Nella ormai non trascurabile filmografia di Patrick Kong The Best Plan in no Plan costituisce uno dei passi falsi più clamorosi: quello che fu lo sceneggiatore di Men suddenly in black di Pang Ho-Cheung infatti non riesce a mettere un piedi un lavoro che abbia un minimo di interesse, troppo oscillante tra i consueti spazi in cui la commedia di Hong Kong da qualche anno si dibatte con fortune molto alterne.
Mescolare la commedia brillante romantica con il dramma conduce fuori strada fragorosamente ed il risultato è un lavoro che offre ben poco che possa giustificare la visione.
Come spesso succede quando le idee sono poche, si cerca di supplire con funambolici contorsioni della trama che partendo da una iniziale tripartitura si ritrova a convergere ben presto con inutili orpelli e stratagemmi che non portano da nessuna parte.
La storia ruota intorno a tre uomini, ognuno dei quali in qualche modo vittima sacrificale di un mondo che sembra aver fatto dell'uomo l'oggetto del sacrificio e la donna la spietata creatura onnivora.
I tre si incontrano al funerale di una loro amica comune e da lì, non si capisce bene perchè tra l'altro, se non ipotizzando una sorta di santa alleanza testosteronica, decidono di aiutarsi l'un l'altro nei loro gravosi problemi sentimentali tra fidanzate dispotiche e frivole e aspiranti fidanzate imbroglione e arriviste.
Che sia questa per Patrick Kong la nuova frontiera della fratellanza HKese ormai storica: niente più sacrifici nè atti di fraterna lealtà, bensì una dura lotta , in una Hong Kong spietata e materialista, contro un universo femminile che guarda al denaro e al lusso senza curarsi dell'anima dei maschi.
Lettura poco credibile , ancor più perchè gli eventi che si succedono in The Best Plan is no Plan sembrano attaccati tra loro con la colla fino al punto di prevedere un intervento del deus ex machina Lo Hoi-Pang, una delle pochissime note positive del film, che sistema tutto grazie a colpi di scena a catena permettendo un finale che si apre al romantico.
Oltre al citato Lo Hoi-Pang da segnalare la prova di Jacqueline Chong, tirannica fidanzata di uno dei protagonisti che se non altro tenta di divertire con battute perentorie e sparate alla velocità della luce.
Il lavoro di Patrick Kong un altro motivo di interesse probabilmente lo ha: è un chiaro paradigma del livello scadente che certa commedia HKese, ricordiamolo uno dei generi che nella cinematografia mondiale ha regalato opere di grande spessore, ha raggiunto in questi ultimi anni alla ricerca dei fasti passati
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