domenica 2 giugno 2024

Trenque Lauquen ( Laura Citarella , 2022 )

 




Trenque Lauquen (2022) on IMDb
Giudizio: 9/10

Pur essendo passato un po' di soppiatto nella sezione Orizzonti della Mostra Cinematografica di Venezia del 2022, verosimilmente a causa della considerevole durata che avrà scoraggiato di certo i meno coraggiosi, Trenque Lauquen è alla fine risultato come uno dei film più interessanti grazie ai giudizi lusinghieri raccolti negli altri Festival e presso le associazioni di critici, ottenendo dal prestigioso Cahiers du Cinema, addirittura il titolo di miglior opera del 2023.
Ed in effetti, a prescindere dal gradimento che può aver ricevuto o meno, il film della regista argentina Laura Citarella è veramente un'opera di grande respiro, ambiziosissima, che sembra avere tra le prime finalità quella di coagulare in un corpo unico i vari aspetti dell'arte che vanno dalla letteratura alla poesia fino alle arti più propriamente visive come il cinema.
Vero che la durata di ben oltre  quattro ore potrebbe scoraggiare se non corazzati da una forte curiosità , ma , e questo è uno dei grandi pregi dell'opera, il tempo, in Trenquen Lauquen diventa un parametro molto vago e dilatato e questo sin dall'inizio quasi a mettere da subito le carte in tavola.
Il film è prodotto da El Pampero Cine , casa di produzione indipendente argentina divenuta il nucleo intorno al quale si è coagulata una schiera di registi  che hanno aperto la strada a questa nuova stagione del cinema del loro paese, quasi un collettivo che trova nella idea di cinema personale il suo comune denominatore; la Citarella è una delle figure eminenti di questo movimento che ha in  Mariano Llinas la figura forse più nota a livello internazionale, sebbene un po' tutti i rappresentanti abbiano raccolto in giro per il mondo svariati riconoscimenti.



