martedì 8 marzo 2022

Stringimi forte [aka Hold Me Tight aka Serre moi fort] ( Mathieu Amalric , 2021 )

 




Hold Me Tight (2021) on IMDb
Giudizio: 9/10

Quando meno te lo aspetti ecco che il Cinema sa regalarti un opera che risulta tra le più belle dell'anno: un fulmine luminosissimo in una atmosfera cinematografica che rimane buia e che stenta a riprendere la retta via dopo due anni di tribolazioni varie; inoltre la poca lungimiranza francese è riuscita nell'impresa di relegare Stringimi forte ai margini del Festival di Cannes nella neonata sezione Cannes Premiere, sottraendolo ad una selezione ufficiale che di certo avrebbe beneficiato della presenza di questa opera.
Il sesto lavoro del regista e attore Mathieu Amalric , per il quale appare sempre più difficile stabilire se sia prima una cosa o l'altra, possiede numerosi pregi,  tra cui quello di aver raccontato tutto dopo pochi fotogrammi (ma noi non lo sappiamo però...) e quello di conservare varie prospettive attraverso cui osservare il racconto che rimane sempre in bilico tra realtà, immaginazione, percorso dal dubbio e dall'ambiguità.
Una mattina vediamo Clarisse alzarsi presto, preparare una borsa sgattaiolare fuori di casa, lanciare uno sguardo tra il rammaricato e l'amorevole a figli e marito e andarsene di casa, a bordo della sua coupè vintage.
Quella che sembra una fuga , alla fine si dimostra tale, ma con i connotati ben diversi che progressivamente il film svelerà, conservando però sempre quella quota di dubbio e di ambiguità che animano l'opera in maniera mirabile.



Raccontare altro sulla trama sarebbe inutile perchè inevitabilmente rovinerebbe la visione di un film bellissimo che fa proprio della tensione emotiva, che oscilla tra il thriller psicologico e il dramma ,il suo poderoso motore trainante.
Grazie a frequenti sovrapposizioni temporali che saltano avanti e indietro in maniera all'apparenza (almeno fino ad un certo punto della storia) poco coerente assistiamo al viaggio di Clarisse, che immagina la famiglia che ha lasciato, riesce quasi a parlare coi suoi figli e col marito, sembra addirittura raccogliere un qualche strisciante sentimento di finissimo rancore almeno fino a quando , per almeno 2 o 3 volte, chiude l'ellissi emotiva con la frase. " Non sono io che vi ho lasciato".
Il viaggio diventa quindi una introspezione negli angoli reconditi della protagonista, nella sua necessità di fuga, nella sua immaginazione che cerca di guarire le ferite, nel suo tenere acceso il ricordo che inevitabilmente alimenta il dolore.
Poi ad un certo punto qualche velo inizia a squarciarsi nel mondo che circonda Clarisse, nella sua fuga e nel suo bisogno di sentirsi ancora parte di una famiglia e la storia inizia a delinearsi con maggior chiarezza anche se sembra sempre che qualche tassello qui e lì manchi, forse soltanto perchè siamo noi che di fronte alla tragedia non vogliamo accettare la verità nello stesso modo di Clarisse.
Alla fine Stringimi forte è il viaggio in un universo distrutto, frantumato, che la protagonista cerca di far rivivere attraverso la fantasia che cerca di lenire il dolore indicibile: più il tempo passa e più Clarisse viaggia nel suo vuoto cosmico che la circonda; mare, montagna, bar portuali, la coupè vintage, un mondo che sembra artefatto, costruito senza di lei nel quale  si trova a muoversi nonostante tutto, un mondo abitato da un dolore oscuro, da una indicibile sofferenza ma anche dalla volontà di voler cambiare qualcosa, quel piccolo particolare che potrebbe riaprire le porte della vita.
Amalric dosa con grande bravura le emozioni, mantiene sempre quel sottofondo di dubbio, di incertezza, quasi di speranza che le cose possano essere andate in maniera differente da come invece sembrano essere andate, anzi ci fa quasi sperare che prima o poi un clic ci svegli dal sonno di una protagonista magari semplicemente fragile sopraffatta dalla vita, risparmiandoci un carico di tristezza insostenibile.
E poi ci sono quelle foto della prima scena che con un abilissimo e magnifico movimento circolare ritornano alla fine, foto gettate via perchè non vanno bene, forse è il caso di ricominciare, ed il film è tutto qui: un nuovo inizio, una nuova storia, un nuovo esercizio di immaginazione.
Stringimi forte è opera che si muove nella pericolosa area del capolavoro, termine da usare sempre con molto timore e con parsimonia; un film di quelli che per giorni continuano a rimanere nella mente , quasi una proiezione in loop che rimanda la storia e le sue stupende sfaccettature e spigolature, sperando sempre di trovare ogni volta qualche frammento nuovo che incastonato ci convinca che siamo di fronte ad un vero capolavoro.





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