Giudizio: 6/10
Per il suo debutto cinematografico come regista la nota web-novelist Luo Luo sceglie un suo romanzo del 2011 come ispirazione: The Last Woman Standing è una commedia romantica, con qualche sfumatura di dramma, ambientata nella Shanghai di oggi.
La storia ruota intorno a Sheng Ruxi, una trentenne di successo, prestigioso incarico in una grande azienda che cerca e sogna ancora il grande amore, costretta a schivare le pressioni insistenti della madre che la vorrebbe vedere sistemata e che acuiscono una sorta di sindrome da zitella trentenne che la ragazza comunque si porta dentro; non per questo è però disposta a venire meno al suo principio secondo il quale il matrimonio non deve essere un semplice patto reciproco ma qualcosa che sancisca una unione tra due persone che si amano in maniera completa e totale.
Quando nella sua azienda arriva un giovane aitante , simpatico e gentile, suo malgrado rubacuori, la donna dapprima schiva il contatto salvo poi capire che forse quello è l'uomo col quale poter finalmente coronare il suo sogno.
Naturalmente gli eventi faranno sì che tutto sembra andare per il verso giusto, ma poi , un po' il carattere problematico della ragazza, un po' le situazioni contingenti faranno sì che il lieto fine si allontani per poi esplodere, in maniera un po' frettolosa a dire il vero, nel finale.
La domanda che ci si pone guardando The Last Woman Standing è la seguente: come avremmo giudicato il film se non ci fosse stata nelle vesti di autentica padrona e mattatrice la magnifica Shu Qi ? Poche altre attrici avrebbero saputo e potuto dare spessore al personaggio come fa lei regalando un minimo sindacale di credibilità ad una storia molto debole e in alcuni tratti scontati.
Vero che la pellicola ruota tutta intorno alla figura della protagonista, ma è altrettanto innegabile che poche altre attrici avrebbero saputo mettere in mostra una simpatia, una bellezza leggiadra , una bravura e le mille sfaccettature del personaggio come è riuscita a fare Shu Qi, che in fin dei conti porta sullo schermo uno degli stereotipi del cinema cinese di questi ultimi anni: la giovane donna, ma non più giovanissima, rampante che ha ottenuto il successo in un mondo del lavoro ricco di competitività e che per far ciò ha rinunciato ad una parte della propria vita personale, acuendo con ciò insicurezze e rimpianti, costretto in più a fare i conti con i suoi doveri improntati alla tradizione del confucianesimo ( devozione per i genitori , matrimonio e procreazione); a ciò aggiungiamo una carica di tormento interiore e di inadeguatezza che spingono lontano dal sogno ed ecco che il personaggio di Shu Qi diventa veramente uno degli emblemi della società cinese del XXI secolo.
A conferma di ciò, un po' maldestramente, accanto alla storia di Ruxi, scorrono sottotraccia le vicende di due sue amiche, entrambe impelagate in affari amorosi intricati che non fanno altro che dare forza al pilastro narrativo del film: l'amore nella Cina moderna è una cosa tutt'altro che facile.
Per il resto The Last Woman Standing è lavoro tutto sommato ovvio e che offre ben poche altri spunti di interesse, classico film leggero, popolare , di facile presa, ove si eccettui la consueta maestria del grande Mark Lee alla fotografia che regala delle immagini di Shanghai magnifiche e la presenza di Eddie Peng, stavolta , è bene dirlo, nel classico ruolo del valletto belloccio di Sua Maestà Shu Qi.
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