sabato 12 maggio 2018

Loro ( Paolo Sorrentino , 2018 )




Loro 1 Loro 1 (2018) on IMDb

Loro 2 Loro 2 (2018) on IMDb


Giudizio: 6/10

La scelta di proporre nelle sale Loro, ultima fatica di Paolo Sorrentino, in due parti appare francamente incomprensibile:  rifiutando l’ipotesi da qualcuno ventilata di una trovata al limite del truffaldino ( 2 film sono meglio di uno al botteghino…), l’unica spiegazione plausibile può essere la idiosincrasia del pubblico per tutti quei lavori cinematografici che superino le due ore di durata; propinare una pellicola di poco meno di quattro ore probabilmente sarebbe stato un suicidio commerciale cui nessuno ad oggi , a maggior ragione nel panorama italiano, sembra disposto a sostenere.
Sta di fatto che Loro è opera unitaria che non può essere giudicata in maniera compiuta nella sua bipartitura.


I fatti raccontati da Sorrentino, con la premessa che quello a cui assistiamo vorrebbe essere un connubio tra realtà e fantasia che produce l’opera d’arte, si riferiscono al periodo che va dalla strettissima sconfitta di Berlusconi alle elezioni del 2006, dopo cinque anni di governo, fino a poco dopo la vittoria nelle elezioni del 2008, seguita alla caduta del Governo di centrosinistra grazie alla fuga di alcuni senatori della maggioranza.
Ma il connotare storicamente l’epoca dei fatti narrati è semplice riferimento temporale perché all’interno del racconto , proprio grazie al ricorso a personaggi e situazioni di fantasia ( ma neppure tanto), gli eventi sembrano affastellarsi in maniera disinvolta, di certo come non si addice ad un film biografico o storico o tanto meno politico.


Loro è ( o vorrebbe essere) per Paolo Sorrentino quasi uno spaccato di costume, il concretizzarsi di una stile di vita, un ritratto più dell’uomo e delle sue contraddizioni che del politico e dell’imprenditore.
Per tale motivo la sinossi risulta praticamente inesistente, oltre che inutile, meglio procedere per capitoli.
LORO - L’inizio sembra una estensione temporale del suo fortunatissimo La grande bellezza: Gambardella lascia il posto a LORO, la corte dei miracoli che si muove intorno, come cerchi concentrici rigidamente divisi, a LUI, che però per la prima ora non vediamo mai e non sentiamo neppure mai nominare.
Faccendieri, furbetti del quartierino, cicisbei, nani, ballerine, puttane di professione e troiette in cerca di facile visibilità adescate con la droga, grandi sacerdotesse e politici che si muovono nel sottobosco per tenere in piedi un apparato ad uso e consumo del Presidente; aspiranti imprenditori cocainomani che da Taranto migrano a Roma per cercare di risalire la cerchia concentrica che si agita intorno al satrapo, beghe politiche consumate in nome del Leader indiscusso (ma neppure tanto…): è il berlusconismo derivato, quello che nasce dalla smania di apparire accanto al grande capo, di essere per un attimo solo alla sua presenza e poter contare su qualche regalia che dia una svolta alla vita. Per la prima parte assistiamo a una autentica parata di culi, tette, sniffate, situazioni scabrose, un anelito a risalire la cerchia da LORO, le truppe cammellate di LUI. Se La Grande Bellezza era la fotografia di una borghesia annoiata, ormai in sfacelo, per buona parte cosciente di ciò, qui abbiamo il trionfo della cafonaggine, del materialismo edonista più becero, dell’adorazione di un dio che nella mente dei fedeli porta alla ricchezza e al successo.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

1 commento:

  1. mi piace Sorrentino, ma non mi va un doppio film su Berlusconi, proprio no...

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