Giudizio: 6.5/10
Usare il latte materno del proprio capo tenuto in frigorifero per preparare un caffè ad un importante cliente che lo troverà delizioso al punto di concludere l'affare, se da un lato mette June nella condizione di essere tenuta in considerazione dal capo stesso, una donna in carriera di quelle che ostentano perennemente le palle, dall'altro la pone nella condizione di finire sulla graticola allorquando sempre il capo scoprirà che qualcuno ha usato il latte del suo bebe per preparare un caffè.
Per tale motivo quella che era una congrega di amici fino a poco tempo prima, naturalmente con tanto di chat, scioltasi poi per una serie di incomprensioni, si trova a rimettersi insieme, o perlomeno a provarci, per far sì che entro le 18 , un latte materno sia nuovamente nel frigo dell'ufficio di June e salvarla così dalle grinfie del capo feroce.
Detta così sembra una cosa semplice , o quasi, ma intanto rimettere insieme i cocci non sarà facile: il gruppo si è disintegrato perchè le relazioni umane sono implose: una crede che l'amica le ha fregato il ragazzo, un'altra si ritiene vilipesa nel suo estro artistico musicale, la coppia di gay si è data ad altre attività, qualcun altro ha pensato solo a se stesso e quindi quello che era un gruppo di persone affiatate è diventato un cumulo di macerie.
Ma nonostante tutto, la forza del legame e dell'amicizia faticosamente riuscirà a mettere insieme la squadra di salvataggio di June, dando il via alla più classica delle commedie brillanti dell'equivoco, che sarà anche l'occasione per chiarire incomprensioni e disguidi.
La nuova commedia di Pang Hocheung, tipico prodotto da Festa di Capodanno Cinese, se da un lato mostra in maniera ormai costante la difficoltà di Pang, in questa occasione anche sceneggiatore, a ritornare sui livelli che ne avevano caratterizzato le prime prove, ormai più di 10 anni orsono, dall'altro ci dà la conferma di come il regista HKese si sia posizionato ormi nel campo della commedia brillante, a tinte più o meno colorate, che riesce comunque sempre a divertire e a rappresentare qualcosa del mondo di Hong Kong e della sua società.
Missbahavoir non viene meno a questa regola: per tale motivo il tema delle relazioni umane sempre più difficili e complesse , ancor più in questa era di digitalizzazione della comunicazione, si mescola con quello del problema sociale del mercato immobiliare, o delle coppie gay, come in questo lavoro, rimandano l'immagine di una metropoli che sta lentamente ma inesorabilmente perdendo la sua identità.
L'intreccio che Pang costruisce intorno alla affannosa ricerca del latte materno che potrebbe salvare le sorti di June è indubbiamente divertente, si affida soprattutto ai dialoghi in perfetto stile cantonese e alle situazioni alcune delle quali effettivamente sono al limite dell'esilarante anche quando fa ricorso in maniera un po' dozzinale alla facile risata veicolata da scorregge o situazioni da gabinetto; inoltre la carrellata di personaggi è come sempre molto variegata: si va dalla coppia gay in crisi affettiva semplicemente per mancanza di comunicazione alla versione terzo millennio della figlia dei fiori che gira con la chitarrella a mo' di chansonnier, dalla donna in carriera amata da tutto il gruppo perchè ha sempre dato qualcosa di sè a tutti alla scrittrice di successo che però utilizza le esperienze e i racconti basati sugli amici di un tempo per affermarsi nel mondo editoriale oltre che per le tettone, altro topos tipico dei film di Pang.
In questo lavoro il regista sembra voler calcare la mano sul mondo social e sulle relazioni interpersonali mediate dalla rete , i veri responsabili delle difficoltà comunicative, che focalizzano il loro interesse su follower e like, ma al tempo stesso vuole raccontare una storia dii amicizia che resiste, nonostante tutto, anche in tempo di rapporti impersonali e digitali; il ben poco riuscito pistolotto finale incentrato sulla capacità e la forza di saper amare qualcuno tutto sommato toglie poco al tono complessivo della pellicola.
La carrellata di personaggi di contorno che ruotano intorno al gruppo di amici è un'altro dei punti di forza, una parata di facce e di maschere coloratissime sulle quali svetta incontrastato il personaggio di Lam Suet, un logorroico e isterico ristoratore, e quello di Miriam Yeung in una comparsata spettacolare.
A sottolineare il carattere fortemente HKese del lavoro Pang usa un espediente tecnico con il quale proietta le immagini dei suoi protagonisti su schermi immaginari incastonati tra i tipici scorci della città pieni di grattacieli.
Insomma Pang non sarà più geniale e graffiante come si era mostrato ai suoi esordi, ma i suoi film regalano quello che uno esattamente si aspetta e cioè uno spettacolo di intrattenimento con spunti intelligenti e in alcuni momenti geniali, in perfetta linea con la grande tradizione della commedia di Hong Kong.
La schiera di attori, tra protagonisti e comparsate , è come sempre sterminata , in perfetta coerenza coi lavori di Pang: Dada Chan, Isabel Chan, Gigi Leung e June Lam, Tan Hanjin , oltre ai citati Lam Suet e Miriam Yeung, formano un gruppo ben assortito nel quale trovano spazio persone e storie le più svariate.
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