Giudizio: 7.5/10
Una delle prime decisioni adottate da Raul Alfonsin, primo presidente democraticamente eletto in Argentina dopo 7 anni di dittatura da parte di una giunta militare tra le più sanguinarie che la storia recente ricordi, fu quella di mettere alla sbarra i protagonisti scellerati di quegli anni di terrore; al rifiuto da parte dei tribunali militari di processare i vertici delle tre armi, tutti protagonisti della giunta, l'incombenza fu demandata ad un tribunale civile appositamente costituito in cui l'accusa fu affidata a Julio Cesar Strassera, magistrato esperto, coadiuvato da un team di giovani avvocati, alcuni dei quali neolaureati, e da Luis Moreno Ocampo, un giovane magistrato, come suo collaboratore più stretto.
Con pochissimo tempo a disposizione rispetto all'inizio del processo, una mole imponente di documenti raccolti e da analizzare, un clima misto di paura e sfiducia riguardo ad una società argentina ben lungi dall'essersi lasciata alle spalle le sue simpatie per i militari, Strassera riesce a mettere in piedi il processo che porterà in carcere buona parte dei militari coinvolti.
A questo periodo storico preciso, appunto il 1985 , anno dell'inizio del processo che darà al paese una nuova dimensione, guarda il racconto di Argentina, 1985 , sesto lungometraggio del regista argentino Santiago Mitre, selezionato nella rosa finale dei candidati all'Oscar come miglior film in lingua straniera.
Pur riferendosi ad uno degli eventi storici più straordinari del secolo, l'opera di Mitre non ha alcuna pretesa di ergersi a documento storico appunto, strutturandosi come un film processuale in senso stretto, anzi, in buona parte, soprattutto quando il racconto si svolge al di fuori dell'aula giudiziaria , o comunque dai palazzi della giustizia, il tono assurge quasi a quello di una commedia, sia nelle parti in cui Strassera viene presentato in famiglia, sia in quelle in cui deve barcamenarsi tra minacce, "consigli" e interminabili riunioni col suo team.
Lungi dal credere che il regista abbia voluto alleggerire le atmosfere di una storia che non può non avere tinte drammatiche visto il coinvolgimento che ha avuto su larga parte della popolazione, viene più logico pensare che forse Mitre è uno di quei ragazzini che all'epoca del processo aveva 5 anni, aveva vissuto solo i colpi di coda della tragedia della dittatura e può quindi considerarsi più libero di interpretare gli eventi senza l'oppressione profonda del ricordo.
La scelta comunque funziona perchè nonostante le quasi due ore e mezza Argentina,1985 raramente presenta momenti di stanca o inciampi di ritmo narrativi; quello che al regista interessa maggiormente, non è l'agiografia di Strassera e del suo team, bensì il meccanismo che animava la società argentina attraverso il quali poter interpretare come una catastrofe come la dittatura abbia potuto avere luogo nel paese: poteva bastare la minaccia terroristica dei Montoneros a giustificare l'appoggio più o meno esplicito ad un regime di chiaro stampo autoritario e sanguinario? perchè tanta parte della società argentina, soprattutto il ceto medio, girava la testa altrove e non vedeva quello che per stette anni ha insozzato un paese dalle grandi tradizioni? perchè solo davanti al racconto in prima persona dei sopravvissuti, trasmesso dal tribunale in diretta tv e quindi accessibile a tutti, gli animi hanno iniziato a smuoversi e a lasciarsi alle spalle una ignavia sulla quale il regime ha pascolato beatamente?
Non a caso era proprio questa la sfida che Strassera e Ocampo temevano di non poter vincere ( in questo senso il rapporto di quest'ultimo con la madre racconta tutto): riuscire a smuovere le coscienze di chi quegli anni voltava lo sguardo altrove perchè tanto tutto era rivolto a fare pulizia dei terroristi; vincendo questa battaglia , seppur a fatica, gli accusatori hanno anche saldato il loro debito personale con il paese e coi morti e scomparsi, perchè, come si rinfacciano in un momento di profonda tensione Strassera ed Ocampo, all'epoca dei fatti uno dei due guardava altrove e l'altro se ne andava al mare.
Con la condanna di buona parte dei responsabili e la presa di coscienza dell'opinione pubblica, accompagnata però alla certezza che parte di quel regime brutale ancora era vivo e vegeto e libero di scorrazzare e quindi un pericolo per il paese che si rialzava, i protagonisti , le vittime ed il paese tutto potevano legittimamente e orgogliosamente dichiararsi l'unico paese che aveva processato e condannato coloro che li avevano portati nel baratro, dando una prova di grande civiltà.
Da questo punto di vista Argentina,1985 è lavoro dal quale sprizza impegno civile e sentimento, quasi una sorta di redenzione per chi ancora patisce gli orrori di quel periodo, sottolineato dalla commistioni di immagini di repertorio con quelle della finzione cinematografica.
Se Ricardo Darin dà una ennesima prova di bravura straordinaria, tutto il cast che interpreta il team di avvocati , a partire da Peter Lanzani (Ocampo) fino a coloro che sono nei panni dei famigliari di Strassera (bravissima Alejandra Flechner nel ruolo della moglie) offrono una prova corale convincente.
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