martedì 24 settembre 2024

Totem [aka Totem-Il mio sole] ( Lila Aviles , 2023 )

 




Totem (2023) on IMDb

Giudizio: 8/10

Tótem, opera seconda della regista messicana Lila Avilés, vincitore del Premio della Giuria Ecumenica a Berlino oltre che di numerosi altri riconoscimenti in varie rassegne in giro per il mondo, è un film che affronta il delicato equilibrio tra la vita e la morte, esplorato attraverso lo sguardo innocente e meravigliato di Sol, una bambina di sette anni. Il film ruota attorno alla preparazione di una festa di compleanno per il padre di Sol, Tona, gravemente malato e in punto di morte. Questo evento si trasforma in un rituale collettivo della famiglia, in cui la celebrazione della vita si fonde con l’accettazione dell’inevitabile fine. L'approccio di Lila Avilés al tema della morte è profondamente radicato nella quotidianità e nella sfera intima, narrando l’esperienza attraverso la semplicità e la magia del punto di vista di una bambina.
Il film racconta la storia non solo di una famiglia che si prepara a dire addio a un figlio, fratello e padre, ma anche quella di una bambina che, inconsapevolmente, vive e percepisce la morte senza capirla appieno. Sol è circondata dagli adulti, ciascuno dei quali affronta il lutto e la perdita a modo proprio, ma la sua prospettiva trasforma l’esperienza in qualcosa di poetico e surreale. Gli spazi della casa si riempiono di piccoli gesti, di rumori e di silenzi che per Sol diventano simboli e metafore. La sua comprensione del dolore e dell'addio si esprime attraverso il gioco, i momenti di attesa e la scoperta di un mondo che non ha bisogno di parole per essere sentito.

Il contrasto tra la percezione degli adulti, più consapevoli e segnati dalla sofferenza, e quella di Sol, che rimane immersa nella curiosità e nella voglia di esplorare, è uno dei temi principali di Tótem. Lila Avilés ci conduce a osservare la realtà con lo sguardo di Sol, mostrandoci come la bambina colga il senso della fine in modo indiretto, filtrandolo attraverso un’esperienza ancora giocosa e immaginativa. Nonostante un certo senso di claustrofobia emotiva si inizi a respirare soprattutto nella seconda parte del film, la magia che si respira durante la festa, con le luci, i colori e i suoni, diventa il modo della famiglia di creare una sospensione della realtà: è come se la celebrazione del compleanno fosse un ponte tra la vita che si spegne e quella che ancora pulsa vibrante nell’amore che li unisce.
La festa, che dovrebbe essere un momento gioioso, si trasforma in un addio intimo e quasi sacro. Tuttavia, non c’è mai una visione cupa o tragica della morte: il dolore esiste, ma è reso accettabile attraverso il legame familiare, che costruisce una bolla di protezione per Sol. Gli adulti creano attorno a lei un microcosmo fatto di sorrisi, canzoni, preparativi, cercando di tenerla lontana dalla durezza della realtà, ma senza mai mentirle del tutto.
In questo contesto, la famiglia diventa una comunità che non solo sostiene Tona nella sua ultima fase di vita, ma anche Sol, nella sua transizione dall’infanzia inconsapevole verso una comprensione più profonda della perdita. La casa, luogo centrale della narrazione, è il simbolo di questo nido protettivo: i suoi angoli sembrano assorbire le emozioni di chi vi abita, e gli oggetti quotidiani – dai palloncini agli oggetti preparati per la festa – assumono una dimensione sacrale. Lila Avilés utilizza un linguaggio visivo minimalista  intimo ad impronta quasi naturista per raccontare come ogni piccolo gesto diventi una forma di resistenza contro la paura della morte.
Tótem è pervaso da un senso di sospensione, come se la festa rappresentasse un momento in cui la vita e la morte potessero coesistere senza scontrarsi. Questa sensazione è acuita dalla struttura narrativa, che segue i preparativi senza mai giungere a un vero climax drammatico: il vero cuore del film è nel non-detto, nell’invisibile. La malattia di Tona non è mai esplicitata in modo crudo, così come il dolore degli adulti rimane spesso sottotraccia. È un film che parla attraverso i silenzi e i sussurri, che trova nella delicatezza della vita quotidiana la forza per affrontare l’inevitabile, senza mai calcare la mano od oltrepassare quel limite che porta nella morbosa amplificazione dei sentimenti.
Per Sol, la festa non è solo l'ultimo addio al padre, ma anche un’esperienza di crescita: impara a percepire, sebbene in modo ancora incompleto, che la vita e la morte sono parte di uno stesso ciclo, e che l’amore della famiglia le permetterà di superare anche questo momento doloroso. La vita continua a pulsare nel canto degli uccelli, nei sorrisi dei familiari, nei giochi che riempiono gli spazi vuoti. La morte, sebbene mai nominata direttamente, è presente, ma non domina: è integrata nella celebrazione della vita , quasi l’altra faccia di una unica medaglia.
Con Tótem, Lila Avilés crea un film delicato e intimo, che riesce a parlare della morte senza mai scadere nel patetico o nel melodramma. La forza del film risiede nel suo modo di mostrare il mondo attraverso gli occhi di una bambina, e nella capacità della famiglia di creare un microcosmo magico, in cui la vita e la morte trovano un equilibrio naturale. La festa, che si svolge in un clima di malinconica gioia, rappresenta il tentativo umano di dare un senso alla perdita e di trovare un modo per celebrare la vita anche nei momenti più difficili.
Le interpretazioni degli attori sono essenziali per il successo emotivo del film: Naíma Sentíes è straordinaria al limite dello stupefacente nel ruolo della protagonista, mentre Mateo García Elizondo e Montserrat Marañón portano sullo schermo una vulnerabilità e una forza emotiva che danno grande sostanza al racconto; grazie alle loro performance sincere e toccanti, Tótem riesce a esplorare il tema della perdita in modo poetico,  offrendo una riflessione profonda sull'importanza del legame familiare e della celebrazione della vita.

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