Giudizio: 8/10
In una piccola città ai margini della grande steppa siberiana due prodi personaggi mettono a punto un assurdo piano per risolvere i problemi della scuola di cui uno è preside e per affacciarsi al magico e misterioso mondo sconfinato della steppa con il suo bambino l'altro: rubare la gloriosa locomotiva a vapore guidata dal pioniere russo ferroviere che fa bella vista come monumento storico nel centro del paese e avventurarsi sulla vecchia linea ferrata che attraversa la Siberia, ormai dismessa , ma che un tempo era l'orgoglio di tutti i piccoli villaggi che attraversava, l'orgoglio di un paese in cui la forza della passione e del romanticismo permeava ogni cosa; trasformarsi in nostalgici dei vecchi carovanieri che portavano merce da vendere lungo il viaggio, scambiando il carbone furtivamente sottratto alla grande miniera a cielo aperto con tutto quanto possa servire per comprare materiale per la scuola.
Il topos più cinematografico che esista, quello del viaggio, è l'anima del secondo lavoro di Aleksei Fedorchenko: un on the road a bordo di un mostro di ferraglia sbuffante vapore che si fa strada tra le erbacce della vecchia linea in disuso con alla guida un veterano macchinista e con un piccolo drappello di folli e visionari avventurieri;a bordo della macchina a vapore c'è anche spazio per lo spirito della madre del piccolo che abbandonò lui e il padre e che quest'ultimo in un testardo e patetico tentativo di tenerezza e di amore cerca di ricordare al figlio nelle vesti di una eroina senza paura pur di nascondere il suo fallimento.
Ma il viaggio, sappiamo bene, è anche metafora di ricerca interiore, di appianamento degli spigoli che tormentano la vita e di sogno: ed è così che per alcuni tratti il folle viaggio si trasforma in una felliniana e surreale esperienza tra immaginazione e strani personaggi dispersi nella Siberia per la frantumazione di un circo.
Alla fine il viaggio sortirà i suoi effetti, sebbene la legge non fa sconti per gli intrepidi e i visionari.
Sebbene in forma meno strutturata e ancor più surreale si dai suoi primissimi lavori Fedorchenko da sfoggio della sua grande forza poetica contenuta nelle immagini e nella fantasia che sconfina quasi nel fiabesco: The Railway è lavoro denso di spirito romantico, di nostalgia per la grande epoca pionieristica, di atmosfere da western in mezzo alla steppa, di sogni incantati sotto forma di fiaba moderna.
La poesia che filtra silenziosa dalla tenerezza e dalla innocenza di un racconto semplice, quasi banale, ma che ha tutta la forza del sogno e della fantasia, proprio come riuscirà a fare nei suoi lavori successivi a partire da Silent Soul tre anni dopo The Railway: Aleksei Fedorchenko va considerato sin dall'inizio della sua carriera come uno degli interpreti più fedeli di quel grande spirito che la potente terra russa sa emanare sui suoi cantori, degni eredi di quello straordinario e immaginifico romanticismo che pulsava nei grandi artisti e letterati dell'Ottocento.
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