Giudizio: 7.5/10
In un piccolo e sperduto villaggio andino in Argentina, una donna viene trovata morta decapitata e la testa è scomparsa; ad occuparsi del caso il silenzioso e introverso detective Cruz, il sospettato principale del crimine è il marito dell'amante di Cruz, un uomo psichicamente instabile che era stato visto nei pressi del luogo del ritrovamento poco prima.
Cruz però capisce subito che c' è qualcosa di strano e terribile al tempo stesso nella morte della donna: il gesto sembra infatti compiuto da un essere mostruoso che ha ben poco di umano e che inoltre ha abusato sessualmente in maniera brutale della vittima.
Quando poi un'altra donna subisce la stessa sorte nonostante il sospettato sia sotto controllo, appare chiaro che la questione è ben più complessa ed intricata di quanto potesse sembrare all'inizio, inoltre seguendo le confessioni della mente folle di David, il marito dell'amante di Cruz, la storia scivola lentamente nel thriller-horror psicologico, in un vortice in cui anche il poliziotto si trova investito, a maggior ragione quando sarà proprio l'amante una delle vittime del mostruoso assassino.
Il finale , costellato di colpi di scena, darà una chiave di lettura a dire il vero non pienamente esauriente, lasciando forse qualche tassello fuori posto, ma il film di Alejandro Fadel regala senza dubbio grandi momenti e soprattutto una cornice di ambientazione e di paesaggi potente.
Muere Monstruo Muere inizia come un thriller dalla forte impronta gore , oltre che da un nero umorismo appena accennato ma leggibilissimo, che lentamente si apre alla analisi della malattia mentale, delle ossessioni e dei disturbi della psiche; analizzando tutti i personaggi possiamo notare che in un modo o in un altro tutti presentano dei disturbi o dei comportamenti in risposta alla situazione di isolamento e di noia in cui vivono; quando il mostro farà la sua comparsa nel film ci troveremo di fronte ad un essere che sintetizza in se stesso le paure, gli istinti repressi, le fobie ( a tal proposito molto efficace la scena in cui il capitano elenca a Cruz tutte le varie fobie) e i disturbi della personalità.
Come detto man mano che la storia procede è l'aspetto psicologico quello che diventa preponderante con frequenti dissertazioni sulla psiche , sulle proiezioni sensoriali e sulle pulsioni sessuali, e la storia si complica in maniera un po' troppo artificiosa e a volte confusa; al termine capiremo che tutti i personaggi possiedono nel loro intimo un nucleo di malvagità o comunque un'area oscura che genera i disturbi della personalità e dei comportamenti.
Il ricorso al simbolismo letterario -paesaggistico con sintetizzati nell 'MMM inteso come acronimo di un messaggio che si ripete come un mantra( il titolo del film) e che trova la sua esplicitazione nel paesaggio montano dipinto da Cruz appare un po' troppo forzato come traccia portante per la comprensione del mistero.
C'è da dire però che le atmosfere costruite da Fadel sono forti, tenebrosamente belle e si impongono come l'aspetto più riuscito di tutto il film che in conclusione risulta essere un tentativo di dare corpo alle paure, alle repressioni e alle devianze psicologiche : il mostro che avrà parziale pietà di Cruz, è il condensato corporeo di tutto ciò che ribolle nel film: una sessualità ermafrodita con una proboscide che assomiglia all'organo sessuale maschile e un volto un po' scroto , un po' vagina , una elefantiasi che rallenta la sua camminata e che sembra essere il concentrato della pesantezza della psiche umana e dei suoi disturbi.
Il film, presentato in anteprima a Cannes nella sezione collaterale Un Certain Regard e passato , tra l'altro anche a Sitges, ha indubbiamente il suo valore; se Alejandro Fadel avesse insistito meno nei simbolismi e nel tentativo di rendere più intricata e aperta ai colpi di scena la storia staremmo di certo qui a parlare di un film che avrebbe aperto una nuova strada nell'horror-thriller psicologico.
Bravi e convincenti i componenti del cast: Victor Lopez (Cruz) alle prese con un personaggio complesso , Esteban Bigliardi (David) bravo nel portare sullo schermo la follia del suo personaggio, Tania Casciani ( Francisca, l'amante di Cruz) nei panni del suo personaggio carico di ambiguità e di sensualità e Jorge Prado ( il Capitano) probabilmente il migliore del lotto nelle vesti di un personaggio che è un po' il detonatore del film.
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