lunedì 15 aprile 2024

All of Us Strangers [aka Estranei] ( Andrew Haigh , 2023 )

 




All of Us Strangers (2023) on IMDb
Giudizio: 8/10

Sei anni dopo il non totalmente convincente Charley Thompson, il regista inglese Andrew Haigh,  ispirandosi al romanzo omonimo di Taichi Yamada, dirige  All of Us Strangers tradotto ( male come spesso avviene))  in italiano in Estranei e che ha visto la luce anche sui nostri schermi dalla fine di febbraio.
Film che ha fatto discutere molto, tra chi lo considera un capolavoro, o quasi, e chi invece lo ritiene sopravvalutato e senza particolari ambizioni artistiche.
Lungi dal volere partecipare al certame va detto però che l'opera di Haigh necessita di una lettura attenta , pena il considerarla appunto superficiale e priva di valore: questo avviene perchè la storia , semplice o di impegnativa lettura, a seconda di come se ne affronta la visione, è una di quelle che appartiene a quel "cinema sensoriale" capace di scavare all'interno per raggiungere il traguardo finale a seconda di come abbia scosso i nostri sensi, la nostra emotività, la nostra sfera sensoriale.
Adam è uno sceneggiatore ormai prossimo alla mezza età, anche se mantiene quell'aura fatta di timidezza e di pudore che ne nasconde l'età apparente; vive in un grande condominio della cinta periferica di una luminosa Londra che si staglia nella notte all'orizzonte allo sguardo dalle grandi finestre del suo appartamento; il palazzone è semidisabitato, gli unici sguardi fugaci sono con un altro uomo che vive ai primi piani e che si incontrano quasi impercettibilmente nella notte tra strada e balcone durante uno dei tanti e fasulli allarmi anti incendio.



Una sera di queste alla porta di Adam suona Harry, proprio quell'uomo, solitario anch'esso, con cui condivide lo spettrale e inquietante palazzone e che quella sera però vorrebbe condividere con qualcuno la sua solitudine; Adam quasi di impulso rifiuta la sua compagnia, ma quello , lungi dall'essere un rifiuto totale diventa il primo passo per una conoscenza che ben presto sfocia in un appassionato rapporto amoroso.
Adam soffre di quella crisi ispirativa che gli impedisce di iniziare un suo nuovo lavoro e che al tempo stesso è la spia di un malessere che cova dentro e che l'incontro con Harry sembra avere accesso definitivamente, ma bastano pochissime parole scritte  a mo' di titolo per far germogliare in lui l'interesse per una storia: "Esterno Sobborgo, 1987".
Lo vediamo allora prendere il treno e recarsi nel sobborgo di Londra dove è nato e dove ha vissuto fino a 12 anni quando il destino lo ha privato dei genitori morti entrambi in un incidente stradale: giunge in quel sobborgo, c'è ancora la sua casa e dentro ad essa ci sono i suoi genitori, tali e quali a quell'ultima volta in cui li vide vivi, più giovani di lui su cui la vita ha invece continuato a scorrere e che lo aspettano da tanto tempo.
Da qui in avanti la storia procede tra le visite che Adam compie dai suoi genitori con i quali cerca di ricostruire quanto la morte ha interrotto in una atmosfera tra l'onirico e la favola e il racconto del rapporto amoroso con Harry che diventa una liberazione per Adam finalmente in grado di provare  e mostrare sentimenti che per tanto tempo aveva tenuto chiusi in se stesso.
Le scene, anche di sesso, tra i due sono momenti di grande tenerezza in cui ognuno mette a nudo se stesso, le sue paure, le sue problematiche , i suoi desideri, così come gli incontri coi genitori ( magnifici nei loro ruoli Claire Foy e Jamie Bell ) diventano quasi delle sedute analitiche finalizzate  al coming out di Adam (efficace la reazione dei genitori modulata sull'epoca degli anni 80), alla sua elaborazione del lutto, ma anche al senso di colpa del padre che non seppe affrontare con il ragazzo il problema del bullismo subito da questo a scuola a causa della sua omosessualità già manifesta, alla tenerezza e all'amore della madre che vede in lui ormai uomo adulto ancora il ragazzino di allora.
Sono tutti momenti , in entrambi i binari narrativi, carichi di un dolore profondo, lancinante, uno di quei dolori che non vorresti mai provare , ma che poi ti accorgi essere salvifico, guaritore di ferite profonde, un mezzo per elaborare la perdita, il lutto, l'identità tenuta nascosta.
E' quindi Estranei un ghost movie ? A mio avviso sarebbe limitativo catalogarlo in questo modo sebbene alcuni momenti, certe situazioni, richiamino seppure alla lontana il magnifico  A Ghost Story di David Lowery; piuttosto va sottolineato come Haigh muovendosi tra un presente ed un passato, carichi entrambi a modo loro di traumi, dolori ed esistenze difficili, costruisce un racconto che oscilla in maniera perpetua tra realtà ed immaginazione fino ad un finale, amaro e al contempo bellissimo, che forse contribuisce in modo definitivo a fermare il pendolo da un lato.
Nella storia d'amore tra Harry ed Adam c'è il racconto della solitudine, del disperato bisogno di affetto e di calore, di momenti di dolore difficili da sopportare, c'è la ricerca di un oblio sensoriale , troppo superficialmente e in modo dozzinale rappresentato nelle serata a sballo nei locali gay, ma c'è anche il tentativo di salvezza che passa per Adam in una affermazione finalmente pacificata della identità sessuale.
E' proprio in questa armonia a tratti mirabile tra realtà ed immaginazione, che trova nel finale il suo sorprendente  epilogo, che Estranei dà il meglio di sè, un lavoro ricco di sentimento, che va dritto alla sensibilità di chi guarda, nel quale Andrew Haigh con la sua regia , ottimamente sostenuta dalla fotografia di Jamie D.Ramsay che impreziosisce un elegante 35 mm, e da azzeccatissime hit musicali degli anni 80 (Pet Shop Boys , Frankie Goes to Hollywood, Blur ) riesce sempre a creare atmosfere che non stonano mai con la narrazione, confermando una volta in più il suo grande spessore di regista.
Come protagonisti assoluti giganteggiano sia Andrew Scott , un Adam dall'apparenza fragile, dimesso, quasi un essere perso in un mondo che lo respinge ed un Paul Mescal che fa di Harry un personaggio indimenticabile col suo carico di tristezza e vitalità, dolore e solitudine.

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