della forma fisica, poi la comparsa della giovane musicista cui il genitore ha affittato una stanza che scatena in lui istinti masturbatori e soprattutto , attraverso la scoperta di oggetti nascosti e polverosi appartenuti alla madre ormai defunta, l'ossessione per la figura materna che sottintende un complesso di Edipo non risolto.

Gone Girl [ aka L'Amore Bugiardo ] ( David Fincher , 2014 )

Giudizio: 6/10

Addattamento cinematografico del romanzo dal titolo omonimo di Gillian Flynn, Gone Girl ( L'Amore bugiardo ) di David Fincher è stato presentato al Festival del Cinema di Roma due mesi prima che veda la luce sugli schermi cinematografici.
L'autore di opere di grande successo e di indubbia qualità quali Zodiac e Seven si affida ancora una volta al thriller, seppur molto contaminato, per raccontare una storia moderna di difficili rapporti personali e di situazioni sociali contemporanee esplosive.
Il film si apre con una coppia felicemente sposata, di cui si ripercorrono gli anni vissuti in comune: lui è uno scrittore di New York , lei una scrittrice che ha creato un personaggio di quelli ai quali i lettori si affezionano in maniera imperitura; l'inizio della loro storia d'amore è all'insegna della grande passione e dell'armonia.
Poi lui viene licenziato e decide di trasferirsi con la moglie , che accetta con celata ritrosia, nel Missouri per accudire la madre moribonda, abbandonando la vita sempre sotto la luce della Grande Mela e apre un bar con i soldi di lei, ricca di famiglia.

martedì 28 ottobre 2014

Os Maias - (Alguns) episodios de vida romantica ( Joao Botelho , 2014 )

Giudizio: 8/10

Adattamento per il grande schermo dell’omonimo romanzo di Eca de Queiros, uno dei capolavori della letteratura europea dell’800, Os Maias-( Alguns) Episodios de Vida Romantica di Joao Botelho è risultato probabilmente il miglior film visto al Festival del Cinema di Roma: opera dal respiro amplissimo, epopea che si dipana nello spazio di mezzo secolo, il lavoro di Botelho è uno dei maggiori esempi di Teatro nel Cinema all’insegna di un gusto estetico e narrativo raffinatissimo che apre il suo sguardo sulla società portoghese, e di Lisbona in particolare, del XIX secolo.
Il racconto è incentrato sulla figura di Carlos Maia ultimo discendente di un nobile casato, medico e viveur in perfetto stile ottocentesco: amante della bella vita, delle conversazioni e delle donne, l’uomo vive col nonno Alfonso, il grande vecchio della famiglia della quale nel lungo incipit il regista ci racconta la storia intrisa di drammi e di dolori; il padre di Carlos non superò la fuga d’amore della giovane moglie con un italiano portandosi dietro la figlioletta e rimasto con il solo Carlos in tenerissima età affida il figlio al padre Alfonso per poi togliersi la vita.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

Lucifer ( Gust Van den Berghe , 2014 )


Giudizio: 5/10

L'angelo prediletto del Signore , cacciato per la sua superbia e il suo anelito alla conoscenza e al libero arbitrio, vaga per le campagne messicane nel viaggio di avvicinamento all'Inferno; porta il carico di aspirazioni dell'Uomo restio a sottomettersi ai dogmi e alla fede, non ha ancora raggiunto la malvagità che ne farà una volta giunto agli Inferi il concentrato del Male, il depositario delle tentazioni e delle nefandezze umane.
Lo sguardo attraverso il tondoscope che rimanda ad una visone che si presta a numerevoli interpretazioni segue il peregrinare di Lucifero nel paesino messicano alle falde del vulcano: occhio di Dio che vede dall'alto del Paradiso? metafora dantesca dell'inferno strutturato a gironi ? circolarità dello sguardo umano incapace di compenetrare tutto? 
Il regista belga Gust Van den Berghe non si lascia andare ad interpretazioni fisse, tutto rimane concentrato nella sua testa, nel suo ideale filmico che stenta a prendere corpo, nonostante atmosfere e ambientazioni mostrino un indubbio fascino cosmologico.

