Presentato a Cannes nella sezione Quinzaine des Realisateurs, ricevendo buoni giudizi, A Hard Day è risultato in Corea uno dei film di maggior successo al botteghino, oltre a ricevere importanti riconoscimenti in svariate rassegne cinematografiche compreso il Blue Dragon Film Award.
L'opera seconda del regista Kim Seong-hoon è in effetti film che mostra numerosi pregi, rilancia in maniera prepotente il thriller movie coreano che di recente aveva intrapreso derive più spettacolari che sostanziali e regala momenti di autentica suspance ben sostenuto da una storia ad incastri efficace.
Per il detective della squadra omicidi Go è una notte di quelle da non dimenticare: dapprima la notifica del divorzio, poi il funerale della madre, quindi una improvvisa indagine interna che scopre loschi traffici di denaro nella sua squadra che gli impongono un frettoloso ritorno in centrale e per finire l'incidente d'auto nel quale investe ed uccide un uomo. Per non soccombere ulteriormente il detective decide di disfarsi del cadavere dell'uomo e una volta passata la nottata, lungi dall'avere sistemato le cose , si renderà conto che quello è stato solo il prologo di una serie di eventi drammatici che metteranno a repentaglio non solo la sua posizione lavorativa , ma anche la vita.
Un misterioso personaggio sostiene infatti di essere l'unico testimone del delitto commesso sulla strada e del comportamento esecrabile del detective Go: inizia così una serrata e drammatica lotta a due per la sopravvivenza reciproca.
Thriller giocato soprattutto all'inizio sulle atmosfere e sulle situazioni, alcune delle quali sembrano avere come archetipo certi film dei primi fratelli Coen, con tanto di beffardo sarcasmo nero (straordinaria la lunga scena nell'obitorio), incalzante negli snodi narrativi , spesso autentici pèiccoli colpi di scena sorprendenti, A Hard Day solo nel finale vira verso uno stile molto più coreano: la caccia all'uomo, il confronto dapprima a distanza e poi ravvicinato ed infine lo scontro finale, fino ad un epilogo che in pochi attimi sembra ribaltare con una bella spruzzata di veleno ciò che sembrava ormai consolidato; una volta tanto i tre minuti di film in più , abitudine che spesso ci viene presentata nei film coreani e che di solito è nociva sul giudizio definitivo della pellicola, hanno un senso nel ribaltare con intelligenza l'apparente punto d'arrivo fin lì maturato.
A Hard Day è comunque film solido, ben diretto con una sceneggiatura che tende a incrementare progressivamente la suspance mantenendo sempre il giusto ritmo, presenta personaggi che dietro la ormai usuale e proverbiale immagine del poliziotto coreano incapace e corrotto, mostrano una totale assenza di etica e morale fin quasi ad apparire spregevoli nell'inseguire il proprio tornaconto senza alcuna regola: raramente infatti ci è dato di vedere protagonisti così gelidamente e biecamente cattivi e sporchi come quelli che interpretano con bravura ed efficacia Lee Sun-kyun, uno degli attori abituali di Hong Sang-soo e soprattutto Cho Jin-woong, interprete tra i più versatili nei ruoli di co-protagonista.
Al Blu Dragon Film Award ,assegnato di recente, ad A Hard Day è stato preferito The Attorney come miglior film: al di là della grande prova di Song Kang-ho nel film vincitore, francamente A Hard Day risulta lavoro complessivamente superiore e meritevole dei giudizi positivi che sin dalla sua premiere a Cannes ha riscosso.
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