sabato 27 marzo 2021

Never Gonna Snow Again [aka Non ci sarà mai più la neve] ( Malgorzata Szumowska , Michal Englert , 2020 )

 




Never Gonna Snow Again (2020) on IMDb
Giudizio: 8/10

C'è un universo freddo e impersonale che vive racchiuso in una cittadella fortificata alla periferia di Varsavia: case tutte uguali, strade pulite, giardini curati, vigilanti all'entrata e ronde a tutte le ore, una grottesca omologazione che ha distrutto quella comunista ma che di fatto è semplicemente l'altra faccia della medaglia, il conformismo borghese e perbenista che anima la ripresa sprint economica di tanta parte dell'ex impero sovietico.
In questo ambiente asettico, percorso solo dalle misere vite dei suoi abitanti, dove tra qualche anno, come in tutta la Polonia, non nevicherà più, quasi un anticipo di una apocalisse, si presenta un giorno Zhenia, un aitante giovane ucraino che viene da un altro angolo dell'ex impero spazzato via, dove però il destino è stato più malvagio: l'uomo infatti è nato nelle vicinanze di Chernobyl e tutto lascia pensare a lui quasi come ad un essere mitologico sorto dalla catastrofe ma che possiede delle doti stupefacenti: non solo conosce tutte le lingue, anche se parla preferibilmente il russo, ma la sue doti di massaggiatore e pranoterapeuta lo rendono indispensabile a molti , quasi tutti , gli abitanti di quell'universo: le sue mani, i suoi massaggi, la sua semplice presenza riesce ad alleggerire il peso della vita alle persone, riesce quasi ad assorbire la negatività che essi racchiudono per trasformarla in benessere ed in positività e , in taluni casi, in forza sensuale ed erotica.



L'uomo che viene da lontano, che nessuno sa bene chi sia , che solo una ragazzina dice di sapere da dove viene, che un giorno, dopo aver stretto intorno a sè un cerchio di persone tutte infelici a modo loro, scompare, così come era arrivato, senza sapere se davvero non ci sarà più la neve, irrompe in quell'universo, metafora di un paese che si racchiude in se stesso ma anche, estrapolando, di una umanità che vive trascinandosi dietro i malanni dello spirito sperando che qualcuno venga magicamente a liberarla, e quasi come una divinità porta nelle case della casalinga annoiata, del malato di cancro e della moglie,  della signora e dei suoi cani umanizzati, del soldato in pensione, della donna alcolista e del ragazzino che produce droghe, tutti esempi di un conformismo che sguazza nelle metafore dei problemi annosi di un paese che ha creato esseri solitari e privi di qualsiasi calore umano ed empatia, la sua capacità di liberare dagli affanni.
Qualcuno ha parlato di una rivisitazione del pasoliniano Terorema di cui però Never Gonna Snow Again condivide forse solo le premesse narrative: qui Zhenia si insedia nella comunità con una finalità salvifica, anche se basata su un surreale imbroglio, diventa una sorta di eroe senza tempo, per metà santo e per l'altra metà mago, forse anche imbroglione ma con l'intento  di curare il fisico e lenire i malesseri dello spirito.
La regista polacca Malgorzata Szumowska, coadiuvata alla regia dal fidato Michal Englert, costruisce un film indubbiamente affascinante, che nonostante qualche piccolo inciampo narrativo, riesce a tenere in piedi con grande efficacia la storia, alternando situazioni al limite del surreale ad altre intrise di una potente drammaticità , conducendo il film su terreni dove subentra l'immaginazione e la filosofia, dove il non detto riesce ad instillare il dubbio e confermandosi come una delle registe più anticonvenzionali e meno inclini a tratteggiare il suo racconto secondo i canoni classici dell'arte cinematografica.
E' indubbiamente un lavoro di grosso spessore, di quelli che lasciano una certa dose di inquietudine, probabilmente perchè in qualche angolo recondito della nostra persona qualche corda lontana è stata pizzicata dal racconto dell'eroe che viene da lontano, nato forse dalle radiazioni mefitiche che hanno stretto nell'abbraccio mortale Chernobyl, capace con le sue mani, col suo volto incorniciato dai capelli biondo oro e con le sue parole di alleggerire il peso che affligge la nostra vita.
Non nevicherà più, forse , ma se Zhenia tornasse probabilmente la neve tornerà a coprire i prati e le strade, anche di quel piccolo universo nascosto, separato, racchiuso in se stesso dove il male di vivere e la solitudine abitano ognuna di quelle case linde e pulite, simulacri di un universo che non riesce a liberarsi dal suo solipsismo.

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