I Milionari ( Alessandro Piva, 2014 )


Giudizio: 4.5/10

Preceduto dal consueto can-can mediatico che favoleggiava di un promettente ritorno del cinema italiano al film di genere ( da quanto manca…? ), contando anche sulle qualità del regista Alessandro Piva che in passato qualche buona prova la aveva regalata, I Milionari è invece un classico da miniserie Tv così uguale a tante storie a sfondo criminale che spopolano sul piccolo schermo, da quando Romanzo Criminale aprì una strada che illudeva su un possibile approdo prossimo al polizziottesco di De Leo.
La storia è incentrata su un camorrista dal nome d'arte che è tutto un programma (Alain Delon) di cui viene raccontata l'ascesa nel mondo della criminalità organizzata; secondo il clichè consolidato il giovane ha grandi aspirazioni ma ben presto deve fare i conti con la realtà che gli impone una scelta drastica: per fare i soldi e vivere la bella vita bisogna sgomitare sulla strada tra spari , cazzotti e macchine incendiate, rischiare la pelle propria e quella dei compari e fratelli, essere pronti alla guerra in ogni momento con quelli che fino ad un minuto prima erano i tuoi amici, mettere in gioco anche l'armonia famigliare.

lunedì 27 ottobre 2014

12 Citizens / 十二公民 ( Xu Ang / 徐昂 , 2014 )


Giudizio: 7/10

Xu Ang, personaggio di punta del panorama teatrale cinese, autore di successi clamorosi in patria, per il suo debutto cinematografico con 12 Citizens sceglie come soggetto la celeberrima piece televisiva di Reginald Rose Twelve Angry Men, portata poi sul grande schermo con altrettanto successo da Sidney Lumet ( La Parola ai Giurati) ai suoi esordi nel 1957, con la quale ottenne l’Orso d’Oro a Berlino e il Premio Oscar per la regia: scelta ambiziosa quindi, ma molto adatta ad un regista teatrale che si cimenti per la prima volta con la celluloide.
Adattata al clima sociale e culturale della moderna Cina 12 Citizens è infatti un ghiotto pretesto per esplorare contraddizioni anche profonde che scuotono il grande paese asiatico: lo spunto nasce da una simulazione di processo che gli studenti di Giurisprudenza di una Università cinese allestiscono come prova d’esame ; la giuria, composta da 12 persone quasi tutte genitori o parenti degli studenti stessi, ha il compito di riunirsi e in un tempo il più breve possibile emettere un verdetto che deve essere però necessariamente all’unanimità.

Il caso criminoso preso in questione è un fatto realmente accaduto in cui un giovane “riccone” è accusato di avere ucciso il vecchio padre ubriacone e pieno di debiti che lo aveva abbandonato in tenera età e a cui si rivolge per avere dei soldi.
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Angels of Revolution ( Aleksei Fedorchenko , 2014 )


Giudizio: 8/10

E' il 1934: la Rivoluzione Russa dilaga nell'immenso ex impero zarista, impregnando col suo ardore ogni zona, anche la più remota; rimangono delle sacche di resistenza però ed in particolare due comunità ,quella degli Ostachi e dei Nenci, fieri popoli che abitano la tundra, che vivono seguendo le leggi delle loro tradizioni millenarie e che non mostrano alcuna intenzione di soggiogarsi al potere dei Soviet.
Le autorità decidono di mandare sul posto una compagnia di artisti, capeggiata dalla fervente rivoluzionaria Polina, eroina sovietica, con lo scopo di sottomettere con le buone, attraverso una manovra prevalentemente culturale, la recalcitrante popolazione che vive sul fiume Amnija.

