mercoledì 19 agosto 2015

Boy Eating the Bird's Food ( Ektoras Lygizos , 2012 )




Boy Eating the Bird's Food (2012) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

In una una Grecia che inizia inesorabilmente ad affondare sotto i colpi di una crisi economica e sociale di cui vediamo in questo periodo gli esiti catastrofici, il regista Ektoras Lygizos ambienta la sua opera prima, un durissimo racconto di disperazione e di sconfitta che ha come protagonista un giovane ridotto a vivere in maniera miserrima per il quale il solo procacciarsi il cibo è problema quasi insuperabile.
Il giovane vive solo in una casa dove è stata tagliata anche la fornitura di acqua, non ha un lavoro, nè quello cui aspira di cantante lirico nè quello ben più proletario in un call center che abbandona subito perchè non incline ai patteggiamenti telefonici; l'unico sprazzo di vitalità è la sua convivenza con un canarino con cui divide i piccoli resti di cibo che riesce a recuperare siano essi le sementi per uccelli o un fico mezzo marcio o qualche briciola che recupera nella casa di un anziano che abita sotto a lui.
Cacciato dalla casa per non aver pagato l'affitto, morto il vecchio vicino di casa presso la cui casa raccatta qualcosa da poter vendere, il protagonista si ritrova a cercarsi una rifugio in compagnia del fidato canarino.


Le rovine di un edificio presso cui sono accumulate statue classicheggianti diventa la sua nuova casa dove lasciare l'amato uccellino e da cui partire per le peregrinazioni in città alla ricerca di cibo.
Distaccandosi in maniera netta dagli autori della New Wave greca che tanti riconoscimenti hanno riscosso in giro per il mondo coi loro lavori taglienti ma quasi asettici, Lygizos opta per uno stile neorealista ermetico che sembra avere nel cinema dei fratelli Dardenne il suo punto di riferimento principale: dialoghi quasi assenti, macchina da presa spesso sulla nuca del protagonista al suo costante inseguimento, racconto scarno nel quale però trovano spazio momenti duri. 


Il regista in una intervista ha dichiarato che prima che la crisi sociale greca nel suo film ha voluto raccontare la perdita della speranza che si accompagna ad essa, ed in effetti il giovane protagonista è quasi uno zombie, oppresso dalla situazione che sembra essere un incubo dal quale non c'è fuga, alienato , privo di affettività, divorato dal costante bisogno di trovare cibo fino al punto di nutrirsi del suo stesso liquido seminale raccontato in una scena di altissima drammaticità.
All'interno di questa narrazione, che prima di tutto è quello di una tragedia intima, il regista non manca di fare riferimento alla situazione del paese, sottolineandola con efficaci metafore ( la bandiera usata come drappo per coprire la gabbia, l'ammasso di statue di tipico stampo ellenico gettate al macero); Boy Eating è insomma un racconto a tinte scurissime, pessimista, che ben narra il personale dramma nel quale però si specchia tutta la nazione ,percorso da una atmosfera di squallore e di profonda tristezza.
Non è la fotografia di un proletariato in perenne lotta con se stesso, è il disegno vivido , sebbene a tinte cupe, di un fallimento personale segnato, quasi inevitabile ,dal quale appare impossibile sfuggire.
Yannis Papadopoulos è il fulcro intorno il quale muove tutta la storia: anch'esso al suo primo lavoro dimostra bravura e capacità a trascinarsi la storia sulle spalle riuscendo con efficacia a mostrare la deriva drammatica del suo personaggio.

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