mercoledì 8 gennaio 2014

Silent Witness / 全民目击 ( Fei Xing / 非行 , 2013 )

Giudizio: 8/10
Apparenza e verità

Fei Xing già ci aveva convinto nella sua prova d'esordio, l'atipico thriller The man behind the Courtyard House, e ancor di più conferma l'impressione iniziale nel suo secondo lavoro, che tutti sappiamo essere il vero banco di prova dopo un esordio valido.
Dal punto di vista narrativo il regista cinese sembra voler ripercorre , anche nella tecnica, la struttura del lavoro precedente applicandola questa volta ad un più convenzionale thriller processuale nel quale il conflitto tra evidenza e verità, topic intorno al quale spesso il Cinema ha imbastito lavori ricchi di metafore e di significati coperti.
La storia è tutto sommato semplice: alla vigilia delle nozze la futura moglie del tycoon Lin Tai viene uccisa dopo un alterco con la figlia ventenne di lui, rigorosamente ripreso dalle telecamere di un parcheggio sotterraneo e la storia inizia con  l'avvio del processo alla ragazza cui i media dedicano enorme spazio proprio per la notorietà e l'importanza dei personaggi coinvolti. Lin Tai , nella strenua difesa della figlia si trova davanti il procuratore Tong Tao con il quale si è già incrociato svariate volte nella aule dei tribunali.

Tutto sembra evidente ed ovvio, ma le prospettive che il regista ci offre, rigorosamente riprese ed introdotte da vertiginosi rewind e che appaiono all'inizio solo come facce diverse della verità , ben presto creano un groviglio di piani narrativi e di lunghi flashback nei quali la dicotomia tra l'apparenza ovvia e scontata e la verità tende in continuazione a colmarsi per poi divergere nuovamente e fragorosamente. Questo è l'aspetto che fa di Silent Witness un film bello e coinvolgente in cui prospettive e punti di vista, apparenze schiaccianti e verità nascoste si rincorrono di continuo.
C'è la verità dell'accusa, quella della difesa, quella personale di protagonisti della storia, c'è il rimescolare in continuazione le carte: tutto confluisce in un racconto che appare a tratti sincopato e forse anche dispersivo a causa dei lunghi flashback, ma che indubbiamente ha il raro pregio di mantenere un filo di tensione e di attenzione sempre teso quasi al limite.
A ciò si aggiunga lo studio accurato dei personaggi, le tematiche sociali e personali, spesso nascoste, ma chiaramente intellegibili ed ecco che Silent Witness non può esser certo definito un giallo processuale classico, giocato solo nelle aule a colpi di obiezioni e di sgambetti.
Quello che ne esce fuori è anzitutto un film che sa regalare colpi di scena e sorprese fino alla fine, melodrammatica forse ma efficacissima, e che nella sua circolarità porta a confondere quello che appare come vero alla verità assoluta e inconfutabile, trappola nella quale sembrano cadere tutti.
Non sappiamo quanto ci possa essere di politicamente scorretto applicabile alla realtà cinese dietro questa contrapposizione tra l'apparire e l'essere, di certo Fei Xing sa bene come manovrare le tracce nascoste e come riunire tutto in maniera coerente.
Da un lato Sun Honglei nella parte del tycoon, dall'altra Aaron Kwok in quella del procuratore che sembra avere una avversione ossessiva verso il riccone, regalano prove degne di nota ; tra i due ben si collocano Yu Nan che già ammirammo in Tuya's Marriage e Design of Death, nella parte dell'avvocato che non si arrende alle evidenze e Ni Hongjie in quello di uno degli ingranaggi della apparente realtà.

3 commenti:

  1. Appena visto. Bello e avvincente anche se la fine e' eccessivamente lacrimosa per il mio gusto. Molto bello il cambio di punti di vista un po' Rashomoniano. Sun Honglei e' proprio bravo, mi era piaciuto' gia' in Drug War e, istrionico, in Seven Swords! Aaron Kwok e' il solito piacione ...!

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  2. Mah sai il melodramma nelle sue mille forme è una peculiarità del cinema HKese-mainlander; qui fa un po' da contorno ad una storia che si aggroviglia con molta efficacia; Sun Honglei è a mio avviso tra i più bravi attori cinesi ed Aaron Kwok tutto sommato fa la parte giusta per lui; ma anche le due presenza femminili sono notevoli.

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  3. Si e’ vero e i Melò Hongkonghesi mi piacciono anche, ma questo film non ne aveva molto l’aspetto o l’andamento dall’inizio, lo diventa piuttosto improvvisamente verso la fine. Forse e’ per questo che mi ha un po’ spiazzata … Ma cio' non ha tolto nulla al godimento!

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