Il manipolo di arditi prende sede nel villaggio di Kazym dove vengono costruite una scuola, un ospedale, un museo e un ambulatorio veterinario: nulla da fare, la popolazione autoctona rifiuta ogni forma di cultura diversa dalla propria incentrata sullo sciamanesimo e su divinità severe e guarda i colonizzatori con diffidenza.
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domenica 26 ottobre 2014

Buoni a nulla ( Gianni Di Gregorio , 2014 )


Giudizio: 5/10

Alla sua terza prova alla regia Gianni De Gregorio mostra evidenti cenni di cedimento: i suoi precedenti lavori possedevano una freschezza che gli permettevano di galleggiare su atmosfere da commedia brillante agrodolce quasi alla Woody Allen, in Buoni a nulla assistiamo ad una flessione accentuata verso tematiche e registri più conformi al tentativo di rinascita della commedia italiana che possa liberarsi dai filmetti di cassetta ricchi di volgarità e di ovvietà.
Non che Buoni a nulla sia lavoro tutto da respingere, però il filo della storia è esile e si abbarbica troppo spesso a situazioni, quasi degli sketch in stile televisivo , che non concorrono certo a fare del film una opera degna di nota.
Proseguendo nella descrizione del suo personaggio ricco di umanità e gentilezza misti ad una certa rassegnazione, Gianni questa volta deve vedersela con la Legge Fornero che a pochi mesi dalla pensione gli impone di rimandare l'agognata cessazione dell'attività lavorativa  di altri 3 anni; come non bastasse viene trasferito in una sede decentrata dove , in perfetto stile da azienda pubblica, dovrà vedersela con colleghi prepotenti e con privilegi acquisiti dei quali non può godere. 

venerdì 24 ottobre 2014

Jia Zhangke , un gars de Fenyang / 汾阳小子贾樟柯 ( Walter Salles , 2014 )


Giudizio: 8/10

Walter Salles , regista brasiliano autore di Central Station e I diari della Motocicletta, presenta al Festival del Cinema di Roma il suo working in progress Jia Zhangke, un gars de Fenyang, documentario sulla figura del grande regista cinese rivisitata attraverso i luoghi che hanno fatto da sfondo alle pellicole dirette da Jia. Il film avrà la sua presentazione ufficiale al Festival di San Paolo che si apre a breve distanza da quello di Roma.

Sebbene sia una versione non definitiva, quella presentata come Evento Speciale è molto prossima a quella che sarà la copia definitiva e offre una inedita immagine del regista cinese, con aspetti intimi e personali che proiettano la figura di Jia sotto una luce obliqua ben diversa da quella cui siamo abituati a vederlo.
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We are young. We are strong. ( Burhan Qurbani , 2014 )


Giudizio: 6.5/10

Nell'Agosto del 1992, a tre anni dalla caduta del Muro di Berlino che portò alla riunificazione della Germania, a Rostock, città portuale dell'est, scoppiò la rivolta xenofoba contro gli immigrati , prevalentemente asiatici, alloggiati in un complesso residenziale alla periferia della città.
Di quel giorno il giovane regista Burhan Qurbani, afgano di nascita e rifugiato sin da bambino in Germania ai tempi dell'invasione sovietica dell'Afghanistan, ricostruisce gli eventi in questa sua opera seconda: un racconto che parte dalla mattina e si conclude a notte fonda con il rogo appiccato al centro di accoglienza.

