Giudizio: 7.5/10
L'epilogo (forse...) della leggenda
Giunge al termine col suo capitolo conclusivo la saga diretta da Christopher Nolan sulle gesta di Batman, un epilogo all'interno del quale il regista ripropone tematiche e situazioni tipiche già presenti nei due capitoli precedenti.
E' un atto finale in qualche modo coerente con la traccia narrativa impostata da Nolan: laddove termina The Dark Knight, inizia The Dark Knight rises, e Batman, travolto dal peso del crimine di cui si è accusato per creare un falso eroe, è sempre più avviato sul suo percorso di umanizzazione che snatura il suo essere super eroe; stanco, claudicante, autorecluso nella sua dimora, sembra più un pensionato in attesa che il tempo passi che un eroe epico difensore della giustizia.
Dopo otto anni di esilio e di tranquillità per Gotham City il destino torna a bussare alla porta di Bruce Wayne: il pericolo stavolta è un olocausto nucleare al quale il terrorista Bane vuole condurre la città come estremo atto catartico contro la sua corruzione.
Tirato dentro quasi per le orecchie Batman non si sottrae, pur percorso nel suo intimo da paure e angosce, ricordi e sensi di colpa; sfida , dunque, sarà, all'ultimo sangue, sull'orlo del precipizio nucleare con il passato, pieno di odio e orrore che torna a galla.
La coerenza narrativa di Nolan lo porta a ripercorrere in maniera molto stilizzata le gesta dell'Uomo pipistrello, anche nei suoi aspetti più problematici che scuotono la sua coscienza come già avveniva nel precedente capitolo; tutto ciò si traduce in un lavoro che probabilmente manca di forza propulsiva nonostante i temi trattati (il potere, la corruzione , la ribellione) e la sua riflessione politico-sociale sul confine dell'apocalisse denota una particolare attenzione all'aspetto umano e alle tenebre che risiedono in esso. In tal senso il personaggio del terrorista Bane si colora spesso di colori robespierriani a sfumature marxiste che traggono origine dal passato pieno di orrori e che germogliano come ribellione senza confine, ma l'ottimismo nella natura umana, che nel più profondo anfratto nasconde il barlume di bontà, consente al regista di regalare al suo eroe sempre una via d'uscita.
Prima che l'eroe invincibile Batman è la fiammella che cerca giustizia e bontà in un mondo dove il lato oscuro dell'uomo sembra sempre sul punto di trionfare.
L'oscillare perpetuo tra gesta eroiche e riflessioni sulla natura umana non presenta, come detto, sostanziali passi avanti rispetto ai precedenti capitoli della storia e questo in alcuni passaggi centrali del film si nota addirittura con qualche balbettio, ma se guardiamo al film nel suo aspetto più genuino, e cioè quello dello spettacolo immaginifico, The Dark Knight rises è film di fortissimo impatto emotivo e visivo, spettacolo che crea meraviglia e stupore, costruito con una maestria alla regia, attenta alla cura dei suoi aspetti più tecnicamente strabilianti, nello stile con cui Nolan ci ha abituato da anni.
I quattro anni di attesa trascorsi dal precedente capitolo hanno reso l'attesa per questo lavoro giustamente spasmodica ed il risultato , fatte salve le riserve dette, non delude sicuramente: è grande spettacolo che crea tensione, che ripaga le aspettative e che soddisfa; speriamo solo che finalmente il buon Batman (alias Bruce Wayne) possa meritarsi il giusto riposo seduto ad un tavolino a gustarsi magari un bel Fernet.
Hai ragione ma, personalmente, io avrei fatto morire Bruce Wayne.
RispondiEliminaIo amo troppo Batman e devo dire che Nolan mi ha regalato una trilogia che mi rimarrà sempre nel cuore. Bale è il Batman per eccellenza poi. Per non parlare di tutti gli altri, deliziosi dal primo all'ultimo.
RispondiEliminaLa non morte di Bruce Wayne , al di là di tutto, mi inquieta non poco: temo sequel non all'altezza.
RispondiEliminaVero Alessandra la lettura nolaniana di Batman è di gran lunga la migliore, però quest'ultimo capitolo, a mio avviso, segna un po' il passo sotto l'aspetto narrativo.