sabato 6 aprile 2024

Where the Wind Blows / 風再起時 ( Philip Yung / 翁子光 , 2022 )

 




Where the Wind Blows (2022) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

C'è una filmografia bella nutrita incentrata in maniera più o meno completa sulle figure di Lui Lok e Nam Kong, leggendari personaggi della storia di Hong Kong, passati agli onori imperituri per essere stati capaci di mettere in atto un sistema di corruzione che ha regnato nell'ex colonia inglese dal primissimo dopo guerra alla metà degli anni 70 quando fu creata la ICAC, agenzia governativa contro la corruzione, voluta dagli inglesi e caldeggiata dalla popolazione hongkonghese, stufa dei comportamenti da gangster di gran parte dei poliziotti.
Il regista Philip Yung, anche sceneggiatore dei suoi lavori, già in Port of Call aveva dato prova di sapere costruire bene le giuste atmosfere in relazione alle storie raccontate, e questo Where the Wind Blows, soprattutto per le tematiche affrontate tende ad ergersi come un affresco di un trentennio e passa della vita di Hong Kong a partire dalla guerra, periodo in cui il racconto ha inizio per poi tra salti temporali e feedback passare nei tre decenni successivi, principalmente seguendo le vicende dei due protagonisti ma di fatto disegnando un excursus sociologico e politico della Hong Kong coloniale.



I due personaggi cardini del film vengono presentati sin dai giorni della scuola di polizia cui sono iscritti, per passare poi ai primi servizi come poliziotti, la scoperta della corruzione e l'inevitabile coinvolgimento pena le violenze dei commilitoni fino alla scalata nei ranghi della polizia che va di pari passo con il loro coinvolgimento nei loschi accordi con le triadi: mentre Lui Lok è spesso guidato dal suo egocentrismo e dalla spavalderia, Nam Kong appare invece un personaggio più ambiguo e più astuto, tant'è che diverse volte le strade dei due sembrano intrecciarsi pericolosamente.
In questo trentennio che Yung disegna con molta efficacia possiamo apprezzare sia la descrizione di come la corruzione si impadroniva delle forze di polizia e di come tutto sommato sembrasse un fatto normale che ufficiali di polizia avessero addirittura una base al di fuori degli edifici pubblici, in una suite lussuosa in un albergo di prestigio e da lì gestissero i loro traffici, sempre con l'ipocrita alibi che in quel modo potevano controllare le triadi ed evitare che le strade della città diventassero dei campi di battaglia, sia l'evoluzione che questa situazione presenta nel momento in cui c'è da sporcarsi le mani coi trafficanti di droga; dall'altro lato il regista costruisce due personaggi indubbiamente forti, vividi, con i loro vizi, le loro ambizioni, ma anche il loro background con tratti oscuri e con le loro debolezze (soprattutto Lui Lok).
Al di là dell'epopea storica che è quella di tutta una comunità e che Yung per ovvie ragione deve affrontare con una massiccia dose di sintesi, Where the Wind Blows è un film che ha proprio nella regia elegante , a tratti quasi sofisticata, non priva di qualche guizzo ( gli inserti da musical ad esempio) il suo punto di forza: sostenuta dalla fotografia eccellente di Chin Thinchang che ben sottolinea le atmosfere dell'epoca  in alcuni momenti Yung sembra avvicinarsi pericolosamente al Cinema di Wong Karwai, dove colori, luci, atmosfere sospese e volutamente fissate nel vuoto danno un tocco di eleganza che va detto però non risulta fastidioso nè dozzinale o affettato, al punto da apparire persino un omaggio al Maestro.
E' chiaro che in un film in cui una delle protagoniste è proprio la  Hong Kong coloniale non potevano mancare riferimenti, neppure troppo celati, alla realtà odierna della città, con i problemi ben lungi dall'essere superati derivati dal ritorno sotto l'autorità cinese mainlander; il lungo discorso (direi quasi un pistolotto...) di George Lee ( interpretato da Michael Hui, una delle tante tipiche comparsate di personaggi più o meno importanti del cinema di Hong Kong) , direttore della ICAC, sulla sofferenza del popolo di Hong Kong, francamente risulta abbastanza stantio oltre che forzato, nonostante l'appassionata interpretazione del veterano.
Sta di fatto che lungi dall'essere un'opera indimenticabile, Where the Wind Blows possiede sicuramente dei pregi: le atmosfere, le ricostruzioni d'epoca, una regia solida, sono dei puntelli a quelli che risultano i cardini fondamentali del film e cioè l'interpretazione di due assi del cinema di Hong Kong; Aaron Kwok  e Tony Leung Chiuwai, con la già accennata scia di comparsate di qualità come è tradizione nel cinema HKese, rivaleggiano in quanto a bravura nel calarsi nei panni dei due personaggi tanto discussi; entrambi però riescono nell'impresa di riuscire a fare emergere il lato umano fino quasi a renderceli simpatici.
Insomma Where the Wind Blows seppure coi suoi limiti, riesce a sollevarsi al di sopra di una produzione cinematografica Hkese che stenta sempre più , sommersa da numerose problematiche: Philip Yung è riuscito nell'intento di dirigere un film in cui pulsa nel suo profondo lo spirito genuino e sincero di quello che fu il grande cinema della Hong Kong coloniale.

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