Giudizio: 7/10
E' quasi uno studio che sta a metà tra il sociologico e l'antropologico, questo lavoro di Yukisada Isao, regista con alle spalle ormai una carriera ventennale costellata da più di venti lavori e anche da qualche riconoscimento festivaliero: ispirato all'omonimo manga di Kyoko Okazaki, ambientato all'inizio degli anni 90, River's Edge è la storia drammatica e di solitudine nichilista di un gruppo di adolescenti divisi tra la scuola, consueto nido di nefandezze sociali e personali, e le loro ossessioni spesso insane.
Raccontato come fosse una raccolta di interviste ai personaggi troviamo Ichiro che è gay e arde di passione non ricambiata per un suo compagno di scuola , viene regolarmente maltrattato e umiliato e gettato nella sua solitudine ; c'è Haruna , l'unica compagna di scuola che riesce ad avere un legame con Ichiro, e che è la ragazza del bullo per eccellenza, il violento Kannonzaki che nel frattempo se la spassa però con la compagna di classe di Haruna, la ninfetta Rumi, c'è poi la modella Kozue bulimica che passa il tempo a mangiare per poi vomitare tutto; c'è la sorella obesa di Rumi, che detesta , ricambiata, e che oltre ad ingozzarsi spia il diario segreto della sorella.
Una parata di personaggi, insomma che rappresentano i lati più inquietanti di una generazione, quella dei primi anni 90 che visse nella solitudine e nella caduta del sogno del benessere per tutti in seguito alla mortifera esplosione della bolla speculativa del 1991 che infettò la società giapponese portando danni materiali e morali.
L'ambiente in cui si muovono i protagonisti è un ecosistema malato, ciminiere che sputano fumi tossici, acque putride che sembrano avvolgere questi adolescenti problematici, violenti, alla deriva, e soprattutto profondamente soli che passeggiano sulle rive di un fiume che restituisce tutto ciò che vi viene gettato compresi i cadaveri.
Ichiro infatti, nel suo perenne vagare su quelle sponde ha trovato un cadavere cui, per una sorta di pulsione morbosa e insana si è legato, lo considera il suo tesoro, pronto a difenderlo, quando , in una delle scene più grottescamente drammatiche del film, i suoi compagni di scuola informati su un presunto e fantomatico tesoro sepolto sulle rive del fiume, partono armati di badili rischiando di imbattersi di certo nel cadavere amico di Ichiro.
Solo ad Haruna il ragazzo mostrerà l'ambito trofeo e quelle sponde fetide diventeranno un luogo di fuga e di ritrovo.
La malvagità, il male profondo e le ossessioni che divorano i protagonisti avranno la loro lenta evoluzione fino al finale dalle tinte cupe.
Che River's Edge sia film che non passa inosservato lo si può dedurre anche dalle reazioni al Festival di Berlino dove ha aperto la Sezione Panorama nella rassegna del 2018; in effetti, pur essendo opera che soffre di più di un difetto, il lavoro di Yukisada possiede una certa potenza evocativa, soprattutto nella costruzione dei personaggi che sono coloro che sorreggono l'impalcatura narrativa del film; la citazione di William Gibson fotografa quello che è il background culturale di River's Edge, una metafora cyberpunk nella quale trovano spazio gli emarginati costretti in una realtà deprimente e che anelano alla fuga verso la realtà virtuale del cyberspazio.
Tutti i personaggi di questo racconto quasi corale sono circondati nel contempo da una aura maledetta che contraddistingue il loro lato oscuro , malsano, violento e nichilistico, e da una banale tenerezza come quando si chiedono cosa significhi essere vivi, "sentire le cose, sentire il caldo e il freddo, voglio vivere sentendo le cose" è la risposta di una generazione che ha perso qualsiasi riferimento e che si trascina con la sua disperazione malata, incapace persino di percepire gli stimoli elementari.
Pur ribadendo il concetto che River's Edge è lavoro tutt'altro che perfetto ( troppi momenti circolari che si ripetono a volte anche con monotonia ad esempio) , il giudizio è comunque positivo perchè la storia ha una sua anima e il regista cerca di raccontarci con forza i malesseri e la solitudine di una generazione.
Nel cast ben assemblato spiccano Nikaido Fumi nel ruolo di Haruna , che nonostante gli abiti stile anni 90 molto unisex e bracaloni, non manca di offrirci la visione delle sue nudità che il regista sa però rendere prive di qualsiasi pruriginosità e Yoshizawa Ryo, il tenebroso e tormentato Ichiro.
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