Giudizio: 8.5/10
Dopo aver ricevuto i giusti riconoscimenti sia nel 2001 ( Premio della Giuria per Le biciclette di Pechino ) sia nel 2008 ( Premio per la migliore sceneggiatura con In Love We Trust ) Wang Xiaoshuai consolida il legame con la Berlinale ricevendo il doppio premio per gli interpreti con il suo ultimo lavoro So Long , My Son, ritorno al cinema di finzione cinque anni dopo il convincente Red Amnesia visto a Venezia.
Fedele allo stile che ha contraddistinto i cineasti della Sesta Generazione di cui rimane uno dei rappresentanti indiscussi, Wang col suo nuovo lavoro affronta un tema intimo e personale, un dramma famigliare che si cala però in un epoca , circa 25 anni a partire dalla metà degli anni 80, in cui la società cinese ha subito dei mutamenti enormi sotto molteplici punti di vista.
Questo è stato quasi sempre il campo di osservazione privilegiato del regista di Shanghai, a volte affidandosi ad aspetti autobiografici, altre a particolari momenti della storia recente del suo paese.
Il film inizia con una magistrale scena in apparenza distante e ripresa con distacco, ma che invece segnerà tutta la storia: due ragazzini in riva ad un lago artificiale che discutono , prima che uno dei due si allontani e raggiunga gli altri amici in acqua; poco dopo degli adulti che giungono trafelati, un corpo esanime sulle rive fangose ,la corsa a piedi con il corpo in braccio verso l'ospedale; il piccolo Xingxing è morto annegato.
I protagonisti del dramma sono i genitori del ragazzino morto , il ragazzino che abbiamo visto parlare con lui e i genitori di quest'ultimo, due famiglie legate da una amicizia di vecchia data consolidata anche e soprattutto dal legame tra i due ragazzini.
L'episodio terribile cade come una mannaia sulle loro vite: Yaoyun e Liyun , distrutti dal dolore decidono di lasciare la loro città natale e di trasferirsi nel luogo più lontano possibile dello sterminato paese: lui mette in piedi una piccola attività artigianale grazie all'esperienza maturata in una grande industria dove aveva lavorato e per tentare di colmare il vuoto immenso adottano un ragazzino che però giunto ai suoi 16 anni dimostra la sua indole ribelle e che probabilmente mal tollera l'idea di essere un sostituto , sebbene i genitori adottivi lo abbiano trattato bene.
Con l'avvicinarsi della vecchiaia i due si rendono conto che è giunto il momento di ritornare , almeno per un momento , alle origini e affrontare di nuovo il dramma che più di venti anni prima li ha devastati.
Questa è la traccia grossolana del film e della storia che esso racconta, ma come sempre nei lavori di Wang, riuscire a raccontare la pellicola in maniera organica non è facile , e So Long, My Son è addirittura più ostico degli altri, perchè di fatto il racconto è una epopea epica che coinvolge le storie personali di gente comune , ma anche la storia recente della Cina.
Probabilmente nessun paese al mondo possiede un background storico recente con una impronta epica come la Cina, con cambiamenti epocali che in altre realtà hanno impiegato decenni a concretizzarsi, con le ovvie conseguenze sulle esistenza delle persone comuni; un epica insomma senza eroi, ma costruita sulle esperienze personali.
Nel film , infatti, Wang, affronta in maniera drammatica , la politica del figlio unico ( Liyun è stata costretta ad abortire dalla sua amica e madre dell'amico del cuore di Xingxing, oltre che direttrice della fabbrica in cui lavora), le trasformazioni della società e gli ultimi colpi di coda di un totalitarismo ormai agli sgoccioli ( le nuove mode, le nuove musiche , i balli occidentali), i sommovimenti sociali in seguito alla trasformazione dell'economia con il passaggio delle fabbriche dal controllo statale a quello privato; ma accanto a questo il regista ci racconta il dramma della perdita, il bisogno di tagliare col passato, i legami interpersonali che si disintegrano, il senso di colpa che non abbandona mai l'amico di giochi di Xingxing, la consapevolezza , come dicono Liyun e Yaoyun, che a loro non rimane altro che aspettare di diventare vecchi, il desiderio di cambiare la vita e con esso tentare di cancellare un passato pieno di dolore sentendosi stranieri in una terra in cui non capiscono neppure il dialetto, il ricordo tra nostalgia e dolore della Rivoluzione Culturale che cambiò la loro vita.
La struttura narrativa che sceglie Wang è quella del racconto all'apparenza frammentato, basato su frequenti e repentini flashback che vanno a chiarire qualcosa del passato che ha attinenza col presente,una struttura che in effetti, soprattutto all'inizio può creare qualche confusione ma che ben presto diviene perfettamente armonica con lo scorrere della storia; la regia è come sempre pulitissima, intensa, capace di trasmettere con le immagini il pathos del momento; di certo So Long ,My Son risulta una delle opere più riuscite di Wang Xiaoshuai.
Il racconto di Wang non perde mai di vista il senso politico e sociale della storia, le conseguenze del capitalismo e della perdita di una etica e di un idealismo che non fanno più parte di una società che ha come unico obiettivo l'arricchimento :" se vuoi essere una persona ambiziosa devi andare al sud e arricchirti" , sentiamo ripetere alcune volte nel film, una migrazione e una rincorsa alla ricchezza a discapito delle proprie radici, magnificamente condensata nella scena in cui i due coniugi, ormai vecchi ritornano nella casa in città da cui erano partiti e che stentano a riconoscere: " tutto è cambiato fino a cancellare il nostro passato" ripetono in taxi mentre attraversano il loro quartiere; solo la statua di Mao è ancora lì, e con un gesto tra il nostalgico e l'irriverente Yaoyun gli porge il saluto passando col taxi.
Alla fine però , quando tutto torna al suo posto, c'è forse la certezza che il legame famigliare e l'amicizia riescono a dar forza nell'affrontare il peso degli anni che passano e , forse , anche il dolore per una tragedia immane, potrebbe trovare la sua fine per sempre , nella consapevolezza che l'Uomo riesca sempre a trovare nel profondo del suo essere la forza di proseguire nel suo percorso .
Giustamente premiati per la migliore interpretazione sia maschile che femminile, Wang Jingchun e Yong Mei offrono una prova straordinaria, splendida nella loro interpretazione del dolore e della sensazione di peso per gli anni che passano.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.