lunedì 5 dicembre 2016

Crosscurrent / 长江图 ( Yang Chao / 杨超 , 2016 )




Crosscurrent (2016) on IMDb
Giudizio: 8.5/10

Crosscurrent è un film difficile; lo è perchè è una di quelle opere che fa appello non alla razionalità , ma allo spirito, alle emozioni, azzerando domande che potrebbero sorgere spontanee durante la visione: chi è quella ragazza? chi ha scritto quel diario? cosa significa quel gesto? Dimentichiamoli quesiti del genere perchè il racconto del film è un incedere di emozioni trasportate con la stessa calma e la stessa regolarità con cui il grande Fiume Azzurro dà vita alle migliaia di imbarcazioni che ogni giorno lo solcano lungo gli oltre 5000 km del suo corso.
Yang Chao mette al centro della sua opera lo Yangtze, da noi in occidente conosciuto come Fiume Azzurro, lungo il quale il giovane Chun opera come trasportatore con la sua barca, poco più di un ammasso di ferraglie: il viaggio inizia a Shanghai, dove il fiume sfocia  e risalendolo, scandito da un diario che ci ricorda i giorni di navigazione e le città in cui fece tappa un ignoto (forse...) viaggiatore del fiume che Chun trova all'interno della nave, ci porta fino alla sorgente.


Ogni città mette l'uomo di fronte ad una donna , sempre immutabilmente la stessa che fa pensare ad una elaborazione di un amore tormentato e perduto; ed è così che il fiume diventa l'arteria principale dell'esistenza di Chun attrverso quel diario dai tratti scoloriti; alle sorgenti del fiume, fra le nevi del Tibet il viaggio termina e trova (forse...) un'epilogo della storia intima del protagonista.
Dalle nebbie notturne di Shanghai dove il fiume offre il suo alveo ad una miriade di navi e ad una vita che pullula nei porti e lungo le rive, fino alle città della provincia attraverso una vastità che prende le sembianze del mare, dai suoi mille meandri che si allargano dal corso principale fino alle Tre Gole dove l'uomo ha osato modificare la natura, il fiume porta con sè riflessioni sul buddhismo, monasteri, miti, leggende, ma soprattutto un ribollire di sentimenti , rabbia e dolore, speranza e malinconia: i versi che Chun legge dal diario riecheggiano la poesia della letteratura classica cinese, dove la passione si perde nella nostalgia e nel dolore.
I due protagonisti si inseguono sulle rive del fiume, si incontrano, si amano, si abbandonano, ed il viaggio di Chun è lo scorrere guidato dal fiume dei suoi sentimenti; An Lu, la donna, cerca risposte dai monaci buddhisti sul peccato e sulla fede, forse perchè ha compiuto il primo e perso la seconda, il rincorrersi dei due protagonisti accompagna il nostro lento immergersi in una atmosfera che ondeggia tra l'onirico ed il fantastico.

Ma il viaggio di Chun e della sua nave è anche un risalire la storia del paese, le sue tradizioni ancestrali, attraverso i grattacieli che sorgono sul fiume, i templi, la diga delle Tre Gole, in questo offrendoci l'altra faccia di Still Life di Jia Zhangke qualche anno dopo, fino al paesaggio lunare del Tibet dove il fiume nasce e inizia il suo viaggio vitale , portatore di storie e di impulsi primordiali.
Crosscurrent è uno di quei film che lo vedi e non sai quasi spiegare perchè ti è piaciuto, un opera di quelle capaci di cambiare il senso di una giornata, perchè è capace di entrare profondamente nello spirito; inoltre la superba, magnifica fotografia di Mark Lee, premiata all'ultima Berlinale, riesce ad avvolgere il film donandogli una bellezza struggente grazie ad immagini di una potenza e di una poesia che raramente è dato di vedere; in particolare meritano la menzione il passaggio di Chun alla diga delle Tre Gole attraverso la chiusa , un segmento del film in cui la bellezza delle immagini riesce a terrorizzare e la scena in cui la barca viene fermata nel centro del fiume perchè nel buio, illuminata solo da un faro l'uomo riconosce An Lu lungo le scogliere delle gole.
Il merito di Yang Chao è quello di avere costruito un'opera che attraverso un linguaggio cinematografico forse non semplice, di certo innovativo , demanda all'interiorizzazione e all'analisi spirituale il compito di compenetrare il film e di poterlo abbracciare nella sua interezza.
Hao Qin conferma il suo grande talento di attore nella parte di Chun, soprattutto perchè riesce a dare un volto credibile ad un personaggio di non semplice costruzione, Xin Zhilei unisce alla sua bellezza quasi conturbante la giusta carica di tormento interiore: la coppia nell'insieme funziona benissimo come epicentro narrativo del film.
Insomma se siamo disposti a lasciarci immergere nel turbinio di emozioni, di irrazionalità e di spiritualità, Crosscurrent sarà un film che nelle sue due ore scarse regalerà momenti di cinema indimenticabile; se non siamo disposti ad accettare ciò, odieremo il film maledicendolo.
Io personalmente lo ho amato.

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