Il preambolo era necessario perchè Trenque Lauquen è opera che si distacca e di molto dai canoni più tradizionali, quasi un manifesto di una nuova forma di linguaggio artistico espressione di una ideologia cinematografica improntata alla grande libertà formale.
L'opera si compone di due parti, chiara necessità distributiva che ha ingenerato anche qualche equivoco, ma è chiaramente un corpo unico, e poi a sua volta suddivisa in una dozzina di capitoli , che come ha affermato la regista in una intervista , dovevano dare al film una impronta "mutante" , nel senso che i racconti si aprivano e si concludevano con il capitolo, cosa che effettivamente non avviene in maniera così netta.
La storia è imperniata su Laura una botanica che sta per prendere servizio presso l'università e che è partita alla ricerca di una pianta in una zona della pampa distante circa 500 km da Buenos Aires, appunto nella cittadina di Trenque Lauquen; qui viene coadiuvata da un autista factotum che le ha messo a disposizione la municipalità per aiutarla nelle sue ricerche.
Il film si apre con il fidanzato di Laura e Chicho, il suo aiutante che partono alla ricerca della donna di cui si sono perse le tracce.
Rimanendo stringati al massimo, anche perchè altrimenti si rischia ben oltre che lo spoiler selvaggio, veniamo a sapere  che Laura ha scoperto casualmente attraverso dei libri presi in prestito un carteggio segreto amoroso clandestino di una cinquantina di anni prima tra una insegnante del luogo e il padre di uno dei suoi allievi , un italiano sposato, che la incuriosisce e di cui mette al corrente Chicho, con il quale nel frattempo sembra instaurarsi un rapporto amoroso, al momento di terminare la sua missione Laura si trova coinvolta in una storia dai contorni sovrannaturali-fiabeschi riguardanti una creatura avvistata e catturata nella laguna; con un finale dilatato e ambiguo , possiamo forse capire o intuire cosa sia successo alla donna , anche perchè attraverso un meccanismo narrativo mirabile noi vediamo come fosse presente tutto ciò che invece è passato e soprattutto raccontato.
Dire che la visione di Trenque Lauquen lasci in un certo qual modo a metà strada tra la maraviglia della fiaba e lo stupore di una opera magnifica è affermazione certamente non iperbolica; " Il mio film è una specie di trattato sul mistero" , così la regista si è espressa in una intervista, ed è una affermazione che spiega molto, perchè in effetti nel film esiste l'esplorazione del mistero , sia quello del carteggio amoroso, che quello di taluni personaggi che sembrano apparirle come fantasmi, che quello della creatura misteriosa e Laura non solo possiede una curiosità brillante , ma è anche in grado di farsi coinvolgere nel mistero, come ad esempio avviene nelle indagini sul carteggio amoroso dai toni spinti e pruriginosi che sembra un po' essere il "libro galeotto" di Paolo e Francesca.
Ma al contempo nella pellicola esiste anche la necessità di sostenere la complessità dell'intreccio narrativo che si va sviluppando con il bisogno di fare comunque chiarezza sugli eventi, pur non disvelando il mistero, come chiaramente fa la regista con un finale enigmatico ed aperto, in cui è forse chi guarda che deve trovare le riposte che mettano la parole fine al film.
Trenque Lauquen è film costruito come una matrioska, o come un infinito racconto nel racconto , moderno  La Mille e una notte o una diabolica scatola cinese  e tutto ciò sembra proprio essere l'ideologia che sta alla base del film: libera espressione che abbraccia arte, letteratura (numerosi i riferimenti letterari e le citazioni) poesia , romanzo e filosofia.
Il film vive su un paradosso narrativo curioso e al tempo stesso brillantissimo: Laura è scomparsa, ma il personaggio che vediamo di più sullo schermo è lei, che racconta a noi quello che gli altri personaggi della storia non sanno, un racconto con lunghi flashback o salti temporali che si configurano però come un presente, qui e adesso, fino all'epilogo (forse...) dell'enigma della scomparsa della protagonista.
Tutto ciò viene costruito anche grazie ad una scelta che è l'unico taglio netto che c'è tra la prima e la seconda parte del film: nella prima metà la prospettiva ( in tutti i sensi cinematografica e narrativa) è quella dei due uomini alla ricerca di Laura, nella seconda invece tutta la storia è raccontata dal punto di vista della protagonista.
Insomma questo racconto del mistero, monumentale se vogliamo, ambizioso, di non facile costruzione, vasto, disperso in mille rivoli che però magicamente tornano tutti nell'alveo principale fa di Trenque Lauquen una lezione di Cinema magistrale da tutti i punti di vista, ma soprattutto è capace di instillare quel sottile piacere di assistere ad un racconto del quale vogliamo capire ogni fotogramma, un racconto che sebbene contenga una massiccia dose di mistero e di potenziale potere dispersivo abbisogna dei suoi tempi per esprimersi e nei quali ci si sente come avvolti in una dilatazione temporale che giunge sin quasi alla elisione del concetto di tempo.
Inutile pensare di poter discutere di tutti i riferimenti contenuti in questa opera che si configura  da un lato come un romanzo ottocentesco di grande respiro, ma sicuramente il continuo rimandare ai libri ("mappe in cui sono tracciati i sentieri della vita") e alla letteratura, ad un femminismo non militante , piuttosto sinonimo di inclusione ( c'è una interessante dissertazione sull'io e sul noi...), forse a una tematica ambientale con la presenza della creatura misteriosa della laguna ( il mostro della laguna...), il dichiarato riferimento a L'avventura di Antonioni, fanno di Trenque Lauquen un film bellissimo, ricchissimo di riflessioni, una racconto sostenuto da una luminosa libertà di espressione e da un gusto per l'arte di narrare storie che finiscono in altre storie quasi all'infinito in una connessione illimitata; sullo sfondo una pampa argentina magnifica, pianure ventose , solcate da strade polverose dove  perdersi è un attimo.
Nella parte di Laura è notevole l'interpretazione di Laura Paredes, che ha partecipato anche alla scrittura della sceneggiatura, giusto per confermare il concetto di collettivo cinematografico, padrona assoluta del film capace di saper mostrare una larghissima gamma di stati d'animo sempre con grande naturalezza.

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