Non si tratta  di un film di cronaca però , sebbene il regista scandisca i vari episodi con precisione teutonica sottolineata da orari e e luoghi ben precisi, semmai è una analisi sociale di tutto quello che ci fu dietro  quegli eventi, a partire dalle beghe politiche, dall'indecisione che regnò a tutti i livelli di competenza (governo centrale, governo locale e forze di polizia) e dai fremiti di coscienza che scossero i governanti, compressi tra il dovere istituzionale, le proprie convinzioni e le situazioni personali.
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giovedì 23 ottobre 2014

Eden ( Mia Hansen-Love , 2014 )


Giudizio: 4/10

Nelle note di regia che accompagnano il film, la regista Mia Hansen Love racconta che Eden vuole essere un racconto incentrato sulla sua generazione, quella che negli anni a cavallo tra la fine e l'inizio del millennio abbracciò l'evoluzione della disco music verso le derive elettroniche, garage ed house, in particolare il French touch che un buon successo ebbe in quegli anni.
Ed in effetti Eden è una digressione ventennale su quel fenomeno, raccontata attraverso le gesta di alcuni giovani dj che animarono le notti parigine.
Gli inizi ricchi di entusiasmo , di inevitabili difficoltà e di contrasti famigliari, il confronto con gli altri protagonisti della scena, l'affermazione che lancia verso una effimera gloria e l'inevitabile declino come è ineluttabile quando il proprio mondo viene incentrato su qualcosa di labile come è la moda musicale: questo è lo schema semplice, quasi monolitico su cui si basa la pellicola.
Purtroppo però tutto ciò sullo schermo si trasforma in una mancanza assoluta di smalto attraverso una storia che troppo spesso si aggrappa a situazioni che si ripetono invariabili e per di più con personaggi che difettano colpevolmente di spessore.

mercoledì 22 ottobre 2014

As the Gods will ( Miike Takashi , 2014 )


Giudizio: 7.5/10

In occasione dell'assegnazione del Marevick Director Award da parte del Festival del Cinema di Roma, Miike Takashi presenta alla rassegna romana in anteprima mondiale il suo nuovo lavoro As the Gods will, che se non altro ha il pregio di dare una sferzata di energia ad una manifestazione che stenta a decollare , troppo spesso dominata dalla confusione e dalla noia.
Non era difficile prevedere ciò: Miike , anche quando i suoi lavori non sono di fattura indimenticabile, riesce comunque ad essere mai ovvio e dozzinale e a regalare pellicole che hanno qualcosa per cui farsi apprezzare; As the Gods will non viene meno a questa regola e al momento risulta probabilmente il miglior film visto in tutta il Festival.
Giocando un po' con il suo passato cinematografico e un po' con quel Battle Royale che qualcuno annovera tra i lavori imprescindibili del cinema giapponese, Miike racconta una storia frenetica, ricca di ritmo,di ironia e di tematiche nascoste.

L'inizio è folgorante: una intera scuola in balia di un Daruma, una bambola tradizionale giapponese che  comanda un gioco tipo il nostro "Uno, due , tre, stella!" che fa saltare la testa a chi perde inondando la classe di palline rosse che sgorgano al posto del sangue dai corpi acefali.
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mercoledì 15 ottobre 2014

Still the Water ( Kawase Naomi , 2014 )

Giudizio: 7.5/10

Nella prima scena si assiste alla morte di un bianco capretto, ucciso con un rasoio che gli recide la gola: è quasi una immagine sacrificale ed oscura che però in seguito rivedremo nuovamente e che vuole essere la materializzazione della morte; poi alcuni minuti di immagini marine: onde gigantesche, cielo livido, vento furente , spiaggie percosse dalla furia del mare, una natura drammatica e potente come sa essere quando da libero sfogo alla sua forza incommensurabile.
La natura impregna Still the Water come quasi tutti i lavori di Naomi Kawase; il tema, poetico e filosofico del rapporto dell'uomo con una natura viva e presente che assiste allo svolgersi della vita umana interagendo e inglobando è il nocciolo centrale del film, all'interno del quale le esistenza di alcuni personaggi trovano il loro palcoscenico più coinvolgente.

lunedì 13 ottobre 2014

Doomsday Party / 命运派对 ( Ho Hong / 何康 , 2013 )

