Giudizio: 5/10
Finalmente siamo giunti al capolinea: con il terzo episodio dall'inequivocabile sottotitolo The Last Battle, la saga cinematografica The Four, ispirata alla serie di novelle di Woon Swee Oan, arriva al suo epilogo.
Il film diretto da Gordon Chan e Janet Chun, molto più fantasy che wuxia, aveva già tutto apparecchiato con il finale del precedente: la battaglia decisiva era inevitabile ed attesa, motivo per cui tutto questo terzo episodio è un lento avvicinarsi, con sprazzi di spettacolarità ad uso e consumo 3D, allo scontro finale che sistemerà tutto.
Con la fine del secondo capitolo, infatti, delle profonde crepe si aprono nel ristretto gruppo della Divine Constabulary a causa di sorprendenti rivelazioni sul passato: in particolare Emotionless, scoperto che uno dei compagni partecipò per conto dell'imperatore al massacro della sua famiglia, lascia il gruppo all'interno del quale piccoli sospetti e divergenze si fanno strada.
In questo terzo episodio , accanto alle tribolazioni personali amorose e non, emerge un altro grande pericolo che mette a repentaglio addirittura la vita dell'Impero: le forze del male impersonificate dal temutissimo, cattivissimo e canutissimo Lord An danno l'assalto al trono per vendicare il figlio di quest'ultimo (l'uomo albero, ricordate? ) e per gelosie personali.
I nostri quattro eroi, spinti dai pruriti amorosi, da anelito di giustizia e fedeltà e dalla fratellanza ritrovata si stringono intorno al trono per sventare il pericolo e per saldare i conti sospesi.
Come spesso accade in queste saghe cinematografiche la qualità del lavoro scade con il procedere dei vari capitoli e The Four non viene meno a questa regola: oltre tutto in questo terzo capitolo è smaccata la ricerca di una spettacolarità puramente formale e funzionale al 3D: nel film accade poco, non c'è alcun interesse per l'aspetto puramente tecnico e coreografico e la stessa battaglia finale, combattuta in uno sfarzoso palazzo imperiale, sembra più l'epilogo di un film del genere Signore degli Anelli che altro, con l'ostentazione quasi eccessiva dei poteri sovrannaturali dei nostri fantastici quattro.
Che The Four 3 possieda una cospicua dose di spettacolarità è fuori di dubbio ed in buona parte questa è anche apprezzabile, ma nel complesso il film passa via come un qualsiasi fantasy , lasciando in secondo e terzo piano qualsiasi altra tematica.
Persino Anthony Wong, attore eccelso, appare sprecato nella parte del Gran Maestro della congrega: una sorta di mezzo rimbambito che aspira alla pensione e che pensa solo a mangiare davanti ad un gigantesco pot; gli altri attori sono ben calati nei ruoli , soprattutto Liu Yifei , Collin Chou e Deng Chao, in perfetta continuità con i due episodi precedenti.
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