venerdì 7 novembre 2014

Black Coal, Thin Ice / 白日焰火 ( Diao Yinan / 刁亦男 , 2014)

Giudizio: 8/10

Trionfatore assoluto al Festival di Berlino del 2014 dove si è assicurato Orso d'Oro come miglior film e Orso d'Argento a Liao Fan come miglior attore, Black Coal , Thin Ice è il terzo lavoro di Diao Yinan, regista del bel Night Train e sceneggiatore di numerosi altri lavori del Cinema cinese che apre in maniera netta ed esplicita la strada del noir cinese.
Diversi registi hanno tentato l'approccio a questo genere, non molto ben tollerato dalla censura e quindi spesso osteggiato, ed il successo ottenuto dal lavoro di Diao Yinan sicuramente servirà a spianare la strada al film di genere.
Black Coal, Thin Ice possiede in maniera quasi scolastica tutti i canoni del genere, soprattutto del noir americano e francese, arricchito con alcune peculiarità che ne fanno un lavoro bello ed interessante.
La storia presenta un lungo prologo che ha luogo anni prima in una regione del freddo nord cinese dove il nero delle miniere di carbone si fonde col bianco della neve e del ghiaccio: un serial killer uccide e smembra le sue vittime facendo ritrovare i pezzi in varie miniere di carbone; il detective incaricato del caso imbocca una strada che non porta a nulla, sebbene il sospetto sembrasse giusto, e ciò costerà diverse vite umane tra i poliziotti.

Rimosso dall'incarico e dedito all'alcool ritroviamo l'uomo alcuni anni dopo vagare nella città ricoperta di ghiaccio; l'amicizia con alcuni vecchi colleghi lo porta ad acquisire notizie sul caso di alcuni anni prima che non è stato ancora risolto e con il serial killer che prosegue nella sua opera.
L'uomo sarà anche uno sbandato dalla vita distrutta ma l'istinto del poliziotto cova ancora in lui e come in una sorta di catarsi-vendetta cerca di risolvere il caso che da tanti anni lo ossessiona.
Naturalmente l'affare si ingarbuglia quando sulla scena compare una giovane donna sposata con quello che a suo tempo fu considerato il principale sospetto di essere il serial killer che però risulta ormai morto.
Come ogni buon noir non manca qualche colpo di scena, ma soprattutto in Black Coal , Thin Ice non manca quella atmosfera di abbandono e di ineluttabile che permea sempre i film di genere; tutto concorre a creare una ambientazione cupa e a delineare contorni da manuale cinematografico: il detective allo sbando preda di rimorsi e di frustrazioni, la femme fatale e relativa morbosità, gli ambienti bui, una certa sporcizia di fondo, il mistero che si dipana lentamente; a tutto ciò si aggiunge la particolarità del gamma di colori che va dal bianco della neve al nero del carbone, squarci di un tessuto sociale cinese in continua disgregazione e metamorfosi e , soprattutto, una solida sceneggiatura sostenuta da una altrettanto decisa regia che regalano al film sprazzi di qualità cristallina.
C'è spazio persino per un finale tra l'allegorico ed il surreale che vorrebbe insinuare il dubbio e mescolare le carte sulla morale più intima della storia e che regala quel tocco di originalità ad un lavoro che, sebbene si rivolga a consolidati riferimenti storici cinematografici, ha il pregio di saper offrire una visione originale del film di genere.
Accanto alla eccellente prova di Liao Fan, quotatissimo attore con alle spalle già partecipazioni a importanti lavori, giustamente premiato a Berlino, da segnalare la presenza della taiwanese Gwei Lun-Mei, convincente al punto giusto in un ruolo ricco di sfumature e difficile.

1 commento:

  1. è un bellissimo film: struggente e amara riflessione sul sacrificio per amore e su come non si possa sopravvivere, possenti squarci malinconici e una buona costruzione dei personaggi

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