Giudizio: 6.5/10

Lavoro d'esordio di Ho Hong, regista con alle spalle un background pubblicitario e di confezionamento di clip musicali, Doomsday Party è film intensamente HKese fin nel midollo: non perchè tenti di richiamare i fasti e gli albori dei vari generi che hanno fatto della cinematografia dell'ex colonia britannica un modello spettacolare di linguaggio visivo, ma perchè racchiude in sè un compendio piuttosto esteso di problematiche sociali, politiche, di costume che sono intimamente legate alla recente storia di Hong Kong.
Il film è un thriller sui generis con qualche venatura di action nel finale, costruito con intelligenza e con il giusto groviglio narrativo che all'inizio potrebbe disorientare non poco: l'inizio, ben girato e con sfumature che rievocano i grandi maestri HKesi che hanno saputo dipingere nitidamente la città ( Johnnie To e Fruit Chan ad esempio), raggiunge il suo momento topico in una rapina in banca che avviene mentre nelle strade imperversano le manifestazioni di protesta contro il caro degli alloggi, la difficile situazione economica legata alle ricorrenti crisi finanziarie e la corruzione ( anche qui c'è qualcosa di premonitore...); i personaggi protagonisti del film si ritrovano, ognuno seguendo il suo personale sentiero, nella banca prima che un lunghissimo rewind, forse pleonasticamente sottolineato dal procedere a ritroso delle immagini che catturano le scene di vita di Hong Kong, ci inizia a raccontare i personaggi.

venerdì 3 ottobre 2014

Stray Dogs / 郊遊 ( Tsai Ming Liang / 蔡明亮 , 2013 )

Giudizio: 8/10

Quando l'anno scorso nel commentare il suo ultimo lavoro presentato alla Mostra Cinematografica di Venezia Tsai Ming Liang sembrò, con una certa dose di cripticità, dichiarare il suo arrivo al capolinea artistico, suscitò subito una serie di interrogativi sul suo futuro; a prescindere da quello che veramente ne sarà di lui Stray Dogs è comunque un capolinea filmico, un punto di non ritorno nella cinematografia del regista taiwanese, un traguardo raggiunto grazie all'estremizzazione di uno stile molto personale e a tratti piuttosto ostico, ma pur sempre ricco di fascino e di interesse.
Stray Dogs è film epurato da qualsiasi orpello narrativo, scarnificato fino all'osso, elevato a sostanza essenziale priva di qualsivoglia traccia o struttura : è un po' come raggiungere il nocciolo duro di una sostanza multiforme e cangiante che negli anni fra le mani del regista è stata depurata e rielaborata in forme sempre più vicine al metafisico.

martedì 30 settembre 2014

The Midnight after / 那夜凌晨,我坐上了旺角開往大埔的紅van ( Fruit Chan / 陳果 , 2014 )

Giudizio: 7/10

Quello che è uno degli autori più tradizionalmente HKesi fin nel midollo, torna sul palcoscenico internazionale dopo anni di silenzio rotto solo da brevi intermezzi con un lavoro controverso, al limite dell'ambiguità, plurisfaccettato dove la metafora sociale e politica va a braccetto con l'umorismo derivato dalla ardita mescolanza di stili e generi, talmente ardita da proporre persino canoni sci-fi ben poco utilizzati nel suo cinema personale , sebbene il suo ultimo lavoro, un mediometraggio inserito nella raccolta horror Tales from the Dark , sembra quasi esserne una anticipazione, e in quello più ampio del panorama cinematografico di Hong Kong.
Dopo aver splendidamente raccontato lo smarrimento HKese di fronte all'handover in chiave spesso sociale, questa volta con The Midnight after Fruit Chan va oltre: prima di tutto smaterializza l'amata Hong Kong, la libera dal suo chiassoso e vitalissimo fascino per immergerla in un clima spettrale: il film inizia con le strade di Mongkok, dove la vita non dorme mai per calarsi ben presto in una città deserta, uno scenario quasi post-apocalittico, dove ogni segno di vita scompare; una Hong Kong che si specchia nel suo negativo esistenziale è questo che accoglie un piccolo manipolo di personaggi , i più svariati, che si ritrovano su un minibus che da Mongkok porta a Tai Po, appena questo esce dal tunnel che porta verso i Nuovi Territori.

