giovedì 16 maggio 2019

The Mule [aka Il Corriere-The Mule] ( Clint Eastwood , 2018 )




The Mule (2018) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Anche in The Mule Clint Eastwood mostra quella tendenza, il cui inizio possiamo far risalire a Gran Torino , di costruire una profonda sovrapposizione quasi di identità tra i protagonisti dei suoi film e se stesso, in un tentativo di raccontare, forse , prima la propria esistenza cinematografica, che data ormai oltre 60 anni e poi quella personale , una volta giunto, in gran forma va detto, alle porte dei 90 anni.
In tal senso in The Mule c'è una identità anagrafica tra regista e protagonista, anch'esso novantenne, realmente esistito e protagonista di una storia incredibile cui Clint Eastwood si è fedelmente ispirato.
Il personaggio  è appunto un novantenne , appassionato floricultore, cui la nuove tecnologie come l'e-commerce , tolgono la terra da sotto i piedi facendolo ritrovare dopo tanti anni in una situazione insostenibile per cui si trova costretto a mollare l'attività e a ben presto a ritrovarsi vicino alla rovina completa.


Earl Stone, il nome del protagonista, unica licenza che si permette Clint Eastwood cambiando il nome vero del reale ultraottuagenario, è un uomo solo, ai margini della famiglia, ha divorziato dalla moglie e ha un rapporto pessimo con la figlia che gli rinfaccia pesantemente le sue assenze prolungate e una scarsa attenzione alla famiglia; senza casa, con tutti i suoi beni caricati alla rinfusa sul suo glorioso pick up con il quale si vanta di avere girato 40 stati dell'Unione senza beccare mai una multa, si presenta al matrimonio della nipote, forse l'unica della famiglia che prova simpatia per lui.
Qui conosce un amico del futuro marito della nipote che ascoltando il curriculum da grande viaggiatore in auto gli offre la possibilità di trovare un lavoro, inviandolo da dei suoi amici.
Earl non sa che il lavoro che stanno per proporgli è quello di corriere della droga per un cartello messicano: un lavoro facile per un vecchio che non dà di certo all'occhio , che guida con prudenza e che non ha mai subito una multa.
Iniziano quindi i viaggi di Earl, dal Texas all'Illinois, con istruzioni sempre uguali e che gli fruttano un bel gruzzolo di soldi; anche quando colto da una legittima curiosità scopre cosa è diventato, il nostro eroe decide di continuare guadagnando cifre sempre più alte visto che i trafficanti ormai lo ritengono indispensabile e gli affidano quantità sempre più ingenti di droga.

Per alcuni orami è una specie di utilissima mascotte, per altri invece un personaggio di cui comunque non fidarsi perchè troppo anticonvenzionale come corriere, sta di fatto che Earl inizia a frequentare anche l'ambiente dei trafficanti verso i quali non mostra certo timore ricordando a tutti di essere un veterano della guerra di Corea e quindi di averne viste già di cotte e di crude; ma soprattutto , quasi come una forma di redenzione dallo sporco lavoro, inizia ad utilizzare quei soldi per opere benefiche e per riavvicinarsi alla famiglia, oltre che per togliersi qualche sfizio come un pick-up nuovo o un bracciale d'oro.
La storia ci racconta che alla fine Earl, grazie alla tenacia di un agente della DEA, viene beccato con le mani nel sacco, messo in galera e condannato, senza provare mai neppure con una parola a chiedere clemenza alla legge; l'aver potuto riabbracciare la famiglia per Earl è stata già la redenzione più grande.
Il volto scavato ma sempre estremamente volitivo ed espressivo di Clint, dominato dal profondo blu dei suoi occhi va persino oltre il personaggio, è come se il regista voglia raccontare in primis la sua vita, i suoi resoconti man mano che l'età avanza, ribadire i suoi valori che sono quelli dell'americano medio, un po' conservatore, un po' progressista illuminato, che chiama i colored negri solo perchè non è politically correct, o si imbatte in un raduno di lesbiche che chiama ragazzi ; insomma anche The Mule come Gran Torino , e non solo,è un ritratto del Clint Eastwood americano nel profondo della sua carne, un totem di una civiltà che forse è sempre più vicina a smarrire i suoi connotati.
Appare chiaro quindi che la forza del film sta tutta nel personaggio Earl-Clint attraverso un meccanismo di fusione e di compenetrazione e in una poetica della vecchiaia  che sconfigge le più ovvie e normali leggi della natura.
Ancora una volta Clint Eastwood è un simulacro splendente della società americana, un acuto cantore degli aspetti più reconditi, un grande vecchio che attraverso la storia di Earl racconta se stesso e la sua lunga, interminabile e luminosa stagione cinematografica.

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