sabato 8 novembre 2014

Tusk ( Kevin Smith , 2014 )

Giudizio: 3.5/10

Il lungo incipit di Tusk , ultimo lavoro di Kevin Smith presentato al Festival di Roma , proveniente dal Toronto Film Festival, lascia ben sperare: due podcasters che conducono una trasmissione demenziale-cazzarona entrano in possesso di un video proveniente dal Canada in cui un ragazzotto ribattezzato Kill Bill Kid si è amputato una gamba nel tentativo di scimmiottare il celebre film tarantiniano.
Uno dei due, Wallace, decide di andare ad intervistare un tale genio dell'umanità ma giunto sul posto viene a scoprire che il ragazzo è morto.
Wallace, eterno pagliaccio inconcludente anche nella vita privata, sta per tornarsene con le pive nel sacco quando giunge in suo aiuto un messaggio lasciato in un gabinetto in cui un anziano avventuriero offre alloggio gratis a patto che l'ospite sia disposto ad ascoltare le sue lunghe storie di vita vissuta.
Scorgendo la possibilità di salvarsi in calcio d'angolo con un'altra storia intrigante Wallace si reca nella maestosa e sterminata casa di Mr Howe dove trova un anziano in sedia a rotelle dall'aria misteriosa e raffinata che prima lo abbindola con le sue storie fantastiche di mare e poi lo stordisce con strane misture.

Il risveglio sarà per Wallace l'inizio di un incubo: Mr Howe altro non è che un incrocio tra il Dott. Mengele e il Dr Frankestein ed è ossessionato dal ricordo del suo amico tricheco, appunto Mr Tusk, col quale trascorse molto tempo su una isola deserta dopo un naufragio.
Lascia ben sperare l'incipit , si è detto: con una storia così assurda si è portati a pensare che gli sviluppi possano intraprendere strade interessanti; purtroppo , invece, non è così.
Tusk è un guazzabuglio infernale in cui si vorrebbe miscelare l'horror con la commedia dark, gli spunti brillanti con la demenzialità ma , almeno in questo frangente, che apprendiamo essere il primo di una trilogia incentrata sul grande Nord, Kevin Smith mostra impietosamente di non essere nè John Landis nè tantomeno Mel Brooks e quando verso il finale inizia anche a spargere perle di morale il film crolla completamente lasciandoci col più classico pugno di mosche in mano.
Da un lato riesce a disegnare il personaggio di Wallace con sufficiente spregevolezza e dall'altro quello di Mr Howe con efficacia inquietante, ma nello sviluppo della storia siamo veramente ai minimi termini, con un lavoro che non ha un'anima, non si capisce che percorso voglia intraprendere e a nulla servono, oltre al discreto tratteggio die due personaggi principali, la buona prova di Michael Parks e quella sorprendente, nella quasi demenzialità del ruolo, di Johnny Depp assurdo  detective privato alcolizzato ex poliziotto che sembra una parodia di certi personaggi francesi con tanto di basco in testa.
Diciamolo francamente: se questo è l'inizio della trilogia annunciata, c'è da temere per il prosieguo della stessa.

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