domenica 1 marzo 2020

Dark Figure of Crime ( Kim Taegyun , 2018 )




Dark Figure of Crime (2018) on IMDb
Giudizio: 7/10

Soprattutto nel cinema coreano la figura del detective votato alla riesumazione dei cold case si riscontra con una certa frequenza, un solitario e ossessionato poliziotto , di solito spinto da qualche esperienza del passato personale , che si dedica anima e corpo alla ricerca di una verità sepolta sotto gli anni trascorsi.
Dark Figure of Crime è un lavoro che gioca quasi esclusivamente su questo tema , miscelandolo col rapporto poliziotto-criminale che si crea allorquando si innesca il gioco del gatto col topo.
Il detective Kim della sezione narcotici , mentre sta interrogando un sospettato grazie alla soffiata di un informatore, si ritrova nel bel mezzo di una operazione di polizia nella quale il sospettato, Taeoh, viene arrestato con l'accusa di omicidio della sua ragazza; il soggetto in effetti aveva già suscitato nel detective qualche inquietudine avendo raccontato come , per soldi, avesse qualche tempo prima fatto a pezzi un cadavere prima di farlo scomparire.
Quando poi, dopo qualche tempo, dal carcere Taeoh fa sapere che vuole parlare col detective Kim, il meccanismo perverso si mette in moto: il criminale a piccole porzioni regala al poliziotto qualche notizia relativa all'omicidio di cui è incolpato e al tentativo della polizia di fabbricare prove false ma soprattutto carpisce il suo interesse e la sua fiducia quando riferisce di esse stato l'autore di altri sei omicidi.


Naturalmente queste notizie non sono concesse gratis, Taeoh sfrutterà , col ricatto, le sue confessioni centellinate per ottenere vantaggi; da parte sua il detective Kim , che nel frattempo ha chiesto il trasferimento alla squadra omicidi volendo perseverare nella ricerca della verità dei casi di omicidio rimasti senza colpevole per molti anni, accetta il gioco perverso messo in piedi dall'assassino e inizierà a indagare sui casi rimasti insoluti, persi ormai nell'oblio del tempo trascorso.
Tutto però porterà ad una frustrazione crescente perchè nonostante le confessioni, trovare le prove è praticamente impossibile e il sarcasmo dell'assassino verso l'incapacità del poliziotto di risolvere i casi diventa insostenibile.
Il colpo di scena finale però riuscirà a inserire i giusti tasselli al loro posto.
Partendo da uno dei tanti casi di cronaca nera coreana, il regista Kim Taegyun costruisce una storia che si sviluppa su alcuni assi narrativi portanti: per prima cosa riesce a tratteggiare i contorni dei protagonisti, poliziotto e assassino, in maniera netta e precisa; il detective Kim è un personaggio che svicola i canoni tipici del cinema coreano: niente atteggiamenti cialtroni, niente rozzezza, bensì un ufficiale dedito al lavoro con una vita personale da media borghesia , che incalzato dalla trappola del criminale viene avvinghiato dalle storie delle persone scomparse  finite nel dimenticatoio.

Il delinquente a sua volta sin da subito mostra i caratteri  del serial killer: carisma, narcisismo,estrema violenza, capacità manipolatoria, il giusto grado di devianza mentale.
Man mano che la storia scorre , e nella prima parte tutto si poggia sul gioco sottile di esche lanciate e di trappole tra i due protagonisti, si crea quella tensione che nasce dalla assoluta imprevedibilità dell'assassino: starà bluffando? dice la verità? cosa vuole ottenere? perchè vuole manipolare il poliziotto?
Viceversa il detective Kim è sempre più tormentato dal desiderio, quasi l'ossessione, di ridare dignità alle vittime e ai loro cari  contrapposto all'istinto di non voler più scendere a patti con l'assassino interrompendo il gioco macabro e perverso.
Tutto ciò conduce, soprattutto nella seconda parte del film, a mettere al centro del racconto le vittime, spostando su di loro, e su quella dei loro cari, la prospettiva narrativa; quasi un'opera pietosa per ridare dignità a chi è scomparso nel nulla e a chi attende da anni una notizia che possa mettere la parola fine sulla triste storia.
In questo il film di Kim funziona bene, il dolore delle famiglie degli scomparsi è ben raccontato, con equilibrio e con la giusta drammaticità.
Nel complesso Dark Figure of Crime è un lavoro riuscito, nonostante un finale che si appoggia ad uno snodo che funge da colpo di scena insperato non troppo riuscito, soprattutto per questo cambio di prospettiva che sposta lo sguardo dall'assassino e del suo cacciatore alle vittime che giacciono nell'oblio del tempo; a dar fora alla pellicola le eccellenti prove dei due protagonisti indiscussi: Kim Yoonseok , il poliziotto in giacca e cravatta dai modi pacati e Ju Jihoon l'assassino spietato e narcisista.

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