Nello slang cantonese Chicken è sinonimo di prostituta; Kum è una di quelle, ormai ben oltre i 30 anni ed in parziale disarmo, che iniziò la sua attività negli anni ottanta ancora sedicenne; attraverso il suo racconto che abbraccia l'arco di due decenni conosciamo la sua storia personale e , intimamente legata ad essa e al suo lavoro, la storia di Hong Kong.
L'occasione per il racconto è data da un black out che intrappola Kum e un sedicente ladro che cerca di rubargli i soldi , all'interno di uno sportello bancomat: la donna, nonostante ormai l'epoca d'oro sia alle spalle è ancora pervasa di allegria ed ottimismo mentre l'uomo, attanagliato dai debiti è costretto a grotteschi tentativi di rapine; "ti farò sorridere con i miei racconti" dice la donna e partendo dagli anni ottanta inizia la narrazione di episodi quasi sempre comici legati al suo lavoro.
L'inizio all'epoca d'oro di Hong Kong dove si viveva come in un porto franco tra lo scintillio dei night club e i facoltosi ospiti in cerca di compagnia pronti a regali costosissimi , il riciclaggio attraverso le sale da massaggio, la decisione di Kum di dare al mondo un figlio che affiderà ad un facoltoso cliente che si mostra gentile con lei e chi si fa raggirare.
E poi l'handover con la calata delle northern chicken della Cina continentale che invadono il mercato della prostituzione, i moti di Piazza Tienamen e la morte di Deng Xiaoping, l'epidemia di aviaria, l'avvento dei cellulari e del karaoke, la morte di Teresa Teng, tutti episodi rivisitati e mostrati nel loro impatto sulla vita sociale di Hong Kong fino alla drammatica crisi economica seguita al crac finanziario delle Borse asiatiche.
La storia privata, narrata con toni brillanti e anche con una piccola dose di romanticismo, si intreccia con quella dell'ex colonia, alla quale si guarda con nostalgia venata di rimpianto, ed il film ben presto si trasforma in una sorta di manuale storico sulle abitudini , le tradizioni e gli sconvolgimenti sociali che hanno investito Hong Kong in quei venti anni.
Dietro a tutto però c'è la proverbiale allegria che va a braccetto con l'ottimismo tipica degli HongKesi, e Samson Chui è bravo a dare corpo con molto brio ad una dissertazione popolare e semplice di un pezzo di storia.
Il pregio di Golden Chicken sta proprio nella misurata miscela tra commedia brillante, che spesso, senza mai cadere nella volgarità , si serve di situazioni e dialoghi anche allusivi e lo sguardo quasi commosso per un passato recente che ha significato per Hong Kong l'affermarsi come realtà unica nel panorama dell'estremo oriente.
E' insomma un film che funziona sotto tutti i suoi aspetti relativamente alle chiavi di lettura stratificate che presenta, anche grazie alla eccellente prova di Sandra Ng che funge da perno irrinunciabile per tutta la storia e cha da prova non solo del sue capacità di attrice brillante che ben conosciamo, ma anche di una poliedricità tipica delle grandi attrici; la duplice comparsata di Andy Lau da vita, in coppia con Sandra Ng, a due dei momenti più divertenti di tutto il film.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.