venerdì 26 settembre 2014

Sivas ( Kaan Mujdeci , 2014 )

Giudizio: ng

Questa è una recensione politicamente scorretta.
Lo è perchè, come rarissimamente avviene al cronista, l'impulso ad uscire di sala dopo mezzo film è stato ben più forte del dovere masochistico della visione.
Ma il cronista ormai, dopo decenni vari, modestamente, conosce i suoi polli e per fortuna raramente prende un abbaglio.
Il titolo di questa recensione potrebbe essere: " Il nulla ammantato di argento (dalla giuria)".
Zone rurale e montagnosa della Turchia, bifolchi che vagano, un ragazzino con una bella faccia da schiaffi che si incavola perchè non gli hanno assegnato il ruolo del Principe nella recita scolastica di Biancaneve, bensì molto più miseramente quelle di uno dei nani, lo stesso ragazzino che gironzola prendendo a calci le anatre, tirando sassi ai cani, bastonate alle mucche e quasi accoppando un vecchio cavallo; poi siccome c'è un limite al nulla il colpo di genio dei combattimenti tra cani e il ragazzino, magia ! , si affeziona al povero quadrupete maciullato; fidate fonti riferiscono il ripetersi in loop di questo schema che ha come sottofondo la catarsi del ragazzino e del cane mezzo morto.

giovedì 25 settembre 2014

One on One ( Kim Ki-duk , 2014 )

Giudizio: 5/10

Seppur relegato alla sezione collaterale Orizzonti, anche quest'anno Kim Ki-duk trova modo di fare la sua comparsata alla Mostra Cinematografica di Venezia dove due anni ottenne il Leone d'Oro con Pieta , illudendoci che forse qualcosa di positivo tornava a galla dal fondo della palude; con One on One invece il regista coreano sembra più essere incanalato nel flusso di Moebius che in quello del lavoro con cui vinse a Venezia.
One on One è infatti film che delude, confuso, un coacervo di tematiche appena accennate tenute insieme solo da uno sfoggio di violenza per lo più gratuita che non richiama certo la violenza ancestrale e torbida che animava i primi lavori del coreano.
La storia sembra più un pretesto per gettare ai quattro venti riflessioni sociologiche, politiche ed esistenziali, in quanto di fatto è un loop di circa due ore che ci presenta un gruppo di personaggi (un branco di disperati scopriremo poi) che decidono di farsi giustizia da soli con gli autori di un brutale assassinio di una giovane ragazza.

domenica 21 settembre 2014

In the Basement [ aka Im Keller ] ( Ulrich Seidl , 2014 )

Giudizio: 9/10

Lasciata alle spalle la trilogia Paradise, Ulrich Seidl presenta alla Mostra del Cinema (rigorosamente fuori concorso, chissà perchè...) il suo ultimo lavoro, ufficialmente definito documentario, sebbene stile , tematiche e personali elucubrazioni siano pienamente in linea con quanto il regista austriaco ha portato da sempre sugli schermi.
Documentario, tecnicamente, lo è, perchè i personaggi della storia raccontata sono autentici con tanto di nome e cognome; per chi conosce e soprattutto ammira Seidl, però , tutto ciò appare decisamente marginale: In the Basement è infatti un film vero, che risulta una coerente ed ovvia continuazione dell'opera del regista capace di andare oltre gli schemi di catalogazione.
La genialata di Seidl sta nella scelta di dare vita e corpo alle più intime ossessioni e perversioni dei suoi connazionali, relegandole nelle cantine , negli antri oscuri sotterranei, nelle viscere delle abitazioni, laddove sembra raccogliersi ogni oscuro e intimo sentimento dell'animo umano.
Nonostante sia tacciato cronicamente di gratuita provocatorietà, Seidl riesce nell'impresa di far apparire quasi normale e spontanea la carrellata di personaggi che come creature sotterranee vivono nelle viscere delle pulite e ordinate case austriache.

