Giudizio: 4.5/10
Preceduto dal consueto can-can mediatico che favoleggiava di un promettente ritorno del cinema italiano al film di genere ( da quanto manca…? ), contando anche sulle qualità del regista Alessandro Piva che in passato qualche buona prova la aveva regalata, I Milionari è invece un classico da miniserie Tv così uguale a tante storie a sfondo criminale che spopolano sul piccolo schermo, da quando Romanzo Criminale aprì una strada che illudeva su un possibile approdo prossimo al polizziottesco di De Leo.
La storia è incentrata su un camorrista dal nome d'arte che è tutto un programma (Alain Delon) di cui viene raccontata l'ascesa nel mondo della criminalità organizzata; secondo il clichè consolidato il giovane ha grandi aspirazioni ma ben presto deve fare i conti con la realtà che gli impone una scelta drastica: per fare i soldi e vivere la bella vita bisogna sgomitare sulla strada tra spari , cazzotti e macchine incendiate, rischiare la pelle propria e quella dei compari e fratelli, essere pronti alla guerra in ogni momento con quelli che fino ad un minuto prima erano i tuoi amici, mettere in gioco anche l'armonia famigliare.
Quando il traguardo è raggiunto ( soldi, fama, lusso e una bella famigliola) però , puntuale, arriva la discesa, quasi che l'espiazione debba passare per la classica caduta dalle stelle alle stalle.
Come ogni clichè che si rispetti non possono mancare i capisaldi del genere: ne I Milionari di Alessandro Piva ci sono tutti, a completare nell'arco dei canonici 100 minuti il ciclo della nascita, crescita ,affermazione e declino di un boss malavitoso; neppure la carrellata di folcloristici stereotipi partenopei serve a dare un senso al film e a far sì che possa regalare qualcosa di nuovo rispetto al già visto millanta volte sebbene almeno il confronto in famiglia tra il boss e la moglie, incentrato su una sorta di tacito patto omertoso, se sviluppato a dovere, e non appena accennato come ha scelto di fare il regista, avrebbe potuto portare a qualche cosa di originale.
Se I Milionari doveva essere quello che si annunciava l'operazione è miseramente fallita: tanto valeva allungare il brodo e farne una miniserie che avrebbe sicuramente riscosso grande successo nelle fredde serate davanti alla tv che si regalano svariati milioni di italiani; per un ritorno ad un genere che pure nel panorama italiano è stato capace di produrre lavori degni di nota bisognerà aspettare ancora, sempre che si trovi qualcuno dotato di un briciolo di coraggio che sappia osare e non adagiarsi su scontati canoni televisivi.
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