venerdì 19 settembre 2014

Flowers of Taipei - Taiwan New Cinema ( Hsieh Chinlin , 2014 )

Giudizio: 7.5/10

Nei primi anni 80 Taiwan era di fatto una colonia americana; cinema , televisione, musica, tutto  era a stelle e strisce,a seguito dell’importante ruolo che gli USA ebbero nel proteggere l’isola dalle pretese territoriali cinesi.
Quando dal 1983, come una sorta di magica ribellione e di ricerca di una identità, alcuni cineasti, primi tra tutti Hou Hsiao Hsien e Edward Yang, inaugurarono, probabilmente involontariamente, una nuova stagione cinematografica che vedeva il ritorno a tematiche e stili più consoni a Taiwan, la rinascita cinematografica fu stupefacente: il Nuovo Cinema Taiwanese nasceva così e produsse lavori di inestimabile bellezza e valore fino a ricevere la consacrazione definitiva con il Leone d’Oro a Hou Hsiao Hsien per City of Sadness nel 1989, testimonianza che ormai quella corrente cinematografica aveva superato i confini angusti di Taiwan.

La regista taiwanese Hsieh Chinlin presenta a Venezia un documentario che racconta quel magico periodo che tanta importanza ebbe nel panorama cinematografico non solo asiatico : lo fa attraverso un lavoro che si basa su numerose interviste , confronti, dialoghi con registi e critici cinematografici di ogni parte del mondo, da Kore-eda Hirokazu a Kurosawa Kiyoshi, da Olvier Assayas a Marco Muller, da Jia Zhangke a Wang Bing, solo per citarne alcuni.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

giovedì 18 settembre 2014

The Coffin in the Mountain / 殡棺 ( Xin Yukun / 忻钰坤 , 2014 )

Giudizio: 8.5/10

Colpevolmente relegato in una delle sezioni collaterali ( Settimana della Critica ) della Mostra di Venezia in conseguenza dei singolari e curiosi criteri di selezione, The Coffin in the Mountain è risultato uno dei migliori lavori visti all'interno della intera rassegna, ponendo il giovane regista Xin Yukun all'interno di quel gruppo di giovani cineasti cinesi indipendenti , che seppur con alcune difficoltà, si stanno affermando nel panorama cinematografico mondiale, grazie a lavori validissimi.
Occhio quindi a questo giovane regista: ha posto bene le basi con questa opera prima sorprendente che ha il raro pregio, ancora più da sottolineare in questa Mostra piuttosto piatta e grigia, di stupire entusiasmando.
Il racconto si svolge in una piccola comunità di montagna nel sud della Cina ed ha come reale protagonista una bara: è il baricentro di tutta la narrazione. intorno ad essa ruotano alcune storie intrise di legami famigliari, di segreti, di passioni e di meschinità, curiosamente orchestrate da donne dalla forte personalità oltre che animate da una singolare perfidia.

martedì 16 settembre 2014

Intervista a Hsieh Chinlin

Abbiamo incontrato la regista taiwanese Hsieh Chinlin a Venezia 71, dove era presente col suo documentario Flowers of Taipei-Taiwan New Cinema , interessante e appassionato lavoro che ripercorre , attraverso le testimonianze di registi, produttori e critici cinematografici, quello che fu un breve ma intensissimo periodo di fulgore del Cinema di Taiwan che molto influenzò il panorama cinematografico internazionale.
La regista ci ha raccontato di come è nato ed è stato sviluppato il progetto, del significato di quella stagione cinematografica, della sua esperienza a Venezia e della sua idea di cinema.
L'intervista può essere letta su LinkinMovies.it

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